LA MONTAGNA SCOMPARVE, SENZA ALCUN PREAVVISO, durante un temporale estivo.
Nessuno se ne accorse nemmeno il mattino seguente perché frange di nuvole indugiarono ancora sulla fronte dei monti. Poi l’umidità sublimò nell’atmosfera e risultò evidentissimo che il Crep Nudo non c’era più. Intendiamoci: il basamento era ancora al suo posto; mancava l’ardito bastione terminale simile a una piramide che da sempre caratterizza il panorama dal lago di Barcis. Ora la cresta tra il Venal e le Rocce Bianche era continua e pressoché piatta.

LA GENTE DI BARCIS SI RIVERSÒ, NEL POMERIGGIO, sulle rive del lago a guardare quella stranezza, mai accaduta a memoria d’uomo. Si fermò anche la corriera di linea; autista e pendolari rimasero a guardare stupiti per una buona mezz’ora. Chi percorreva la statale si accorse di tutta la gente in riva al lago e in breve si riempirono i parcheggi, il traffico rallentò e si formarono delle code.
Arrivarono i giornalisti con le telecamere e prima di sera sorvolò la montagna l’elicottero della Protezione Civile con a bordo il Comandante della Forestale.
Già nei telegiornali della sera si seppe che la scomparsa non era dovuta ad un crollo, come in prima battuta si era detto, ma il Crep Nudo era proprio scomparso, sparito, volatilizzato!
Si fecero numerose e fantasiose ipotesi sul caso; ne parlò tutto il mondo; non se ne venne a capo, restò un mistero.

PERSONALMENTE RIMASI MOLTO COLPITO dal fatto, perché quella era una montagna che avrei voluto salire lungo le pareti dal lato di Barcis; in vetta, dall’Alpago, ci ero già stato.
Non avrei fatto la Bassi-Qualizza e nemmeno le vie difficili di Agnolin; non era cosa per me neppure la Faggian e Toso, però un pensierino sulla Boz-Danelon lo avevo fatto. Mi trovai a pensare che ora, senza la cuspide, la montagna era più facile, senz’altro più corta; poi ero roso dalla curiosità di sapere come si era evoluta la cima, che ricordavo a ripidi lastroni affondanti i piedi nei prati di Casone Crocetta.

COSÌ UN MATTINO MI RECAI SULLE BALZE ERBOSE sotto le pareti, che mi erano negate alla vista da un lembo fumoso di nebbia salita dal fondovalle, indugiante ancora un poco, appesa alla montagna. Affrontai la roccia nel grigiore umido e lattiginoso di quelle nuvole fin che le oltrepassai e uscii al sole. Sopra di me si ergeva ancora la parete, mentre secondo i calcoli avrei dovuto essere già fuori. Più guardavo le fughe verso l’alto di quegli spigoli, più mi convincevo che il Crep Nudo era ancora lì, tutto intero, forse tornato per me in quell’istante dell’ascensione. Non credevo a quello che mi stava capitando! Eppure trovai che la relazione calzava perfettamente: sembrava proprio che la montagna fosse di nuovo intera!

GUADAGNAI VELOCEMENTE LA CRESTA E GETTAI SUBITO uno sguardo verso l’Alpago ricordando l’ambiente che già conoscevo fatto di ripidi lastroni calanti sui prati di Casone Crocetta.
Presso la cima c’era un uomo e quando lo raggiunsi restai stupefatto: era mio fratello Bepino morto nel 1987! Mostrò anch’egli sorpresa: ci chiamammo per nome e ci abbracciammo.
Sentivo la sua barba sulla guancia e le mani battermi la schiena.
– Sono morto – pensai – Questo è il Paradiso!
Batteva forte il mio cuore contro il suo petto e mi sentivo frastornato e non capivo.
Sciolto l’abbraccio, prima che io potessi esprimere le mille domande che mi premevano in gola, Bepino fece un gesto circolare con il braccio e disse:
– Guarda Giorgio che bella giornata!
Volsi d’intorno lo sguardo alle conosciute cime abbagliate di sole, alle valli sinuose incise dal luccichio dei torrenti, al lago di Barcis color meraviglia. Il sole ardeva bruciando l’aria, ma una brezza fresca e leggera mitigava il clima; osservai un ciuffo di stelle alpine tremolanti di goduria sugli steli.
– Sì – dissi – è proprio una giornata magnifica.
Ma Bepino non c’era più.
Guardai tutto intorno.
Improvvisamente mio fratello era sparito, così come scomparve il Crep Nudo durante un temporale estivo.

l Crep Nudo prima e dopo del temporale estivo (ph. Andrea Fiorot, elaborazione grafica di Orsetto)

Il Crep Nudo prima e dopo del temporale estivo (ph. Andrea Fiorot, elaborazione grafica di Orsetto)

Giorgio Madinelli autore del post

Giorgio Madinelli | Esploratore dei greppi. 3° classificato al Blogger Contest.2015.

3 commento/i dai lettori

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  1. isy53 il20 dicembre 2015

    Bellissimo davvero!!!!Montava via via l’emozione mentre continuavo la lettura, e il cuore batteva forte…Complimenti

  2. Silvia il17 dicembre 2015

    Molto bello questo racconto :)

  3. Riccardo il15 dicembre 2015

    Che angoscia. Penso ai recenti crolli che hanno travolto bivacchi e vie famose ma messa così, come in questo racconto, non me l’aspettavo, non ero preparato. Eppure del Crep Nudo non mi era mai interessato molto …. un po’ solo per una gita scialpinistica fatta agli inizi del mio affacciarmi a questa disciplina meravigliosa.
    Però leggendo queste righe, non so perché, ho provato un tuffo al cuore, come se il Crep Nudo avesse reclamato per la troppo poca attenzione che gli ho riservato e …. adesso fosse troppo tardi, come quando si rimpiange di non aver dedicato abbastanza tempo ad un amico, ormai scomparso per decisione del destino.
    Che scherzo che mi hai fatto Giorgio.

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