Questa foto l’avevi scattata tu, una mattina prestissimo dalla forcella sopra il bivacco, lassù…

ci eravamo avventurati il giorno prima io te Desy e Nicola, uno di quei giorni d’estate che ormai da qualche anno era diventato abitudine trascorrere spensieratamente tra le tue montagne, in compagnia, allegria, libertà; quella era l’estate dei miei, dei nostri 18 anni e per me era stata una delle più belle perché fitta di vacanze e impegni importanti;

eravamo eccitati per l’impresa da compiere, nuova e avventurosa, andare in montagna solo noi, dormire fuori una notte; gli zaini con lo stretto necessario, acqua, panini, qualcosa per colazione, non ricordo cosa, non era importante;

la tua bella famiglia, nonni compresi, ci aveva salutati con tutte le raccomandazioni del caso, non ci sarebbero stati telefonini ai quali appellarsi in caso di necessità, di noi non avrebbero saputo nulla fino al nostro ritorno; il tuo papà, non so perché… me lo ricordo, “testa sulle spalle” aveva detto, ma col suo solito sorriso di quelli di chi sa che in fondo ci si poteva fidare di quei quattro ragazzetti scalpitanti; e poi c’eri tu che sapevi dove andare, dove guidarci… si fidava sempre di te;

eravamo partiti, con calma tanto c’era tempo

per arrancare in salita su per quel sentiero che a un certo punto sembrava non finire più, sempre più in pendenza, dritto o quasi come dire che bisognava proprio andar diretti alla meta; la fatica si tramutava in divertimento perché in compagnia tutto diventava leggero, anche lo zaino anche il sentiero e poi c’erano le soste per chiacchierare e riprender fiato e fare foto… ti eri divertito a immortalarci tra enormi massi che con l’obiettivo hai tentato di raddrizzare rendendo buffe le nostre pose fino a farle sembrare al limite della sfida con la forza di gravità, e in una di me impietosa fatta a tradimento mentre sdraiata sullo zainetto cercavo di recuperare energia… non fosse per te ora non avrei nemmeno queste immagini stampate lì come se quegli attimi fossero provvidenzialmente consegnati all’eterno…

arrivati alla meta il bivacco sembrava una grossa scatola di latta colorata di rosso con le brande costipate appiccicate all’ interno delle pareti,…

non ci era piaciuta l’idea di passarci la notte rinchiusi… per fortuna avevamo beccato un bel tempo, caldo sole e asciutto, l’estate ci sorrideva davvero e il nostro bivacco alla fine lo avevamo allestito sotto le stelle; un po’ mi inquietava il buio della notte in quel prato aperto tra l’anfiteatro delle cime appena sopra di noi che nell’oscurità sarebbero diventate enormi ombre nere, pronte a ridestare la paura del buio e le distorte fantasie d’infanzia di mostruosi animali della notte, ma non avevo detto niente a nessuno per non sembrare ridicola, per sembrare cosi, tutta d’un pezzo…

Le cime dei tuoi monti

Le cime dei tuoi monti

alla fine ero finita felicemente tra te e Desy

sollevata di non dover confinare con il buio e le sue ombre, sapevo che avrei dormito protetta da voi due!

…ancora qualche foto prima di infilarci nei sacchi a pelo e sotto le coperte che avevamo “rubato” al bivacco di latta per riparaci dall’umidità notturna e al calduccio ci siamo ritrovati a guardare le stelle, senza nemmeno farci venire il torcicollo, bastava tenere gli occhi aperti, un cielo bellissimo, limpido, di quelli che si osservano solo a duemila metri, lontani dalle luci degli uomini che impediscono di vedere quello spettacolo di infiniti minuscoli brillanti puntini luminosi sparsi a caso come dei piccoli semi da una mano divina; ero sempre stata affascinata dal cielo stellato, ma quella notte era davvero speciale e mai più l’ho dimenticato…

tu di affari astronomici te ne intendevi bene e mentre io aspettavo qualche stella cadente solo per esprimere qualche desiderio provavi a spiegarci qualche segreto per leggere il cielo….

passavano le ore e molte stelle si erano

spostate, altre erano rimaste più o meno al loro posto, fisse lì in centro come nelle foto viste su qualche libro… sembrava strano… un attimo di vita irreale in un tempo inesistente, il silenzio più assoluto, tutto era magico;

chissà che ora era, ora di dormire ma io e te non dormivamo, pensavo che era bello stare lì vicini, e mentre pensavo e ripensavo a tante cose, inaspettatamente avevi preso ad accarezzarmi il viso dolcemente e io rimanevo lì con le formiche nello stomaco, immobile con te sotto quelle stelle senza dire niente perché niente c’era più bisogno di dire, e a ricevere quelle tue indimenticabili coccole a sorpresa; solo quando la tua mano si era stancata mi ero girata verso di te prendendoti le mani, quelle tue mani sempre gelate “mani fredde cuore caldo” rispondevi, parole che mi sarei sentita ripetere poi innumerevoli volte… già…

eravamo rimasti così, nel silenzio dei nostri pensieri finché il sonno non era stato più forte di noi;

non immaginavamo cosa ci avrebbe aspettato, quale sarebbe stato lo strano e assurdo disegno del nostro destino, il dolce e l’amaro che ci attendevano per gli anni a venire….

Ombra

Ombra

mi ero risvegliata quando il cielo si era già

già riacceso, il sole era ancora nascosto ma illuminava tutte le cime intorno e la linea d’ombra proiettata dal profilo della montagna diventava sempre più vicina;

con un po’ di delusione mi ero accorta che il tuo sacco a pelo era vuoto… ma dov’eri finito così presto, nel freddo del mattino? perché non eri rimasto a goderti il sole che arriva pian piano, con noi, al calduccio delle nostre piccole tane?

tu al sole eri andato incontro e la tua sagoma piccola piccola scorrazzava contro il cielo su in forcella dove eri andato a goderti lo spettacolo dell’alba, eri già andato avanti tu, a rubare il sole per primo e da lassù hai immortalato il nostro magico posticino che quasi nemmeno si vede, si scorge il panorama visto dai tuoi monti e di te solo l’ombra proiettata sull’erba del pendio mentre scatti la foto; una sorta di profezia, la tua presenza inconsistente e immateriale che ci guarda e ci protegge dall’alto, illuminata dall’alba di un’estate lontana.

Un pensiero

Un pensiero

Laura Cibien autore del post

Laura Cibien | Laureata in scienze naturali, insegnante, discreta conoscenza delle Dolomiti sulle quali mi rifugio appena posso, sport: sci camminate biciclettate quando trovo qualche raro momento libero o insieme alla mia famigliola. Abito ad Agordo (BL).

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