International Symposium and Workshop – 15./16. January 2015, Chur, Switzerland

International Symposium and Workshop – 15./16. January 2015, Chur, Switzerland

A Coira in Svizzera, dal 15 al 16 gennaio si è svolto un simposio per misurare, etichettare, comunicare  la sostenibilità nel turismo alpino. Andrea Pasqualotto era presente ai lavori del convegno e ha raccolto l’intervista a Tobias Luthe, anima del convegno oltre che esperto di turismo sostenibile.

Un alito di vento gelido mi sferza il viso, proprio nel momento in cui varco la soglia del moderno ed elegante edificio bruno. Sulle vicine cime della Calanda c’è aria di bufera di neve.
La sede dell’Università di scienze applicate di Coira, capoluogo dei Grigioni, ospita un simposio internazionale dedicato al turismo alpino sostenibile.
Per due giorni, oltre 50 esperti provenienti da tutto il mondo e che lavorano nella filiera turistica, si confronteranno in questa amena cittadina dell’alta valle del Reno.
Non è un semplice convegno, organizzato periodicamente in qualche località alpina, per discutere sul tema del turismo secondo le canoniche e spesso contrapposte prospettive economiche, sociali ed ambientali.
Oggi e domani si costituisce pubblicamente la SMTA, Sustainable Mountain Tourism Alliance, o Alleanza per il Turismo Montano Sostenibile. Nella traduzione italiana il termine che più conta è finito in fondo, spero che questo scivolamento si fermi alla forma.
Seguo attentamente per due giorni le relazioni, le discussioni, gli workshop, le visite guidate.
Poi, alla fine, decido di tirare le somme con Tobias Luthe, professore di scienze sostenibili presso l’Istituto per il turismo e il tempo libero dell’Università di Coira, nonché anima del simposio e dell’alleanza.

Dunque Tobias, vorrei iniziare dal titolo del simposio. Measuring, Labelling and Comunicating the Sustainability in Alpine Tourism (Misurare, Etichettare, Comunicare  la Sostenibilità nel Turismo Alpino). È un compito difficile, non credi? Dove c’è bisogno di prestare più attenzione e fare di più?
È difficile, ma è ora di impegnarsi più di quanto si sia fatto fino adesso. È ora di andare avanti, di metterci più passione. C’è bisogno soprattutto di mettere in collegamento e comunicare quello che già viene fatto.

Dr. Tobias Luthe

Dr. Tobias Luthe

Il programma del simposio era denso e ho apprezzato la ricchezza dei contributi. Molti relatori provenivano da paesi alpini. C’erano però diversi partecipanti provenienti da altri paesi: Inghilterra, Norvegia e Stati Uniti per esempio. Questo aspetto è interessante, perché spesso ai convegni sui temi alpini ci sono quasi solo relatori da paesi alpini. Forse ci consideriamo abbastanza autosufficienti? Perché credi che questo contributo dall’esterno sia importante?
Il turismo non ha confini. Gli svedesi vengono in Austria, i tedeschi vanno in Canada, gli italiani vanno in Giappone. Dobbiamo renderci conto che la sostenibilità è un sistema sociale, ecologico ed economico globale.

Durante il simposio abbiamo discusso parecchio sull’esistenza di decine di marchi e certificazioni che si occupano di turismo sostenibile sulle Alpi. Questa giungla è più un limite o una risorsa?
Entrambi. Un’enorme risorsa ma un limite se non collaboreremo meglio di quanto facciamo adesso

Il simposio è stato anche l’evento costitutivo ufficiale dell’Alleanza per il Turismo Montano Sostenibile (STMA). Quali sono gli obiettivi di quest’alleanza?
L’obiettivo principale è mettere meglio in comunicazione le persone e le organizzazioni impegnate sul tema della sostenibilità nel turismo alpino e di lavorare su un percorso comune. Faremo questo condividendo le buone pratiche, coinvolgendo ancora di più il settore turistico,concentrandoci sulle questioni più urgenti e rendendo la sostenibilità un concetto anche  divertente.

