LB_piccola civetta_18Nel racconto di Loris De Barba, la prima ripetizione della discesa con gli sci del versante nord-ovest della Piccola Civetta, compiuta per la prima volta da Sergio Soppelsa e Angelo Ongaro nel 2014. I due forti alpinisti, in due giorni (13 e 14 marzo) concatenarono ben 4 cime (Civetta, Piccola Civetta, Cima De Gasperi e la Cima della Busazza), ritornando a Pecol di Zoldo dopo un grandioso e impegnativo percorso ad anello nel cuore del Civetta.

La montagna è sempre nella mia mente e la vedo con l’abito che mi piace di più, quello bianco con la neve. Intendiamoci, della montagna mi piace tutto: alpinismo, escursionismo, ghiaccio. Ma quello che prediligo è l’ambiente invernale, meglio in luoghi poco conosciuti e selvaggi.
Ecco dunque a programmare un nuovo percorso di scialpinismo che potrà darmi soddisfazioni e lasciarmi un bel ricordo: la traversata della Piccola Civetta, una cima poco frequentata anche durante l’estate in un luogo severo.

Con due amici, forti scialpinisti e amanti come me delle zone isolate, programmiamo questa salita. La partenza in ora antelucana è obbligatoria e così nelle prime ore avanziamo al buio, accompagnati dalla luce delle frontali. Il cielo è ancora punteggiato di stelle ma qualche cosa sta per cambiare. Man mano che prendiamo quota il chiarore intorno a noi si diffonde. Da dietro le oscure quinte di monti che chiudono ad est la Val di Zoldo salgono tinte rosate che accendono il cielo. Ai primi raggi del sole i pendii nevosi e le rocce si colorano all’improvviso di un intenso colore dorato. E’ uno spettacolo che ho visto centinaia di volte e, sempre diverso, mi sorprende e affascina come fosse la prima volta.
Un primo traverso esposto ci impegna per un breve tratto, poi la salita prosegue senza particolari difficoltà. Superiamo il Passo del Tenente, la ripida pala di neve ancora non trasformata, oltrepassiamo il rifugio Torrani e insistiamo in diagonale sul percorso estivo alla Piccola Civetta. Una corda doppia di 15 metri ci deposita con sicurezza sul canale che risaliamo faticosamente, causa la neve un po’ rammollita dal calore del sole. Fatichiamo non poco sul ripido pendio, poi improvvisamente il cielo si apre e raggiungiamo la vetta (3207 m).

La vista è superba, lo sguardo abbraccia le più famose e belle cime delle Dolomiti. Nella solitudine più completa ci aspetta ora la lunga e sinuosa cresta nevosa in direzione della Cima De Toni (3040 m). Tratti affilati ed esposti si alternano a passi più tranquilli e divertenti dove comunque è sempre richiesto un buon equilibrio. Più avanti siamo costretti ad usare la corda per poter scendere da un risalto roccioso ed è qui che combino un bel pasticcio.

Mi calo per ultimo lungo la corda e invece di atterrare con la dovuta cautela, termino la discesa con un baldanzoso salto. L’atterraggio non è dei più dolci. Il piede sinistro urta violentemente con il rampone contro le rocce. Un dolore acuto mi fa cadere subito a terra e per una decina di minuti non riesco a muovermi. Non è certo il luogo migliore per farsi male, la cresta dove ci troviamo è sottile e malsicura e soprattutto lontana dal punto di arrivo. Gli amici accennano all’elicottero ma non ne voglio sapere, presumo sia solo una semplice distorsione. Con qualche incertezza decido di proseguire.
Cammino un po’ traballante e insicuro, e sempre controllato a vista dai mie compagni, procediamo lungo il filo di cresta alla ricerca dell’imbocco del canale che dovrebbe condurci sul Van del Giazzèr. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto finalmente ecco la direzione giusta, un traverso esposto su neve dura ci permette di entrare nel vallone che sprofonda sul catino ghiacciato racchiuso tra le pareti della Cima De Gasperi, Piccola Civetta e Cima De Toni. Alla base delle placconate rocciose emerge un piccolo punto rosso, è il Bivacco Tomè, affascinante nido d’aquila e utilissimo punto di appoggio per gli alpinisti che escono dalle impegnative vie della De Gasperi, Terranova e Su Alto.

