canale Moriggia-Acitelli_01

A maggio, quest’anno, sul Gran Sasso c’è ancora parecchia neve. Il clima primaverile ha ormai reso sicuri anche i canali più ripidi che solcano a meridione la vetta occidentale del Corno Grande. Tre amici decidono che è il momento buono per tentare di salire con picozza e ramponi uno dei tre canali che portano in vetta: il Moriggia-Acitelli.

Oggi mi trovo sul Gran Sasso, il massiccio più alto degli Appennini continentali. Destinazione Corno Grande, vetta occidentale dal canale Moriggia-Acitelli, discesa dalla via direttissima.
È una giornata stupenda senza neanche una nuvola, il meteo promette bene e alle 8:00 spaccate siamo già pronti per prendere la funivia che ci porterà fino all’albergo di Campo Imperatore. A farmi compagnia in questa nuova avventura i miei due amici, Adorjan e Gianni. La funivia scorre veloce e tra un paletto rosso e l’altro mi godo il dolce dondolio. La cabina è piena di alpinisti e sciatori che si preparano ad affrontare la loro grande giornata di libertà.
Dopo circa 10 minuti arriviamo alla stazione di monte, 2130 m. Di fronte a noi un panorama mozzafiato composto da lunghe distese innevate e cime appuntite. Noi iniziamo a salire in direzione del rifugio Duca degli Abruzzi (2388 m), il caldo inizia a farsi sentire, dietro e d’avanti a noi si è creata una fila di alpinisti muniti di attrezzatura.

Arrivati al bivacco, si apre ai nostri occhi un nuovo scenario: picchi che toccano il cielo, scarichi di neve a valle e neve tanta neve, inusuale visto il periodo. Ci infiliamo le ghette, ramponi, casco e via, piccozze alla mano, procediamo. Camminiamo salendo la morbida cresta del Portella, alla nostra sinistra scialpinisti scorrazzano verso campo pericoli, la cresta è molto affilata e Gianni inizia a sentire la stanchezza. In effetti, a causa della scarsa portata della neve, il piede affonda e si procede a fatica. Continuando il nostro avvicinamento iniziamo ad avvistare il Sassone (2600 m), la roccia più grande dell’appennino è lì, imponente e dura, d’avanti a noi.
Adorjan si dice preoccupato per il ritmo lento di Gianni che ormai accusa sempre di più le pessime condizioni della neve. Arrivati alla sella del corno Gianni si arrende, dice che ci aspetterà sotto. Nel corso degli anni ho imparato a percepire le rinunce in montagna come una grande prova di responsabilità, quando si è stanchi o non ci si sente pronti è sempre meglio rinunciare.
Noi procediamo portandoci sulla destra del Sassone, pronti ad affrontare un piccolo traverso con poca neve, vado avanti io, la superficie della montagna al tatto è fredda e appuntita, i ramponi grattano la roccia, l’aria è sottile e non nascondo di provare un leggero brivido. Dietro di me Adorjan che mi avverte di stare attento e di procedere con cautela, dietro di lui fanno capolino un gruppo composto da tre alpinisti.
«Dove salite?», chiede Adorjan. «Canale Moriggia», rispondono. «Ma da dove si passa?», chiede ancora Adorjan.

Cercando a vista il passaggio migliore ci uniamo al gruppo e procediamo nel traverso, il più esperto passa avanti e ci guida fino all’imbocco del canale. Eccolo, un mega salitone 45-50 gradi di adrenalina, la condizione della neve è leggermente migliore di quella incontrata fino adesso. Risaliamo il canale cercando zone in cui la neve abbia già scaricato. Procediamo in fila indiana, il veterano del gruppo si dà il cambio con Adorjan, io resto dietro a tutti e mi diletto in scatti mozzafiato.
Ad un tratto un fruscio e pallottole di neve arrivano dall’alto, alzo lo sguardo, uno scialpinista sta scendendo il canale, tra una palla e l’altra gli urliamo di stare attento e lui frena facendo una sosta al bordo del canale. Continuo a salire i gradini creati dai miei compagni, ogni tanto mi volto a guardare il panorama e scorgo dietro di noi un altro gruppo di alpinisti legati che sale seguendo le nostre tracce, che caldo! La stanchezza inizia a farsi sentire ma sono molto motivato e ho tanta di quella adrenalina in corpo da alimentare un treno!
Il canale inizia ad aprirsi, la cima è vicina, saliti altri 50 metri arriviamo in vetta, wow che emozione! La vetta è piccola ci sono gruppi di alpinisti e scialpinisti appollaiati tutti sulla cresta pronti per la loro dose di divertimento. Io e Adorjan, sostiamo sulla destra vicino alla croce. Adorjan sorride ed ha lo sguardo pieno di soddisfazione. Ce l’abbiamo fatta e ora godiamoci questo spettacolo. Sopra di noi solo il cielo e qualche nuvola che nel frattempo si è alzata, vento assente, respiro a pieni polmoni quell’aria pura, sotto di noi gruppi di persone che salgono in cordata dalla direttissima, un marito che urla alla moglie “Dai Susà che sei arrivata”. Mi piace questo posto, mi godo l’attimo, mangiamo qualcosa al volo e decidiamo di tornare.

Per la discesa passeremo dalla direttissima, le gambe si fanno sentire, la discesa è abbastanza rapida e a metà canale mi sparo una bella discesa con frenata di emergenza, risparmiandomi un po’ di metri. Il sole continua a picchiare forte e la neve è sempre più papposa, decidiamo di toglierci i ramponi. Passo dopo passo ripercorriamo la strada fatta all’andata. Lungo la via incontriamo un alpinista che, esattamente come il nostro amico Gianni, ha deciso di rinunciare a causa delle pessime condizioni del manto nevoso.
Cresta del Portella, rifugio Duca degli Abruzzi e si riscende in direzione dell’albergo di Campo Imperatore. È finita, incontriamo Gianni e insieme andiamo a riprendere la funivia delle 16:30.
Si torna a casa, stanchi ma soddisfatti di aver vissuto quei momenti pieni di vita. Alla prossima avventura, buona montagna a tutti!

Danilo Giagnoli autore del post

Danilo Giagnoli | Sono un creativo in costante ricerca di nuove avventure, escursioni e luoghi da visitare. Sono nato a Rieti, una piccola cittadina ai piedi del Monte Terminillo. Fin da piccolo ho coltivato dentro di me la voglia di esplorare luoghi fuori dal comune e lontani dallo stress della vita moderna. Potete seguire le mie avventure su www.dangiawild.com

2 commento/i dai lettori

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  1. Francesco Laurenzi il16 maggio 2014

    Danilo sei eccezionale…un gran bel racconto. Il Gran Sasso lascia sempre senza fiato; il Moriggia-Acitelli poi é adrenalinico…complimenti per tutto. Un grande futuro d’alpinista hai davanti ne sono certo.

  2. francesco il16 maggio 2014

    Quando una persona nasce per la montagna ma non ne è a conoscenza….così è DANILO GIAGNOLI…in un batter di ciglia sta tagliano tutti i traguardi per una persona entrata da poco nel mondo della montagna…realizza ascese per le quali molte persone hanno bisogno di anni per avvicinarsi sia fisicamente che psicologicamente…ha un grande futuro davanti a se…:)

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