È uscito il 67° numero di “Le Dolomiti Bellunesi”, semestrale delle Sezioni bellunesi del CAI diretto da Silvano Cavallet ed Ernesto Majoni.

Introdotto da un’insolita copertina, sulla quale campeggia una delle opere esposte a Sass Muss di Sospirolo nell’ambito del progetto “Dolomiti Contemporanee”, il fascicolo si apre con un pungente editoriale di Emanuele d’Andrea, sull’urgenza per i piccoli Comuni cadorini di cercare l’unità in campo amministrativo e socio-economico.

Copertina LDB Natale 2011. Ericailcane, Silos a Vignole, 2011. Sullo sfondo, i Monti del Sole. (foto A. Montresor)

Non poteva mancare poi un toccante ricordo, ad opera del Presidente del CAI di San Vito Renato Belli, di Alberto e Aldo, i due soccorritori cadorini travolti da una frana sulla parete N del Pelmo lo scorso 31 agosto. Segue un documentato e stimolante rapporto del sociologo Diego Cason su “Le Dolomiti Bellunesi patrimonio dell’umanità”; Gianluca D’Incà Levis presenta quindi “Dolomiti Contemporanee”, il laboratorio di arti visive in ambiente che rappresenta un’importante scommessa culturale per la nostra Provincia.

Storia e cronaca dell’alpinismo e della speleologia s’intrecciano in “Quel giorno d’estate sull’Antelao” di Marcello Mason, “La rivisitazione del primo ricovero delle Dolomiti” di Giorgio Fontanive, “Alex, un vagabondo nelle Dolomiti” di Teddy Soppelsa, “Una storia nella storia” di Giovanni Di Vecchia, “Angelo Dimai Pizo e il primo tentativo alla Croda Rossa” di Ernesto Majoni, “La traversata” di Enrico D’Alberto.

Riscoperte di itinerari classici e nuove proposte vengono quindi offerte da Gianluca Calamelli in “Cernera, montagna trascurata” e da Giuliano Dal Mas in ”Sul Taburlo, nel gruppo della Croda Rossa”. Due autori conducono poi i lettori in terre lontane: Mario Fait racconta l’esperienza “A due passi dal Tibet”, mentre Alice Prete ricorda “Ararat, una meravigliosa avventura”. Seguono le consuete rubriche “Senza barriere”, sempre ricca di bozzetti, cronache e brevi storie di montagna, e “Notiziario”, che informa i lettori su alcuni eventi della scorsa stagione fra le crode bellunesi.

Sono numerose le nuove ascensioni riferite in questo numero, indice di un‘attività esplorativa sulle pareti dolomitiche bellunesi che pare non esaurirsi. Le 18 Sezioni provinciali del CAI si raccontano nell’ampia rubrica loro dedicata, e il fascicolo si conclude con alcune recensioni di pubblicazioni, di autori bellunesi o dedicate a temi bellunesi. “Le Dolomiti Bellunesi” saluta così il 32° anno di attività, dimostrando di voler tendere a traguardi sempre più ambiziosi.

Info:

  1. Il sito della rivista è raggiungibile all’indirizzo www.ledolomitibellunesi.it
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1 commento/i dai lettori

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  1. Gian Franco Trogu il31 dicembre 2011

    Sono un abbonato a ” Le Dolomiti Bellunesi” e nonostante la mia terra di nascita e nella quale vivo sia meravigliosa (la Sardegna), ogni volta che ricevo a casa la vostra suddetta rivista provo una grande emozione in quanto essendo stato a Belluno (Belùn) per quasi un anno per motivi di lavoro mi sono follemente innamorato delle Dolomiti che la circondano e la sovrastano ed ho conosciuto le genti che vivono in quel territorio che nonostante l’appellativo “montanari” mi hanno dato prova di essere (come noi sardi) abbastanza socievoli con i “foresti” che dimostrano simpatia, onestà, correttezza e rispetto nelle regole e nelle usanze del posto. Ecco perchè ammiro ed apprezzo la rivista e tutte le persone che collaborano alla sua continuazione di vita che mi fà sentire nel mio piccolo sempre presente in quei posti meravigliosi che non manco di rivedere ed anche di continuare a scoprire ogni volta che mi reco in quel di Belluno dove approfitto anche per salutare tanti cari amici come il grande Franco Miotto, Benito Saviane (tristemente scomparso ma del quale conservo grande amicizia ed ammirazione) e tanti altri amici del CAI F. Terribile di Belluno con i quali ho passato delle meravigliose giornate partecipando ad innumerevoli trekking appassionanti in quelle Montagne anche a me tanto care.
    Grande rivista e grandi persone.
    Continuerò ad apprezzare tutto ciò in qualsiasi salsa mi venga presentato e ringraziando oltre che augurando Buon Anno 2012 vi saluto cordialmente tutti quanti come si fà a Belùn: SE VEDO’N e SE SENTO’N.
    Vostro affezionatissimo Gian Franco Trogu

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