I silenzi del cielo si rincorrono fra pareti di roccia e sussulti di neve. Passi che avanzano
lenti e curiosi, toccando gocce di infinito sospese sulla cima. A qualche briciola dalle nuvole, rivoli d’acqua primaverile danzano la melodia della natura, mentre il vento pettina le chiome scompigliate degli alberi. L’anima è invasa dai colori imbevuti di sole e di freddo. Afferra i brividi che sfiorano la pelle quando si arriva quassù, dove il mondo non è più mondo.
L’Abruzzo passeggia lieve fra valli e vette, e tiene per mano chi lo scruta per la prima volta. La fatica di salire diventa desiderio di scoprire. Gli occhi cercano sulle curve del monte la tavola cristallina che abbraccia Scanno. La roccia chiude i pugni per accarezzare i fiori della bella stagione, dipingendo incantevoli bozzetti di natura. E l’infinito che regala Rocca Calascio conserva la bellezza genuina di uno scrigno non ancora aperto. Il sentiero scansa la mano dell’uomo per inoltrarsi in un paesaggio intatto, dove camminare significa ritrovare se stessi. In profondità. Sulle altezze bianche dell’inverno.
In lontananza, il Gran Sasso non ha ancora
messo il cappello. La «bella addormentata» sonnecchia nel rosa acceso del tramonto o nella luce dorata delle mattine estive, quando l’unica melodia che suona le corde dell’aria è l’eco della meraviglia. Le gambe continuano a percorrere viottoli polverosi e fanno male. Ma il dolore della lunga camminata è un rito passeggero che fugge, arrossendo, di fronte agli occhi del cielo. Pozze d’acqua dolce costellano, a tratti, le vallate. Un gruppo di buoi si specchia nelle gemme, che sanno di limpidezza genuina. La distesa non ha orizzonti e il tempo scorre in fretta, pur restando immobile. Ciottoli bianchi ed erba ingiallita dal sole si contendono il posto sulla ripida salita e, nel mistero delle solitudini d’alta quota, osservano il paesaggio circostante. Immensità.
Improvvisamente la vetta diventa brulla, grigia. Vergine nuda in un dipinto di Botticelli. Il Corno Grande, dai suoi tremila metri d’altezza, chiude gli occhi per respirare la sera che fiorisce. E quando la notte avvolge con la coperta stellata l’anfiteatro degli appennini abruzzesi, il mistero non ha più parole per raccontarsi. Tace e scrive nell’aria storie inedite, fatte di emozioni e di sensazioni che la pelle non può cancellare. Non più.
Me le ritrovo nell’anima, queste montagne.
Pregne di tradizioni e di ricordi. Battono al ritmo della vita che le ha messe al mondo. Il tocco di un arcobaleno disteso su Pratola Peligna riporta i pensieri alla realtà. Piovono cascate sulle pietre di San Giovanni, tesoro nascosto dai sentierini che si inerpicano tra le cime di Bocca di Valle, accoccolata nelle braccia di Guardiagrele.
E il verde della Majella fa il nido agli alberi secolari del bosco di Sant’Antonio, cornice di Pescocostanzo. Trattengo il respiro, ma i pensieri sono ormai in corsa nei paesaggi che rivedo. Brividi ad ogni ritorno. Perché le montagne abruzzesi lasciano il segno. Lo lasciano dentro. E non ti lasciano più.
34 commento/i dai lettori
Partecipa alla discussioneGrazie a tutti i sostenitori di questo post, frutto di un amore intenso ed immenso per l’Abruzzo, per i suoi paesaggi autentici, schietti e genuini. Quando un luogo riesce a vestire perfettamente l’essenza di una persona, voce e penna vanno da sé… senza freni e senza limiti alle emozioni. Grazie, grazie, grazie.
Annamaria, quando mi chiedesti di dar forma sonora alle parole di questa
cartolina narrata, i miei occhi si sono su di esse posate con la setosa
tranquillità d’un fiocco di neve su uno spuntone di roccia. Al solo
scandirle con la voce di dentro, l’estraneità dei luoghi non vissuti mi
si è subito addolcita. La tua descrizione disegnava in me le curve di
luce della scoperta: la mia voce ha dovuto solo seguire la scia che
lascia. Questi luoghi d’Abruzzo mi sono diventati subito noti, in
qualche modo abitati, vissuti; le mie labbra al microfono facilmente si
dischiudevano al respiro dell’incanto. Tutto veniva facile. A passi di
sillabe raggiungevo le altezze della semplicità.
