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Un viaggio fantastico dal Monte Rosa al Monte Ross, nel remoto e misterioso arcipelago di Kerguélen, tra bufere, strane presenze e una domanda senza risposta: il nuovo libro di Alberto Paleari è molto più di un romanzo d’avventura.

Che cosa ci fanno la guida alpina Oreste P. e il suo cliente Guglielmo nello sperduto arcipelago di Kerguélen, tra le acque inquiete dell’Oceano Indiano? Fanno quello che ogni guida alpina con il proprio cliente ci aspettiamo che faccia: salire montagne. In particolare, meta di questa spedizione è la vetta del monte Ross, soli 1849 metri di altezza strenuamente difesi da bufere incessanti e venti polari.
Kerguélen – una terra su cui nemmeno il suo scopritore, il nobile Yves Joseph de Kerguelen-Trémarecvolle o riuscì a posare piede – non è però soltanto una landa gelida e desolata. Strane presenze e inquietanti fenomeni si premureranno di tenere compagnia agli unici due umani che la popolano.
Non vogliamo svelare troppi dettagli per non togliere al lettore il gusto della scoperta, ma di sicuro sono queste le atmosfere di Kerguélen il mistero della montagna in mezzo al mare, il nuovo testo di Alberto Paleari, scrittore e guida alpina del Monte Rosa.
Il libro, che inaugura la serie “le Parusciole” di Monterosa Edizioni, è in realtà la riscrittura di un romanzo edito nel 1989 e devo dire che si tratta di una lettura davvero deliziosa. Il nome della collana fa riferimento al termine dialettale che in Ossola viene usato per indicare la cinciallegra e vuole alludere qui a una cosa piccola e graziosa, un libro che può essere compagno di una gita, da leggere in un pomeriggio al rifugio.
Lo stile aggraziato e la sottile ironia di Alberto Paleari non ci trasportano soltanto nelle terre fredde e solitarie dell’emisfero australe: la sua penna felice ci aiuta infatti a riflettere sul senso del nostro viaggiare, ci dà consigli su come riconoscere un crepaccio camminando su un ghiacciaio, ci pone domande sulla scrittura e sul rapporto realtà-finzione senza farci mancare qualche sano pensiero sull’animo umano nel momento in cui si trova a misurarsi con le condizioni estreme di tanti luoghi.
La postfazione chiarisce infine la storia e il senso della riscrittura del romanzo, spiega alcune decisioni narrative dell’autore e toglie ogni dubbio sull’eventuale carattere autobiografico della vicenda – “Sono la guida alpina più casalinga del mondo”.
Ogni buon libro lascia con almeno una buona domanda e Kerguélen non fa eccezione. Con grande rammarico di tutti i lettori che, come me, adorano lo sport invernale per eccellenza, dopo aver viaggiato dall’isola della Desolazione alla Val Formazza in un excursus una questione rimane aperta: qual è il vero motivo per cui gli sci girano?
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In alto, la copertina del volume e l’autore (ph. Roberto Serafin)

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Simonetta Radice autore del post

Simonetta Radice | Giornalista pubblicista, addetta comunicazione. Da sempre amo la montagna e tutto ciò che ha a che fare con essa. La libertà è un poco al di là delle tue paure. Vivo tra Milano e Gignese (VB) e questo è il mio blog http://estateindiana.wordpress.com/

1 commento/i dai lettori

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  1. Enrico M. il19 marzo 2014

    Letto nel 1989, quando uscì per la Vivalda Editori, bellissimo, Paleari ha un modo di scrivere molto simpatico, è bravo. Sognai un viaggio alle Kerguelen per mesi (o anni)…non rimane che rileggerlo…

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