Dougal Haston sulla parete Sud-Ovest dell'Everest, 1975

Dougal Haston sulla parete Sud-Ovest dell’Everest, 1975

Il 17 gennaio 1977, investito da una slavina maledettamente puntuale mossa dai fianchi del Pic Riondaz, nei dintorni di Zermatt, scompariva lo scozzese Dougal Haston (Duncan Curdy MacSporran Haston). Neppure trentasettenne, Haston stava per concludere una veloce scialpinistica poco lontano da Leysin, dove dirigeva la scuola di alpinismo internazionale.
Una triste coincidenza ha voluto che, allora, quel ruolo fosse drammaticamente segnato: il precedente direttore (John Harlin) precipitò dalla parete nord dell’Eiger nel 1966, durante un tentativo a quella stessa direttissima che poi porterà il suo nome. Il successivo (Pete Boardman), non fece più ritorno dalla visionaria cresta nord dell’Everest nel 1982. Aldilà di tali meste fatalità, con Dougal Haston scomparve un riferimento dell’alpinismo new wave che aveva caratterizzato la seconda metà degli anni sessanta e spalancato i battenti sul successivo decennio; quello della Grande Svolta.
C’è più di qualche definizione per ricordare Haston alpinista: la più scontata… tra i più importanti dell’epoca moderna; la più “british”…  una delle grandi leggende di Scozia (dal 2002 il suo nome è scolpito nella Scottish Sports Hall of Fame); a quella che usò Sir Chris Bonington (e che più m’intriga)… oggetto di culto del mondo alpinistico.
Appare inutile elencare ciò che l’alpinista di un sobborgo di Edimburgo (Currie) ha compiuto tra Cairngorms e Ben Nevis o tra Triolet, Linceul, Argentière, Eiger, Annapurna ed Everest passando per Changabang e Denali (oltre a un tentativo parecchio spinto sul Cerro Torre, episodio storicamente noto anche per un’altra vicenda). Sono invece più vicine a noi – restituendo pure le dimensioni giovanili – alcune pagine dolomitiche del suo diario, pubblicate nel 1972 e oggi forse dimenticate. È il 1959. Dougal Haston, studente di Filosofia, ha diciannove anni.

All’estero con ingenuo candore … La comitiva era composta da Jimmy Marshall, da suo fratello Ronnie , da Eley e da me. All’ultimo momento si aggiunse John McLean. I progetti erano: autostop fino a Londra, una notte in un jazz club, poi in treno per Bolzano. Ci riuscì tutto a meraviglia, sorprendentemente; e nonostante qualche equivoco coi conducenti di autobus dolomitici, arrivammo a un posto di bivacco ai piedi delle Torri del Vajolet nella zona del Catinaccio senza aver perso niente e nessuno.

Dopo una propedeutica traversata delle tre torri, i ragazzetti sfidano in jeans e maglione la Soldà alla Marmolada. Per via del ghiaccio che riveste gli ultimi tiri non riescono ad uscire sulla cresta di vetta e, bagnati fradici, si scodellano un interminabile ritorno lungo il pilastro…

Una breve spiegazione e una discesa a corde doppie di 450 metri, con pendoli e bruciature sul corpo… una lunga camminata con molte inciampate ci portò al nostro campo in mezzo agli alberi e ad apprezzare le bellezze di un letto di aghi di pino… una simpatica introduzione alle scalate più difficili. L’arroganza era in declino.

Qualche giorno dopo andrà decisamente meglio sulla Comici alla Grande e sulla Cassin della Ovest. Il gruppetto, quindi, si sposta in Civetta, pernottando abusivamente tra le lapidi del cimitero di Alleghe (… un grazioso paesino dove si mangia il miglior gelato del mondo). Qui tentano la Carlesso alla Valgrande ma…

subimmo un doppio scacco: il primo giorno quando sbagliammo montagna e il secondo quando Eley si sentì male all’attacco delle difficoltà.

In due riescono a salire la Solleder (con scenografico temporale in vetta). Ad Alleghe perdono bagagli e passaporti, lasciati incustoditi in cimitero. Naturalmente sono costretti a denunciarne la scomparsa ai Carabinieri agordini, con ovvie incomprensioni lessicali… in realtà li aveva sequestrati il custode del cimitero, e allora ecco il brindisi insieme alle guardie e a due litri di rosso… – Alla salute della Scozia! Prima di tornare oltremanica Dougal e Eley si fanno il diedro della Su Alto. Un bivacco all’attacco e uno in cima (sempre in jeans e maglione). I due rischiano ancora grosso durante l’affrettata e incerta discesa, tra nebbia e pioggia…

ph. D. Scott collection

ph. D. Scott collection

la doppia termina molto rapidamente. Guardo giù. Una vaga macchia sotto: forse dieci metri o più? Chi lo sa? Salto. Urto violento. La secrezione di adrenalina è al massimo. Tutto a posto. – Avanti Eley. È solo un salto di tre metri.
Le nubi si alzano. Qualche placca, poi l’erba verde. – Al diavolo le corde, andiamo.
Verdi pascoli, una lunga vallata, una camminata interminabile, e tutto era finito… Fui preso da una predilezione particolare per le Dolomiti.

Il giovane scozzese tornerà ancora un paio di volte ai Monti Pallidi. Poi concentrerà l’attenzione In high places, negli Alti Luoghi, titolo originale della sua autobiografia tradotta da Luciano Serra (Verso l’alto, Dall’Oglio, 1978; con bellissima introduzione dello stesso Serra), da cui sono ricavate queste poche righe.
Dal 17 gennaio 1977, Dougal Haston riposa nel cimitero di Leysin. Il ponte della ferrovia che passa per Currie e dove arrampicava per allenarsi, oggi si chiama Haston Bridge.
Salute a te, Dougal.

Mirco Gasparetto autore del post

Mirco Gasparetto | Trevigiano, vice-capo redattore di Le Alpi Venete, rassegna in cui pubblica approfondimenti storici sull’alpinismo. E' tra i fondatori di 46º Parallelo - testimonianze di montagna e alpinismo, annuario patrocinato dalla sezione di Treviso del Club Alpino Italiano, di cui oggi è direttore editoriale. Per Nuovi Sentieri Editore ha già pubblicato Montagne di Marca, l’alpinismo dei pionieri a Treviso (2002) e, in collaborazione con Carlo Mazzariol, il rievocativo Rifugio Biella/Egererhütte 1907-2007 (CAI Treviso, 2007). È peraltro autore del recente Pioneers. Alpinisti britannici sulle Dolomiti dell’Ottocento (Nuovi Sentieri, 2012). Appassionato cultore d’alpinismo dolomitico, ha sempre alternato la pratica alla ricerca storica.

1 commento/i dai lettori

Partecipa alla discussione
  1. Massimo Bursi
    Massimo Bursi il19 gennaio 2014

    Mirco, bella testimonianza su Dougal! Very appreciated!

Rispondi a Massimo Bursi Annulla risposta