I miei amici, inforcati gli sci, con spettacolari e divertenti evoluzioni, in poco tempo sono alla base del canale. Io, a malincuore, sono costretto a scendere lentamente a piedi. La Val dei Cantoni appare come una naturale pista da sci, tutto è ricoperto di un bianco abbagliante che scende verso il basso. Considerate le condizioni della neve, ben sciabile e con un firn eccezionale, decido di scendere con gli sci e faccio bene perché il camminare è molto più doloroso. Con ampi curvoni ci abbassiamo lungo questa gratificante discesa e ammiriamo, alla nostra destra, i Cantoni di Pelsa con la loro struttura quanto mai complessa e articolata, un magnifico labirinto di torri, creste e campanili, mentre sulla sinistra spicca l’imponente parete occidentale di oltre mille metri della Busazza.
Ben presto la valle si addolcisce e si apre fino ad incontrare la strada che sale al rifugio Vazzoler. Non resta che guardarsi indietro e godere ancora una volta la vista di queste formidabili architetture naturali, in un ambiente ancora integro dove ognuno può cercare di vivere la propria avventura.

Le ultime cose che mi vengono in mente di questa intensa giornata sono: la lunga e penosa discesa sullo sterrato per raggiungere la capanna Trieste, dove avevamo lasciato la seconda auto, e le lunghe ore passate al pronto soccorso dove mi dicono che mi sono fratturato il metatarso ed è meglio chiudere con lo sci. Ovviamente per quest’anno!

foto-reportage: “Traversata della Piccola Civetta

1. Partenza notturna da Pecol di Zoldo (ph. Loris De Barba)

1. Partenza notturna da Pecol di Zoldo (ph. Loris De Barba)

2. I colori caldi dell'alba (ph. Loris De Barba)

2. I colori caldi dell’alba (ph. Loris De Barba)

3. Neve perfetta che dà sicurezza, sul traverso iniziale della via normale al Civetta (ph. Loris De Barba)

3. Neve perfetta che dà sicurezza, sul traverso iniziale della via normale al Civetta (ph. Loris De Barba)

4. Sopra il rifugio Torrani in vista della nostra cima (ph. Loris De Barba)

4. Sopra il rifugio Torrani in vista della nostra cima (ph. Loris De Barba)

5. Panorama verso sud (ph. Loris De Barba)

5. Panorama verso sud (ph. Loris De Barba)

6. Alla ricerca di un passaggio per il canale che dà accesso alla cima (ph. Loris De Barba)

6. Alla ricerca di un passaggio per il canale che dia accesso alla cima (ph. Loris De Barba)

7. Poco prima di arrivare sulla Piccola Civetta (ph. Loris De Barba)

7. Poco prima di arrivare sulla Piccola Civetta (ph. Loris De Barba)

8. Tratto ripido a pochi passi dalla cima della Piccola Civetta (ph. Loris De Barba)

8. Tratto ripido a pochi passi dalla cima della Piccola Civetta (ph. Loris De Barba)

9. Rifugio Tissi e il lago di Alleghe (ph. Loris De Barba)

9. Rifugio Tissi e il lago di Alleghe (ph. Loris De Barba)

10. Inizio della lunga cresta verso la Cima De Toni (ph. Loris De Barba)

10. Inizio della lunga cresta verso la Cima De Toni (ph. Loris De Barba)

11. Si procede con facendo attenzione alle cornici di neve (ph. Loris De Barba)

11. Si procede con cautela facendo attenzione alle cornici di neve (ph. Loris De Barba)

12. Prospettiva dall'alto sul canale che scende sul Van del Giazzèr (ph. Loris De Barba)

12. I primi metri verso l’imbocco del canale che scende sul Van del Giazzèr (ph. Loris De Barba)

13. I meravigliosi pendii della Val dei Cantoni (ph. Loris De Barba)

13. I meravigliosi pendii della Val dei Cantoni (ph. Loris De Barba)

14. I meravigliosi pendii della Val dei Cantoni (ph. Loris De Barba)

14. I meravigliosi pendii della Val dei Cantoni (ph. Loris De Barba)

15. La Val dei Cantoni e sullo sfondo la Busazza (ph. Loris De Barba)

15. La Val dei Cantoni e sullo sfondo la Busazza (ph. Loris De Barba)

16. I tre amici (da sx a dx): Davide D'Alpaos, Loris De Barba e Tiziano Da Canal

16. I tre amici protagonisti della grandiosa attraversata (da sx a dx):  Tiziano Da Canal, Loris De Barba e Davide D’Alpaos

