Orsù, corriamo a Longarone. Una sola strada lunga (lontana) porta a Longa[r]one.
E’ una strada lunga che viene da lontano, con un grande avvenire dietro le spalle; ossia con un grande/lungo futuro che è passato.
Passato remoto, anzi re-moto, perché si è messo di nuovo in movimento.
Dopo aver rimestato nell’ordinario ed insipido minestrone della montagna omologata e del suo scontato narrare, infarcito di sterili mondi alfanumerici e di aridi tecnicismi stucchevoli, Intraisass/Iborderline torna sotto altra forma.
Meglio, si tra[ns]forma: il suo profilo, la sua struttura, la sua con-forma-azione hanno lasciato traccia, attraversando e colpendo occhi e cuore di chi legge e di chi scrive di montagna.
Soprattutto di chi la montagna la pratica la vive la ama.
A distanza di più di un decennio, alcuni pezzi del fu-Intraisass sono attuali come se fossero stati appena concepiti. Da un certo punto di vista è sicuramente gratificante. Da un altro versante andiamo proprio bene…
Ed ecco allora Altitudini.
Sembra la logica e naturale conseguenza di tutto quanto scritto sopra. In un certo senso lo è.
In un certo senso.
Stiamo passando dal pro-cesso al pro-dotto; sinceramente, non sono convinto al cento per cento che il trasferimento mi appartenga del tutto.
Sono sempre guardingo e un po’ sospettoso, quando sento parlare di “prodotto”. Al supermercato delle idee stantie e massimaliste non vado a comprare niente. Ma non perché mi senta o mi piaccia essere uno snob; semplicemente non mi trovo a mio agio, quando faccio fatica a trovare quello che cerco e che mi piace.
Altitudini è un supermercato? Non lo so. Ho visto, sempre per restare nella metafora, scaffali interessanti e riccamente forniti, con articoli ben confezionati e stimolanti. Mi pare un buon inizio.
Certamente – e fortunatamente – siamo lontani anni luce culturali da chi saccheggia il web, appropriandosi di testi e foto altrui e senza portare contributi positivi ed inter-attivi. Quelli sono predatori, predatori pigri ed ignavi come certa cosiddetta cultura alpina (occhio, “alpina” sta anche per “alpinistica”).
Orbene, siamo corsi a Longarone. Carichi di ricordi e di stimoli, a guardare negli occhi i protobloggers del progetto Intraisass, diventati alcuni neobloggers di Altitudini.
Dentro ci abbiamo visto (ci abbiamo voluto vedere?) quello spirito che ci ha accomunato in tanti anni di militanza “peruffesca” – neologismo che mi costerà quasi sicuramente una scomunica letteraria ;-).
…siamo corsi a Longarone. Carichi di ricordi e di stimoli, a guardare negli occhi i protobloggers del progetto Intraisass, diventati alcuni neobloggers di Altitudini.
Nostalgia per il tempo che fu (-Intraisass)?
Sindrome del reduce, afflitto dai (e affliggente con i) suoi ricordi?
Rimpianto di una forte fratellanza che diede vita all’acutamente definito “alpinismo resistente”?
Barro la casella “sì” e poi cancello la ics.
Quando le sintonie sono alte, il tempo tende a fermarsi.
Ho cercato invece di guardare dentro Gabriele che interveniva – forse preso a tradimento – e spiegava il vecchio ed il nuovo; ho apprezzato Silvana, combattiva e stimolante nelle sue personali valutazioni; ho cercato di cogliere quanto ha esposto Emiliano su interventi di carattere sociale.
Apro l’Osservatore Romano e leggo i due motti in prima pagina: “Non praevalebunt” e “Unicuique suum”.
Mi sono detto che i “predatori” non avranno vita facile. Come i magazine elettronicamente patinati e ricolmi di vuoto pneumatico.
Gli uni non prevarranno.
Gli altri avranno quello che si meritano: a ciascuno il suo.
1 commento/i dai lettori
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