di Marco Bacchin ≈

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Non è stato il viaggio che avevo in mente, non lo è stato quasi mai, ma se l’idea così come fu partorita è stata sconfitta, questi mesi di viaggio non sono stati infruttuosi. Avevo promesso ad altidudini che avrei scritto non appena mi fossi imbattuto in panorami montani, in vette nevose, in falesie a picco sul rabbioso mare del nord.

Per tutti questi migliaia di chilometri percorsi non ho però valicato che lievi pendii, piccole colline, mai oltre i 700 metri, altezze che al lettore di questo sito non possono che far sorridere.
Vi fu invero una vetta che per il ciclista vale più di toste salite: il vento per miglia sempre contrario; se in una salita al 10% l’incedere del pesante ronzino s’aggira sui 10 km/h, vi furono tratti, e non furono pochi, in cui a 5 km/h e non più si procedeva tanto era tosto.
Non appena lasciata la ventosissima Danimarca, si scorgono dal mare, in lontananza, in Norvegia, i primi rilievi.

Da Stavanger il saliscendi continuo si snoda tra fiordi e piccoli monti che ad ogni voltare lasciano intravedere i rocciosi picchi innevati, illuminati per tutto il giorno dal sole che mai dispare ma solo si muta in colore.
Bergen stessa è incoronata da pendii boschivi, non alti sebbene la latitudine farebbe pensare che la stessa città, dal centro pittoresco, ma più moderna e viva di quando le cartoline lascino intravedere, sebbene affacciata sul mare, sia situata a 1500 metri d’altitudine e di tale inganno s’innalzano alla percezione i monti che la circondano.

I picchi più alti cui mi sono imbattuto in Norvegia sono stati invero i prezzi, ed ogni cosa in questa nazione pare costare due o anche tre volte quello che si è abituati a pagare altrove.
Le numerosissime spese impreviste, da vari accidenti causate, e l’essere divenuto questo viaggio, dalla Scandinavia, copia imperfetta di una metà già conquistata, mi portano a sospendere il proseguire nella vitale, ed ahimè in questo periodo troppo turistica, Bergen.

Sarò a salutare gli amici, i familiari e coloro che ad ogni modo mi son stati accanto, pur nel sovente incespicare di questa avventura, per poco più di una settimana, poi ritornerò a Parigi, ove tra altri impegni, vi sarà quello di ammendare l’idea e ridefinire il progetto lì dove ho visto essere cedevole.

Per ora, con questa pausa, non mi resta che ringraziare tutti coloro che per e-mail, attraverso questo ed altri siti si sono un poco affezionati all’avventura e spero che con maggior fortuna ed una maggior esattezza nell’organizzazione mi sarete accanto anche nelle prossime.

A presto, Marco

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