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: Pizzo della Pieve negli appunti di Eugenio "Efas" Fasana su una vecchia cartolina

: Pizzo della Pieve negli appunti di Eugenio “Efas” Fasana su una vecchia cartolina

ZINGARANDO CON EFAS

testo e foto di Davide “Birillo” Valsecchi (Asso, CO)
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Eccomi qui, sdraiato su un prato di stelle alpine con i piedi a ciondoloni nel vuoto della grande parete Fasana.
Era tanto che volevo venire quassù, ma la pigrizia del “troppo lontano”… che poi è solo sull’altra sponda del lago, sull’altro versante della montagna che mi saluta ogni mattina.

Figurarsi, lontano… In Pakistan una montagna di 5100 metri porta il nome che le ho dato il giorno del mio compleanno, quando avevo vent’anni. Poi India, Himalaya, Cina ed ancora Congo, Tanganika, Tanzania: c’è un età in cui le risposte sembrano per forza lontane, e si dimentica che la prima vera avventura è stata nel giardino di casa, sulla roccia dietro il pollaio.

Eccomi qui, sulla cima del Pizzo della Pieve. ”La Grigna non è una montagna, è un mondo” diceva Cassin, ed aveva ragione: lui, Comi e Boga hanno aperto diverse vie su questa immensa parete, ma i primi ad avventurarvisi nel ‘25 furono Eugenio Fasana e Vitale Bramani. Che personaggi!

Tre anni fa ho salito il camino Fasana sull’omonima parete ai Corni di Canzo, le mie montagne. Chiodi vecchi, roccia difficile, roba fuori moda. Pubblicato il racconto della salita mi hanno contattato i bisnipoti di Fasana e, poco dopo, persino la figlia, Colombina. Una nonnina dolcissima che arrampicava con Tita Piaz quando il padre vagabondava in corriera tra le Dolomiti.

Vagabondare, già, si fa in fretta a dirlo. Che poi la gente si immagina degli sprovveduti a zonzo, pronti a cacciarsi nei guai. No, forse un vagabondo non sa dove vuole andare, ma sa benissimo dove sta andando. Lo legge nelle nuvole, nel sole, nei segni del vento. Lo legge nelle difficoltà, nelle distanze, nel proprio respiro. Forse non ha sempre una cartina nel suo zaino, ma ad ogni passo quella nella sua testa si evolve, si arricchisce di dettagli e colori. Il vagabondo è un equilibrista, in equilibrio tra ciò che vuole e ciò che può, tra ciò che è e ciò che lo circonda. L’equilibrio è una magia in continua trasformazione che definisce chi sei, non ciò che fai. Una magia capace di trasformare chiunque in vagabondo, esploratore, avventuriero.

Chissà… forse anche per questo piace scrivere, raccontare. Anche questo è equilibrio, tra i ricordi ed il presente, tra noi stessi e tutti gli altri. Già, eccomi di nuovo qui, insieme a voi, in un prato di stelle alpine con i piedi a ciondoloni nel vuoto.

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davide_valsecchi_bc16_voltoDavide “Birillo” Valsecchi  | Davide “Birillo” Valsecchi, classe 1976, forse l’alpinista più scarso tra i fortissimi che si sono mai cimentati con la roccia dell’Isola Senza Nome, il calcare bianco dei Corni di Canzo nel cuore del Triangolo Lariano, ma di certo uno tra i più testardi, stravaganti, creativi.

Il mio blog | Cima-asso.it doveva solo festeggiare l’anniversario di una “prima salita” in Pakistan. Vivere nei ricordi però è noioso, così si sono aggiunti nuovi viaggi, nuove avventure, nuove storie, nuovi amici. Ora è il blog dei Tassi del Moregallo, un branco di autarchici casinisti che spaziano dall’arrampicata alla speleologia passando per il kayak e la birreria. – http://www.cima-asso.it

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