Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) ph. Bruno Boz

Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) ph. Bruno Boz


fotostory | In una fotografia, fatta salva l’intenzione del fotografo di fissare quel momento, l’immagine ha una ulteriore possibilità significativa. La scrittura, costruita a partire da una fotografia, può andare oltre l’enfasi dell’icona e superare la nota didascalica e raccontare una storia. Ai nostri lettori chiediamo di aggiungere con i loro commenti, ulteriori significati che vedranno nascere dall’immagine.


Mi godo la scena stando quasi immerso in uno dei torrenti più spettacolari ed integri delle Dolomiti Bellunesi.

L’acqua di fronte, l’acqua dietro, l’acqua della pioggia che cade da sopra, le incredibili evoluzioni del merlo acquaiolo; raramente capita di osservare un animale così completamente a suo agio nel suo elemento naturale.
Fra pochi mesi rimarrà in alveo circa un decimo della portata di quell’acqua che oggi riflette i mille colori d’autunno; un deflusso costante, ogni giorno, ad eccezione durante qualche piena significativa. Per il resto calma piatta, per oltre trecento giorni all’anno.

Non una goccia in più del cosiddetto “deflusso minimo vitale” (un nome, una condanna) riuscirà ad oltrepassare l’enorme traversa in costruzione, di cui intravedo già la sagoma a monte. Chissà come il merlo acquaiolo si adatterà a vivere in quel torrente che non sarà più un torrente appunto; e come si adatteranno tutti gli altri organismi forgiati per vivere in un ambiente soggetto a continue e repentine variazioni.

Non potrà neppure spostarsi più a monte o più a valle, perché i nuovi impianti idroelettrici in costruzione sono tre consecutivi. E così nelle valli adiacenti. Più precisamente sono 1723 i chilometri di corsi d’acqua oggi non derivati in Italia (sono i dati ufficiali, 3000 km da stime più realistiche), ma lo saranno nel giro di qualche anno.
Il giusto prezzo da pagare per avere circa il 6% di energia idroelettrica in più rispetto a quella oggi prodotta o un’enorme operazione speculativa costruita sugli incentivi alle rinnovabili?

Io ho già la mia risposta e così posso concentrarmi nuovamente sul momento che sto vivendo e assaporare il gusto di stare sulla riva di uno degli ultimi torrenti selvaggi delle Dolomiti; almeno ancora per un giorno.

www.brunoboz.com / fonte post: http://www.geniusloci.photo

Bruno Boz autore del post

Bruno Boz | Biologo, da sempre impegnato in progetti di ricerca e tutela ambientale (in particolare di ecosistemi fluviali). Nonostante il mio lavoro mi porti a peregrinare su e giù per la penisola, la mia bussola è sempre puntata verso Nord, là dove, risalendo il corso del Piave e superate le zone prealpine, si incontra la più meridionale delle catene dolomitiche, con ambienti ancora intatti, poco accessibili e ricchi di tesori da scoprire, osservare... e fotografare.

1 commento/i dai lettori

Partecipa alla discussione
  1. Susanna il14 ottobre 2015

    Foto splendida e triste, dunque. Certo le condizioni cambieranno con impatto sulla fauna e vegetazione non solo per il flusso discontinuo e ridotto ma anche per le variazioni di temperatura che sembra si verifichino nell’acqua ( vedi http://www.hydroreform.org/abouthydro/impacts-on-rivers).

Lascia un commento