Un grazie a te e a tutti i sostenitori.
Frank
Frank, il tuo ringraziamento poetico è un ulteriore reportage sulle bellezze semplici dell’Abruzzo incantato. La vita mi ha riportato fra queste montagne, ancora una volta. Forse per l’ultima. Le assaporo, scrivendole nei ricordi in ogni loro battito e respiro. Ringrazio te per aver fatto danzare l’inchiostro con la tua voce.
Lavoro eccelso (Y)
Grazie per i bei voli che mi fai fare!
possibile che questa armonia si completa e convive con il tremore della terra?
Trattasi di eccellente esempio di compositio verborum, id est l’armonia formale è espressione di una armonia interiore suscitata dalla sublime bellezza delle località abruzzesi visitate ed interiorizzate.
Toccante! Bravissimo l’autore!
Immagini e parole che trasformano una realtà in un sogno e viceversa. Credo che quando ciò accade si è raggiunto lo scopo. Complimenti.
pura poesia
La natura dipinge i suoi quadri, l’uomo le interpreta con le vibrazioni del cuore. Grazie.
Davvero molto emozionante! Complimenti
“La fatica di salire diventa desiderio di scoprire”…questa frase riassume l’amore per la montagna, bravissima!
chi scrive così è capace di disegnare con le parole i colori dell’anima
Bellissimo. Mi ha fatto venire voglia di partire subito :)
Meraviglia.Silenzio.Immensità,Profondità.Solitidine: Emozioni che solo una penna che scrive con gli occhi del cuore è capace di trasmettere. Grazie!!
Tra poesia e natura: un contagio meraviglioso ed inebriante.
Bellissimo filmato, emozionante, meraviglioso. Viene voglia di immergersi in quei posti incantevoli. Complimenti all’autore.
Un canto delle montagne che mi porta in un tempo senza tempo. Il tuo è un viaggio dell’anima che ci porta ad una pienezza e ad una felicità che ci fa sentire figli di questa Terra. Grazie!
bellissimo lavoro, come sempre!
commovente… quanta bellezza attorno a noi e non ce ne rendiamo conto! questo video mi fa venire voglia di mettere le scarpe e andarci subito :-)
complimenti!
non sapevo che eri anche una poetesssa. complimenti per le immagini e i testi. spero che le nostre montagne ti portino tanta fortuna. un abbraccio gabriella
Straordinaria la sensazione di essere presi per mano e guidati nel profondo di questi arditi silenzi, per restarvi immersi e, finalmente, sereni. Come succede nei sogni, ancora giovani.
Ancora grazie per l’arricchimento culturale che ci proponi. I tuoi lavori riempiono sempre più il canale della conoscenza. Un caro saluto da Mauro
Ottimo il testo, eccezionale la lettura, fantastiche le immagini che ti trascinano nella natura ancora incontaminata.
Bravissima Anna Maria, come sempre la tua poesia riesce ad emozionare….
Francesco
Ottime descrizioni con uno stile decisamente poetico.
INTERESSANTE, BELLISSIMO E RICORDI MERAVIGLIOSI DELLA TERRA CHO LASCIATO SESSANTA ANNI FA. MERITA UN 10
SPERO DI AVERE IL PERMESSO DI PUBBLICARE L’ARTICOLO SULLA “NOSTRA NEWSLETTER”.
Fantastico lavoro :)
come sempre la tua straordinaria capacità descrittiva e poetica allo stesso tempo, rendono e caratterizzano i luoghi come dei quadri delineati che si colorano con la pitturadel tocco dell’anima di chi li scrive!
Brava!
Bellissimo!
Molto bello e avvincente….un tocco di poesia sublime
Parole in grado di evocare scenari suggestivi e di suscitare grandi emozioni!
Anche questo post “lascia il segno, lo lascia dentro” …