Narciso Simion, presidente delle guide alpine Aquile di San Martino di Catrozza e Primiero e a dx. Mariano Lott, guida alpina e gestore del rifugio  rifugio Pedrotti alla Rosetta

Narciso Simion, presidente delle guide alpine Aquile di San Martino di Catrozza e Primiero e a dx. Mariano Lott, guida alpina e gestore del rifugio Pedrotti alla Rosetta

Una nuova piattaforma per i rifugi
Appunti a margine del 1° incontro blogger di montagna

Al rifugio Treviso, quando sono entrato per assistere all’incontro, i giochi erano già fatti.
Ad un lungo tavolo centrale erano seduti gli attivisti che si erano iscritti sul blog, armati di taccuini e portatili. A sinistra dell’ingresso c’era un altro tavolo, defilato, vicino al bar, dov’erano sedute alcune Aquile di San Martino, fra le quali il presidente Narciso Simion, e alcuni vecchi/e appassionati/e, di quelle e quelli che hanno vissuto molto, e che sventolano con orgoglio un telefonino antico che “serve soltanto per telefonare”.
Il solco è più che generazionale. Il gioco di rimandi, provocazioni e reazioni fra i due tavoli meriterebbe la penna di un Gianni Mura. Le guide, con convinzione e pazienza, riportavano continuamente la discussione a confrontarsi con la realtà.
Privo di qualsiasi ruolo, se non quello di improvvisato fotografo nominato sul campo, e di informatico in incognito, a me sono rimasti appesi due degli argomenti appena sfiorati durante l’incontro. E dato che scripta manent, li allineo di seguito.

Siti informativi e riviste on-line: discussione ormai matura. I siti web acquistano senso più si allontanano dal modello delle riviste di carta. Come repository di contenuti il web è sprecato. La funzione di distribuzione di informazioni, molto più efficace e interessante, è ormai acquisita. Il web raccoglie ed elabora informazioni e dati. Il punto nodale non è più tanto la forma con la quale vengono prodotti i risultati, ma l’attendibilità dei dati pubblicati. Durante l’incontro, per merito dell’esperienza diretta delle guide, è risaltato con evidenza che un dato puro, o anche risultato di un’elaborazione formalmente corretta, spesso fornisce un’informazione imprecisa. E visto che si parlava di incidenti di montagna, la questione è piuttosto seria. In altri termini, il fatto semplice della disponibilità del dato o dell’informazione non risolve il problema della sua qualità. O della sua interpretazione. Risulta indispensabile e irrinunciabile anche per il web l’attivazione di una serie di filtri che costituiscano per il lettore garanzia di attendibilità dei dati e delle informazioni pubblicate. Questa attendibilità le riviste (di carta) di settore se la sono guadagnata in anni di attività. Non si vede perché nel web le cose dovrebbero funzionare in maniera diversa. Lo studio delle modalità di formazione e di operatività di questi filtri – umani e/o regolamentari – dovrebbe avanzare in parallelo con la costituzione delle basi di dati condivise, auspicate nell’incontro.

L’albero dell’analisi. Nel web il discorso ha perso la camicia di forza della linearità. La possibilità di esporre un ragionamento in tutte le sue ramificazioni, lasciando la libertà al lettore di seguire il ramo che in quel momento gli interessa di più, potendo poi riprendere l’argomentazione da un altro punto, è un potente strumento dialettico. La struttura ad albero, facilmente implementabile in un sito, mi è venuta in mente quando un partecipante ha chiesto alle guide quali erano le nuove figure di frequentatore di montagna che incontrano, e che tipo di servizi si possono attivare per questi nuovi attori. Alcune di queste figure erano viste (comprensibilmente?) da molti fra noi partecipanti all’incontro – non dalle guide – in modo negativo. Ma se la montagna è il regno della libertà, fatto salvo il rispetto per l’ambiente,  perché chiudere la porta a qualcuno solo perché non la vede come noi? O vogliamo una montagna per iniziati? Vogliamo ignorare che in montagna esistono, ad esempio, rifugi che sono alberghi, raggiungibili con le infradito (?!), e rifugi “per alpinisti”? Allora, se quanto sopra è vero e non vogliamo demolire il Locatelli, perché non creare una struttura ad albero dove i rami sono dedicati ognuno a una fra le diverse tipologie di fruitori di montagna, con informazioni appositamente studiate e iniziative mirate a quel tipo di persona? Strumenti messi a disposizione attiva a chi opera nel ramo, quelli che hanno il polso della situazione in tempo reale. Un lettore di un sito del genere potrebbe anche ritrovarsi a saltare da un ramo all’altro e scoprire che le classificazioni rigide possono essere una prigione. E, dall’altra parte, gli operatori potrebbero inventarsi nuove possibilità di andare in montagna e aggiungere un ramo a quella struttura, creando nuove figure di amanti della montagna.

