9 ottobre 1963,  avevo tre anni e qualche mese. Troppo piccolo per ricordare bene gli avvenimenti, ma probabilmente non così piccolo per non rimanere colpito da una tragedia come quella del Vajont.

Mia madre mi raccontava spesso di come quel Natale, perciò solo pochi mesi dopo la tragedia, avendomi lasciato da solo davanti ad un presepe dove scorreva dell’acqua, avessi messo a soqquadro tutti i pastori e le casette dicendo: “pu’… tutti quanti… come Vaiont”.
E’ un’immagine della mia infanzia che, secondo me, identifica bene quanto una notizia come questa possa impressionare anche un bambino. E’ stato come ricevere l’imprinting di un dramma, infatti questo avvenimento è sempre rimasto dentro di me. E’ uno di quei momenti in cui tutti ricordiamo cosa stavamo facendo in quel preciso istante: l’11 settembre, oppure il 2 agosto (strage di Bologna), o il 12 dicembre (piazza Fontana), ecc. Sono tragedie che ci toccano tutti e ci accomunano nel ricordo. Dobbiamo impegnarci a tenere vivi i ricordi, per non dimenticare, per il rispetto delle vittime, per insegnare ai  più giovani quanto l’interesse, l’ambizione, il cinismo e la follia dell’uomo può far male.
Ho letto molti libri, ho visto documentari, film e testimonianze sul Vajont. Questo è il mio personale piccolo ricordo, un sassolino.
Lo scorso anno, l’8 ottobre, sono andato a Belluno per le premiazioni del Blogger Contest di altitudini e ho colto l’occasione per salire nuovamente alla diga e per camminare tra le case di Erto e Casso, dove si preparava la commemorazione dei 50 anni della tragedia. Ho girato alcune immagini che ho poi montato in un breve video. C’è voluto un anno per trovare il coraggio di farlo… quelle bandierine con i nomi di 480 bambini sono una catena di emozioni.
Ho intitolato il video VENTIDUEeTRENTANOVE, l’ora dell’inizio della frana e di tanti altri tragici eventi.

Giovanni Pivetti autore del post

Giovanni Pivetti | Passione per la Montagna da parecchi anni in tutti i suoi aspetti, dalle camminate, all'arrampicata al ghiaccio e non ultimo al godersi il paesaggio. Impegno attivo nella sezione CAI come consigliere. Mi piace fare e montare video che parlino di montagna e che, spero, possano trasmettere anche ad altri le mie stesse emozioni. Abito a Misinto (MB).

1 commento/i dai lettori

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  1. silvi il9 ottobre 2014

    Vorrei dire: bello! Ma “bello” non si può dire di parole che ricordano una cosa così devastante. Il tuo racconto asciutto, senza sentimentalismi scatena i sentimenti buoni racchiusi nel cuore di ognuno di noi e aiuta a perpetuare la memoria. E sulle bandierine sì….. una lacrima non controllata è sfuggita e caduta sulla tastiera. Ci voleva questo ricordo in questa sera in cui siamo tutti invitati ad accendere una candela sui davanzale della finestra per creare un “fiume di luce”!

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