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Report di  Sara Taiocchi, vincitrice del premio speciale IMS al Blogger Contest.2016 con Jean Pierre Perrier e Tatiana Bertera. Nella veste di “inviata speciale” Sara aveva il compito di raccontare ai lettori di altitudini l’edizione 2016 dell’International Mountain Summit (IMS) che si è svolta a Bressanone dal 14 al 16 ottobre 2016. 


Dalmine, area di servizio Brembo
Una sottile pioviggine rende ancora più grigio il luogo di ritrovo prefissato per incontrare gli altri inviati di altitudini.it. Autostrada A4 Milano-Venezia, Dalmine, area di servizio Brembo. “Siamo al bar”, la notifica di What’s up mi guida all’interno dell’area di servizio, dove riconosco subito gli altri per le giacche e gli zaini sportivi con cui si accompagnano. Un leggero imbarazzo iniziale, che subito scompare in favore di sorrisi e chiacchiere disinvolte. Del resto condividiamo tutti lo stesso linguaggio fatto di parole e sassi, impressioni e nuvole.
Inizia così questo lungo weekend che ci vedrà inviati a Bressanone per partecipare a IMS – International Mountain Summit, un incontro dedicato alla montagna e alle persone che, come noi, amano e si dedicano a essa. Il programma è ricco e attraverso la nostra chat di gruppo, insieme abbiamo deciso a quali eventi partecipare. In auto chiacchieriamo, cominciamo a conoscerci parlando di come potrà essere incontrare Reinhold Messner, di quello che potremmo chiedere a Ueli Steck e delle nostre montagne, descrivendole agli altri con lo stesso entusiasmo dei primi salitori.
Quando arriviamo, è sera a Bressanone. La Plose è avvolta nel buio e dal finestrino dell’auto guardo verso l’alto per scrutare e riconoscere il profilo della montagna che scopriremo domenica, all’ultima uscita organizzata dal gruppo della UIAA – Union Internationale des asspciations d’alpinisme. Domattina incontreremo Messner e sarebbero mille le domande che vorrei porre a quest’uomo, ma so che, probabilmente, mi risponderebbe di leggere i suoi libri. Quindi, apro il mio libro e comincio a leggere prima di addormentarmi.

Messner e un sacchetto di caldarroste
Il paesaggio che passa veloce dietro al finestrino dell’autobus che ci porta a Firmiano alterna boschi e nuvole basse, rigati dalla stessa pioggia lombarda del giorno precedente. Fra le nebbie di questo mattino umido, si staglia il castello di Firmian, imponente e austero, un po’ come il suo mecenate, che ci accoglie in una grande sala, precisando i suoi intenti rispetto al senso della sua rete museale. Mentre Reinhold parla, mi perdo nei solchi del viso di quest’uomo e ripenso a ciò che fatto, guardo le sue mani e ne resto come incantata, immaginando le innumerevoli rocce tastate, scelte e superate. Parla di se stesso come un vecchio, ma in lui vedo solo grinta, determinazione e fervida immaginazione.
“Ho raccolto nei miei musei la cultura della montagna, per creare conoscenza”. Mentre m’incammino nel cortile interno del castello, penso a queste parole e scruto ogni angolo, consapevole che non ci sarà tempo per gustare ogni cosa. Il Messner Mountain Museaum di Firmian non è un museo tradizionale. Ci si passeggia guardandosi in giro, come si farebbe in montagna, perché sotto un gradino possono nascondersi le parole di un filosofo, in una nicchia del muro, potrebbe trovare spazio una reliquia di un lontano paese del Sud-Est asiatico. Si cammina e si cresce, si acquista una consapevolezza nuova, si conosce e si impara.
Cammino da sola, in un rispettoso silenzio. Ogni tanto, incontrando un oggetto, sorrido con gli occhi, comprendendo che anche Reinhold parla la nostra stessa lingua. Questo luogo è davvero pieno di energia positiva. Prima di andarcene, ci viene consegnato un sacchetto di castagne con il sorriso di una signora bionda. Sono ancora tiepide. Le hanno cotte sul fuoco, nel mezzo del cortile del castello. Contraccambio con un sorriso sereno, sinceramente felice. E’ solo un sacchetto di caldarroste, ma trovo così bello che sia stato regalato in un castello-museo, in una fredda giornata d’autunno.

E poi incontro Ueli Steck
Sto ancora pensando a quanto ha detto Messner, mentre riordino le domande che ho preparato per un altro, seppur così diverso, uomo di montagna, quando veniamo avvisati che è pronto per incontrarci. Sembra incredibile, ho appena ascoltato Reinhold e tra poco avrò l’occasione di incontrare Ueli Steck. IMS è anche meet, incontro, come recita lo slogan di quest’anno e credo che questa giornata, così come questa intera esperienza, incarni pienamente questo significato. “L’alpinismo è destinato a compiere passi enormi nel miglioramento della performance”. Ueli è un atleta, lo guardo con stima, mentre mi racconta della sua meticolosa preparazione che precede le sue ascese. Ma è anche un uomo e come tale, mosso da grande passione. La stessa che, probabilmente, l’ha riportato sull’Eiger a riprendersi il suo record di salita. Chiacchieriamo in questa sala rossa, scherziamo sulla corsa e sulle nostre velocità e poi ci salutiamo con una salda stretta di mano.

Ritornare a parlare, come una volta
Avrei potuto chiedere altre mille cose e gli appassionati delle grandi imprese, ne resteranno certamente delusi, ma mi sono accontentata di condividere un momento, il racconto di una passione e della sua crescita, come si fa al rifugio, quando si divide il tavolo con altre persone e si inizia semplicemente a parlare.
I giorni di IMS sono stati scanditi proprio dalle parole. Oltre a chat sullo smartphone, e-mail, social e altri mondi digitali, siamo tornati a parlare come si faceva una volta. Parlato davvero, con le parole, con le nostre voci rotte ogni tanto dall’emozione di rivolgerci a grandi uomini, con i nostri gesti da italiani. Abbiamo ascoltato. Racconti, dibattiti e presentazioni, come durante l’assemblea generale della UIAA, in cui ci siamo sentiti orgogliosi di appartenere al mondo della montagna che accoglie, superando conflitti e differenze. Abbiamo fatto quello che tutti, qui all’International Mountain Summit, amiamo fare: Meet.Mountain.People.Soul.

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Sara Taiocchi autore del post

Sara Taiocchi | Bergamasca, bionda e iperattiva. Parlo le lingue, adoro mangiare e fare sport. Sono curiosa e quando scrivo ascolto sempre tutti i miei sensi, sia che si tratti di fiabe, sia di giornalismo sportivo o recensioni di materiali. Mi piace imparare e mi nutro di libri, persone felici e dolcetti.

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