http://www.listolade.itIl percorso (lo abbiamo chiamato attraversata della Piccola Civetta), collega il versante zoldano del Civetta con il versante agordino in Val Corpassa e scavalca la lunga bastionata rocciosa che dalla Piccola Civetta unisce la Cima della Busazza. L’attraversata può essere quindi divisa in due parti: la prima con la salita alla vetta della Piccola Civetta, lungo la via normale al Civetta, e la seconda con la discesa di un canale in prossimità dalla Cima De Toni e poi il Van del Giazzèr fino al rifugio Vazzoler. E’ un itinerario lungo e impegnativo, sia nella salita che nella discesa, si svolge in un ambiente isolato ed è riservato a scialpinisti con ottime capacità sciistiche e alpinistiche. E’ da annoverarsi nella ristretta élite dei più grandiosi itinerari scialpinistici delle Dolomiti, sicuramente di enorme soddisfazione, soprattutto a chi ama avventurarsi in ambienti solitari e severi. L’attraversata è stata effettuata il 9 aprile 2015.

Difficoltà: OSA, S4, S5 / Partenza: Pecol di Zoldo Alto (1380 m) / Dislivello: 1850 m / Tempo: salita 5-6 ore; discesa 4 ore (i tempi di percorrenza dipendono molto dalle condizioni della neve e tra l’altro sono estremamente soggettivi) / Attrezzatura: ramponi, piccozza, corda / Periodo: marzo-aprile.

Descrizione: Dal piazzale della cabinovia di Pecol di Zoldo Alto (Belluno) 1380 metri, si sale lungo la pista da sci. Un po’ prima di forcella Grava (1600 m circa) si devia a destra e si risale un pendio misto a mughi. Continuare quindi in diagonale fino alle prime rocce dove passa la via Normale al Civetta. Si segue a grandi linee il percorso estivo della via Normale che va percorso quasi esclusivamente con gli sci in spalla. Gli unici passaggi dove bisogna prestare maggior attenzione sono il traverso attrezzato iniziale e il Passo del Tenente, per il resto la salita, se in buone condizioni, non desta grossi problemi. Dopo uno strappo abbastanza ripido si giunge al rifugio Torrani (3050 m). Senza percorso obbligato si sale il versante dietro il rifugio e dopo una cinquantina di metri di dislivello si devia in diagonale verso sinistra lungo dei pendii che diventano man mano più ripidi. Raggiunto un tratto esposto con rocce affioranti, bisogna calarsi nel canale che divide la Civetta dalla Piccola Civetta. Questo passaggio è consigliabile effettuarlo con una breve corda doppia. Successivamente si sale la ripida parete soprastante puntando alla cresta nord della Piccola Civetta. Giunti sul crinale si supera con una diagonale a sinistra un tratto più ripido, oltre il quale il terreno spiana e improvvisamente si è in vetta. In direzione sud si prosegue sulla stupenda e panoramica cresta che collega la Cima de Toni. Tenersi principalmente sul filo di cresta o sul versante est, prestando molta attenzione alle cornici. Superati alcuni risalti rocciosi, dopo circa 800 metri, si intravede la possibilità di entrare nell’evidente canalone che scende nella conca del Giazzèr. Scesi i primi ripidissimi 50 metri finalmente si possono calzare gli sci e con una sciata impegnativa ma non estrema si percorre il solco centrale o i pendii più aperti di destra. Quasi al termine del canale si devia in direzione del Bivacco Tomè e successivamente si prosegue lungo la Val dei Cantoni, con una sciata divertente e piacevole, fino ad incrociare la strada che porta al rifugio Vazzoler e che conduce in discesa alla Capanna Trieste.

Loris De Barba autore del post

Loris De Barba | abito a Limana Belluno, da più di 35 anni frequento la montagna preferendo le zone poco frequentate e le salite sui 4000 delle Alpi. La passione per l’ambiente invernale e in particolare la pratica dello scialpinismo mi hanno portato a scoprire delle zone poco o per niente frequentate. Alla passione per la montagna ho associato quella della fotografia, senza comprendere però quale delle due sia predominante.

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