Sempre partendo dal titolo del simposio (Misurare, Etichettare, Comunicare), su quale di questi temi lavorerà la STMA?
Su tutti e tre e su scala globale. Ma per adesso soprattutto sulla connessione e sulla comunicazione di quello che già esiste.

Uno degli obiettivi dichiarati è l’allargamento dell’alleanza. Chi manca?
Abbiamo costruito un social network secondo un sistema “a palla di neve”. Abbiamo chiesto ad ogni partecipante al simposio di fornire almeno 5 nomi di partner potenziali, e lo stesso faremo con questi nuovi partner. Mi aspetto di coinvolgere tutta la filiera turistica: NGOs, autorità pubbliche, turisti, media, ricercatori,…

Ho notato una scarsa presenza italiana. Molti partner potenziali italiani potrebbero essere interessati a prendere parte all’alleanza. Siete in contatto con partner italiani?
Certo, abbiamo dei contatti. Ma come per la Francia il problema è spesso la barriera linguistica. Ti prego di spargere la notizia in italiano.

Abbiamo discusso parecchio riguardo le stazioni sciistiche e il loro ruolo nel turismo sostenibile. Molti partner e relatori arrivavano da quel settore. La recente carenza di neve, soprattutto durante il periodo natalizio, su tutto l’arco alpino ha dimostrato ancora una volta la fragilità del settore turistico sulle Alpi. Il cambiamento ambientale globale ha bisogno di essere preso sul serio. Pensi che il settore turistico alpino sia consapevole di questo?
Direi che molte persone lo sono, ma il mondo del business è veloce e dimentica velocemente. Abbiamo bisogno di re-inventare nuovi modelli di business. Questo è un compito da ricercatori, ma abbiamo bisogno lo stesso di pionieri nel settore.

Abbiamo visitato la stazione sciistica di Laax, un eccellente esempio di modello di business sostenibile e di successo. Forse le stazioni sciistiche e le destinazioni turistiche potrebbero imparare di più dalle esperienze degli altri. La sensazione è che le soluzioni esistano ma che sia difficile venirlo a sapere, condividerle o metterle in pratica. Dov’è il problema? Quale ruolo dovrebbe avere la STMA in questo processo?
La SMTA metterà in vetrina questi esempi di eccellenza, a partire da questo simposio e quindi con il libro bianco che pubblicheremo.

Quanto siamo lontani da un turismo sostenibile nelle Alpi?
Molto lontano sfortunatamente, ma stiamo sempre di più trovando la strada verso la sostenibilità

Quando esco dall’edificio e mi dirigo verso la stazione, un’altra folata di vento è lì ad aspettarmi, forse la stessa di ieri. Sulle vicine cime della Calanda è giunta la bufera di neve.
Attraverso la cittadina di Coira che si fregia del titolo di città più antica della Svizzera e che da migliaia di anni controlla uno degli incroci di vie di comunicazione più importante dell’arco alpino. Che sia attraverso il San Bernardino, lo Spluga, il Settimo o il Julier, da quando esistono le Alpi, per  valicarle bisogna passare per Coira. Qui si incontrano i rami iniziali del grande fiume Reno, che dopo un viaggio di 1300 chilometri sfocia nel Mare del Nord. Poco distante si trova l’arena tettonica di Piz Sardona, Patrimonio tutelato dall’UNESCO dal 2008, per il suo eccezionale esempio di costruzione di una montagna attraverso la collisione continentale.
Da qualsiasi lato la si guardi, Coira appare come il cuore delle Alpi, e non potrebbe esserci un miglior auspicio per questa nuova alleanza.

Info:
www.sustainablemountaintourism.org
www.tobiasluthe.de

Andrea Pasqualotto autore del post

Andrea Pasqualotto | Sono guida naturalistica, giornalista e viaggiatore, vivo a Belluno. Dopo gli studi di Scienze Ambientali presso l’Università di Venezia, di Reykjavik e di Roma, mi sono dedicato a progetti di conservazione della biodiversità coltivata e di sviluppo rurale. Attualmente mi occupo di educazione ambientale ed ecoturismo nelle Dolomiti Bellunesi e collaboro con alcuni giornali su tematiche ambientali ed agroalimentari.

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