Cadore anni '70 (Archivio Fotostorico Feltrino http://fotostorica.feltrino.bl.it)

Cadore anni ’70 (Archivio Fotostorico Feltrino http://fotostorica.feltrino.bl.it)

Arriva #sfalci, di Dolomiti Unesco LabFest. Il festival della montagna per chi vive la montagna. Dal 4 al 7 settembre 2014

Per tante, tantissime persone, la montagna è sinonimo di Dolomiti.
Le sagome inconfondibili delle loro pareti hanno infatti scolpito un paesaggio unico che, dal 26 giugno 2009, è stato dichiarato parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Ma il paesaggio delle Dolomiti è anche il risultato di un lavoro continuo e paziente da parte dell’uomo, attraverso la cura dei prati, dei pascoli e la pratica quotidiana del’agricoltura di montagna.
Un momento fondamentale di questa pratica è lo sfalcio, a cui quest’anno la Fondazione Dolomiti Unesco dedica il festival tematico Dolomiti Unesco LabFest, nato da un’idea dell’associazione Isoipse per raccontare la “montagna reale”, parlando di economia, di urbanistica, di letteratura, di scienze naturali e di antropologia, unendo tante competenze diverse e ascoltando le storie di chi la montagna la vive quotidianamente.
Il festival, in programma dal 4 al 7 settembre 2014 a La Val in Alta Badia, vuole essere un’occasione per coinvolgere tutte le persone che amano le Dolomiti e le sentono come loro casa, invitandole a riflettere sulla storia e sulla geografia di questo affascinante territorio. Un evento che nasce dal basso, ma con lo sguardo rivolto al futuro e con la voglia di comunicare la montagna di oggi  anche attraverso i social media: l’hashtag #sfalci è già su Twitter e Facebook  (qui sotto vedi il video promo) e, per finanziare questa edizione zero, è stata lanciata un’iniziativa di crowdfunding per cui tutti possono fare da subito un’offerta libera.

Marcella Morandini, segretario generale della Fondazione Dolomiti Unesco

Marcella Morandini, segretario generale della Fondazione Dolomiti Unesco

«Lo sfalcio è il tema chiave della montagna, sia per il paesaggio che la caratterizza, sia per la sua stessa geologia» dice Marcella Morandini, segretario generale della Fondazione Dolomiti Unesco. «Se si abbandona questa pratica, diventa necessario fare i conti con una serie di conseguenze che vanno dal dissesto idrogeologico all’estetica del paesaggio: se il bosco avanza, il pascolo sparisce, con importanti ripercussioni, in ultima analisi, su una risorsa chiave per il territorio: il turista, che vedrebbe venir meno le caratteristiche iconografiche di un ambiente fortemente caratterizzato.»

La fondazione Dolomiti Unesco comprende un territorio di cinque province – Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine – che, dal punto di vista dell’agricoltura di montagna, presenta caratteristiche molto diverse. In alcune aree, grazie anche al sostegno dell’ente pubblico, questa pratica tiene ancora, in altre invece è ormai quasi abbandonata, e la perdita del 27% della popolazione in cinque anni non facilita le cose.

«Ma quello che non si sottolinea mai abbastanza» continua Marcella Morandini, «è che l’agricoltura di montagna è anche e soprattutto sinonimo di cura del territorio e svolge un importante servizio alla collettività: in questo senso non bisogna pensare a eventuali aiuti come compensazione di marginalità, ma piuttosto come contributo per un servizio svolto di importanza collettiva. L’agricoltore di montagna, insomma, ha un preciso ruolo sociale ed è importante che a favore di un territorio così peculiare si decidano politiche comuni e coese, che sappiano far emergere la sua specificità e quella delle persone che lo abitano.»
Oggi, complice la crisi, si parla molto di ritorno alla montagna da parte dei giovani. «Ma non bisogna farsi entusiasmare troppo facilmente dai piccoli numeri» conclude Marcella Morandini, «si tratta di storie personali che se non trovano l’appoggio di politiche a sostegno rischiano di fallire.»

E allora arriva Sfalci, anzi, #Sfalci: perché parlare della montagna oggi si può e si deve, senza facili idealismi, senza inutili rimpianti per un mondo idealizzato che di fatto non è mai esistito, ma con la consapevolezza di un patrimonio inestimabile dal quale dipende buona parte del nostro benessere e che merita di essere conosciuto, ascoltato e rispettato. Un’anticipazione di chi sarà presente al Festival? Il collettivo Wu MIng, il registra Fredo Valla e tanti altri ospiti e attività tutte da seguire.

Simonetta Radice autore del post

Simonetta Radice | Giornalista pubblicista, addetta comunicazione. Da sempre amo la montagna e tutto ciò che ha a che fare con essa. La libertà è un poco al di là delle tue paure. Vivo tra Milano e Gignese (VB) e questo è il mio blog http://estateindiana.wordpress.com/

1 commento/i dai lettori

Partecipa alla discussione
  1. Luca Fasolo il30 luglio 2014

    in tutto l’articolo non compare mai la parola “fatica”. Non compare mai la parola “solitudine”. Ma è per questo che la gente lascia la montagna. Non è idealizzando la vita montana che si fa (ri)nascere una economia sostenibile. La vita in montagna è dura, in pianura si sta meglio.

Lascia un commento