Flash di alpinismo“Flash di alpinismo” è un libro che mi piace definire “democratico”, un valore aggiunto che, credo proprio, lo farà apprezzare ad un ampio pubblico di appassionati.

Si dà il caso che abbia ricevuto in omaggio un libro da un amico, scritto da lui stesso e, a ruota, una telefonata da un altro amico che mi chiedeva di scriverne una recensione per altitudini.it il web magazine al quale entrambi, io e il primo amico, tuttora collaboriamo. Beh, per chiudere questo cerchio, forse sarebbe bastato scrivere tre nomi: Massimo Bursi, Teddy Soppelsa, altitudini.it.

La parte più facile l’ho fatta leggendo il libro, anche perché l’ho scoperto ben presto assai piacevole, proprio perché sono flash, cioè capitoletti da una, due o al più tre pagine. In ognuno c’è un titolo, una citazione che dà lo spunto per una riflessione, con un corsivo finale di due o tre righe, staccate, che sembrano voler essere il succo tratto dall’autore. Lo stile di scrittura non è ricercato, ma discorsivo, a volte scanzonato, altre serio, in base alla riflessione che intende presentare. Attinente ad ogni argomento c’è, infine, una foto “storica” di un personaggio dell’alpinismo, con una breve didascalia esplicativa.
A seguire le 236 pagine, ecco un’appendice formata da un’altra quarantina, “Alpinisti citati”: si tratta di brevi biografie che si leggono volentieri e integrano bene tutti gli spunti usciti dalle pagine che si sono lette in precedenza. A concludere dieci pagine di “glossario”, di certo superflue per chi sa di alpinismo, ma utili a chi leggesse il libro da “inesperto” o da frequentatore della “plastica” delle palestre di arrampicata sportiva.

Se poi una recensione è anche interpretare e valutare un libro, allora non fa per me, piuttosto mi limito a dire le mie impressioni e proporre qualche considerazione. “Flash di alpinismo” è un libro che scorre con leggerezza, pagina dopo pagina e argomento dopo argomento, a volte sorprendendo, altre coinvolgendo, altre meno, ma solo perchè la pensi un po’ diversamente dall’autore, ma capisci anche che lui non vuole emettere giudizi, piuttosto esprimere opinioni che possono essere o meno condivise, oppure suggerire stimoli di approfondimento, di confronto di esperienze, come si potrebbe fare attorno al tavolo di un rifugio tra persone che discutono partendo dalle loro esperienze personali e dal loro vissuto alpinistico. Questo libro è proprio fuori dai canoni del genere alpinistico cui siamo stati abituati, verrebbe da dire “innovativo”, sicuramente si può dire “inconsueto”, nel senso che con lo scritto l’autore si avvicina al lettore piuttosto che marcarne le distanze, perché genera condivisione, immedesimazione. Non a caso nelle due o tre righe in corsivo alla fine della riflessione l’autore si rivolge direttamente al lettore con un’esortazione, un suggerimento o un invito, ma spesso anche con domande dirette, proprio come se lo avesse di fronte o seduto vicino: … e a te cosa importa?dove ti diverti di più?
Massimo Bursi racconta così il suo libro: “… frasi, impressioni ed immagini liberamente prese dai protagonisti dell’alpinismo. Una modalità allegra e scanzonata di rileggere la storia dell’alpinismo soffermandosi su quei protagonisti e quelle vicende minori che più mi hanno interessato, con l’obiettivo di trasmetterli ad un ragazzo scalatore dei nostri giorni, consapevole del fatto che c’è sempre da imparare da chi è vissuto prima di noi”.
E chi, come me, ragazzo non è più, rivive, ricorda, rielabora esperienze personali, forse anche riaccende curiosità e, terminato che avrà di leggere il libro, non lo riporrà in libreria, ma lo terrà sul comodino per il piacere di rileggersi una citazione, una provocazione, un’intuizione, così, in ordine sparso, in base all’umore del suo fine giornata e prima di chiuderla spegnendo la luce.

Emilio e Gabri - cambiamento e conservazioneLa sorpresa più grande è stata di vedermi citato in un capitoletto del libro e, se da un lato mi ha fatto piacere, dall’altro ho avuto la prova diretta del significato di quelle due parole “vicende minori” alle quali Massimo Bursi dichiara di avere prestato attenzione.
In “settimo grado”, prendendo spunto da una mia testimonianza (pubblicata qui su altitudini.it) come alpinista di retroguardia renitente ai venti di cambiamento che soffiavano sull’alpinismo negli anni a cavallo tra i ’70 e l’inizio degli ’80, credo abbia testimoniato che l’alpinismo non appartiene solo ai “protagonisti” che ne hanno fatto e scritto la storia, ma a tutti, anche alle “comparse” che comunque lo hanno vissuto, nel loro piccolo, con grande e autentica passione.
In questo, “Flash di alpinismo” è un libro che mi piace definire “democratico”, un valore aggiunto che, credo proprio, lo farà apprezzare ad un ampio pubblico di appassionati.


Per maggiori informazioni: flashdialpinismo.wordpress.com
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– pagamento con bonifico bancario IBAN: IT79V0301503200000003117164 (conto corrente intestato a Massimo Bursi)
– prezzo: 17€ + 2€ spese di spedizione


Gabriele Villa autore del post

Gabriele Villa | Appassionato di montagna da sempre, è istruttore regionale di alpinismo (IA) dal 1984, ancora in attività, è stato per diciotto anni vicepresidente della sezione CAI di Ferrara e attualmente ne è il Segretario. Blogger del sito intraisass dal 2005, è redattore del sito intraigiarùn che cura assieme ad alcuni amici.

2 commento/i dai lettori

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  1. Massimo Bursi il19 febbraio 2016

    Ringrazio Gabriele e Giorgio (e Teddy per lo spazio!) per le belle parole spese per il libro, la cui evoluzione mi sta travolgendo.
    E’ un’avventura meno pericolosa dello girare per le pareti ma sempre avventura è! http://flashdialpinismo.wordpress.com

  2. Giorgio Madinelli
    Giorgio il18 febbraio 2016

    Una proposta, questa di Bursi, molto spigliata nella forma, un racconto moderno, come quei film che saltano dai flashback del passato al presente, in una narrazione che si comprende solo mano a mano addentrandosi tra le pagine. Più si legge il libro, più si penetra in questo misterioso mondo dell’Alpinismo; che rimane tale anche allo stesso Autore che pur parteggia per qualche manifestazione dell’Alpinismo che lo ha coinvolto o che lo ispira; non elimina i dubbi e non chiarifica nulla al lettore. Piuttosto dà degli spunti di riflessione dai quali ognuno può trarre l’insegnamento che vuole.
    Di questa confusione, o meglio mancanza di precisazione di cosa sia l’Alpinismo ne è un emblema il capitolo dedicato a Ernest Shackleton che nulla ha da spartire con gli Alpinisti, piuttosto trattasi di un uomo d’avventura. Ma è proprio l’Avventura che straripa dalle pagine di questo libro, tratteggiata sì in un capitolo suo, però ben presente sotto altre forme in moltissime pagine. Avventura che non ha mai “segnato” l’Autore e che forse, spero, non giungerà mai ad apostrofargli l’esistenza: però che gusto stuzzicarla!

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