Un’ultima annotazione. A tutti è chiaro che internet ha aperto al mondo anche le più chiuse fra le valli di montagna. L’interconnessione ha portato più vantaggi che svantaggi al mondo della montagna. Il montanaro che vede ogni straniero come un estraneo è ormai uno stereotipo. E l’abitante della valle accanto non è più uno straniero. Sono più le cose che legano che quelle che distinguono. Perché allora non fornire uno strumento comune a settori specifici di queste valli, ai rifugisti per esempio, un sito con aperture di autogestione per condividere in tempo reale informazioni (chi sta arrivando e da dove, meteo, p.e.), iniziative e collegare interessi comuni. Una rete virtuale che crei una tela reale fra i rifugi, oltre e al di sopra delle valli e dei passi. A volo d’aquila, appunto.

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Stefano Carducci autore del post

Stefano Carducci | Appassionato di montagna e informatico di professione. Fa parte del comitato di redazione della rivista "46° Parallelo", dove ha pubblicato diversi articoli. E' traduttore letterario per passione.

4 commento/i dai lettori

Partecipa alla discussione
  1. Mary Lanza il22 luglio 2014

    Hello Narci: Wish I could see you. So long ago this was your dream but now such a wonderful reality. It brings tears to my eyes.

  2. Luigi Bertuzzi il20 giugno 2013

    Un [ottimo] abbozzo di
    *configurazione sociale*
    che vorrei potesse evolvere, al fine di renderne
    *interoperabili*
    gli appartenenti, grazie all’avviamento e alla gestione di un
    *dialogo operativo*.

    Anch’io ero iscritto all’incontro [ http://old.altitudini.it/sample-page/1-incontro-blogger-di-montagna/ ]; per me ci sarebbe voluto un terzo tavolo.

    La realtà che Internet e Web ci stanno facendo vivere è soprattutto quella di chi la vede come meta/destinazione di business/intrattenimento/protesta/ ….

    Per chi volesse vederla come meta/destinazione di processi cognitivi la realtà realizzabile è da creare passo dopo passo [come l’apertura di una via sempre nuova].

    Il Blog [weB Log] non può bastare; servirebbe un Ylog [interoperabilitY Log].

    Cerco di raccogliere commenti anche con un Post su Pagina Sperimentale G+
    [ https://plus.google.com/u/0/110363898125072935054/posts/Uuue4NZjL8z ]

  3. Andrea Pasqualotto il18 giugno 2013

    ottime considerazioni su cui riflettere..mi piace soprattutto la botanica immagine dell’albero delle analisi..deformazione professionale..purché non sia il pretesto per distinguere una voce “nostra” portatrice dei veri (?) valori della montagna, da una voce “altra”, barbara, atta a turbare l’ordine pubblico.
    Lasciamo che siano i singoli rami a crearsi lo spazio vitale nella frondosa chioma delle molteplici frequentazioni, virtuali e reali, della montagna.
    Potremmo renderci conto che le nude rocce sono costellate di luccicanti spit e cavi d’acciaio, che i perenni ghiacciai hanno i giorni contati, che l’alpe è stata conquistata dalle ortiche, o correre il rischio di imparare qualcosa da un tizio in infradito che supera i 2000 metri solo con la funivia e pretende pure lo spriz con l’aperol.

  4. Bruno Barbieri il18 giugno 2013

    Grazie Stefano, ho letto con piacere il tuo articolo!
    Già, i due tavoli separati … io ho visto con molto piacere la partecipazione delle guide. Anzi, credo sia una cosa straordinaria il fatto che si siano riunite per venire ad ascoltare un gruppo di persone che mette punti di vista ed esperienze sul web. Il Web è di tutti ed alla portata di tutti, ma se non sei visibile, la tua voce si perde tra quelli che “urlano” più forte. Ad “urlare” è il settore più vacanziero, che non è interessato a far sentire la “nostra” voce – che vorremo far conoscere i valori della montagna – appunto perchè governato da logiche, seppure importanti, meramente commerciali.
    Se cioè non ci organizziamo, non diamo l’opportunità di far sentire anche la nostra voce. Non per ultimo, vorrei aggiungere la “preghiera” delle associazioni di prendersi cura anche nel web delle piccole voci. Un applauso per esempio all’Associazione Rifugi del Trentino, che cura molto bene la comunicazione sul web.

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