Ai lettori propongo un interrogativo curioso: quale sarà il sentiero attrezzato più breve delle Dolomiti, e forse anche delle Alpi?
Secondo me è quello installato dal Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo a Podestagno, per raggiungere comodamente il ripiano dove un tempo si ergeva la torre dell’omonimo castello.
Fino a pochi decenni fa, rari turisti visitavano i ruderi di Podestagno.
Per salire sulla sommità del castello, demolito dalla Magnifica Comunità d’Ampezzo nel 1865 dopo ottocento anni e raso completamente al suolo durante la Grande Guerra, quando l’Esercito Italiano installò lassù un osservatorio per sorvegliare la prima linea, occorreva molta attenzione.
Nel 1990, quando il Parco iniziò la sua attività attuando alcuni lavori di miglioria dei siti intorno all’ingresso sud alla zona protetta, si convenne che, per evitare malaugurati incidenti, era opportuno proteggere il sentiero d’accesso, le gallerie abbandonate e gli ultimi tratti di muro di Podestagno che, a prima vista, paiono proprio quelli originari del castello.
Così, da una dozzina d’anni, per raggiungere il “punto più alto” della rocca di Podestagno si usufruisce di una fune metallica non più lunga di 5-6 metri, ancorata all’antico muro con alcuni spits.
Penso che sia il sentiero attrezzato più breve della valle d’Ampezzo, dove, soprattutto tra gli anni ‘50 e ’60 del secolo scorso, chiodi, scale, scalini e corde sui monti ne furono posati in gran quantità.
Dal ripiano sommitale, cosparso d’erba e detriti e con un paio di stentati alberelli fra i quali si spingono a brucare i camosci, oggi è bello guardarsi intorno.
Dopo anni di frequentazione del luogo, posso dire di avere incontrato lassù ben pochi turisti; il luogo è adatto a chi cerca riposo, silenzio e sole.
Il sentiero attrezzato di Podestagno non sarà mai descritto nelle guide alpinistiche o riportato sulle cartine; ma si sa che esiste, che si può usare, che assicura gli ultimi passi verso un colle roccioso che fu testimone di molti fatti importanti per la storia ampezzana.
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