Dolomiti_Mongolia_01

Uno scherzo, un sogno, un’idea, un progetto, forse una sfida. Sicuramente un grande desiderio di dare una forma ad una parola assaporata da molti, avventura, adventura, ovvero le cose che accadranno, nonostante tutto, nonostante la preparazione dell’equipaggiamento, lo studio dell’itinerario, la ricerca di tutte le informazioni utili.

Semplicemente, se così si può dire, dalle Dolomiti alla Mongolia, in utilitaria. Una strada sterrata fedele alla linea delle colline, il profilo sfuocato di montagne anonime, sotto le quali poche tende bianche tradiscono una presenza umana discreta. In primo piano due cavalli, noncuranti dell’obiettivo fotografico, proseguono la ricerca vana di un filo d’erba nell’arida steppa asiatica. Il tutto su tonalità brune, e completato da un cielo piatto, grigio, percorso da nuvole cariche. La criniera sollevata del cavallo più piccolo tradisce la presenza del vento. È caldo? È freddo? Non si capisce. Basterebbe questa immagine, che campeggia nella Homepage del sito www.dolomiteam2015.it, a definire il carattere di quella che è, senza tanti giri di parole, un’avventura.

Il progetto “DolomiTeam 2015 – Dalle Dolomiti alla Mongolia” nasce nel 2013 da un’idea di Alessandro Menegaz e Michel Bortoluz, già compagni di viaggio in diverse esperienze di backpacking. Nei primi mesi del 2014 i due ragazzi si sono dedicati alla pianificazione del viaggio e dall’estate si è formato un team di lavoro con altri ragazzi del Feltrino che collaborano alla realizzazione del progetto nei campi della grafica-video, del marketing e della meccanica.
«L’idea principale del progetto» raccontano gli ideatori, «è di intraprendere un viaggio automobilistico da Feltre, la città dove abitiamo (Feltre è in provincia di Belluno, al margine occidentale delle Dolomiti meridionali, ndr) sino a Ulan Bator (capitale della Mongolia), percorrendo 15.000 chilometri e attraversando 15 Stati est europei e asiatici. Il mezzo con il quale percorreremo l’intero viaggio sarà una Hyundai Atos, automobile poco adatta a viaggi intercontinentali e impervi come quelli che affronteremo: infatti attraverseremo deserti, steppe, passi di montagna ad oltre 4000 metri e zone politicamente instabili. La scelta di un’utilitaria è stata dettata dalla volontà di rendere il viaggio un’avventura automobilistica ed esplorativa in maniera completa».
Abbiamo chiesto a Michel Bortoluz, uno dei membri del DolomiTeam2015, di spiegarci qualcosa in più di questo progetto.

Alessandro Menegaz e Michel Bortoluz a dx

Alessandro Menegaz e Michel Bortoluz a dx

La prima domanda è d’obbligo, tanto per fugare ogni dubbio: ma siete proprio decisi a partire?
Certo. Il progetto è in piedi da oramai due anni e l’intero team ci sta dando una mano per far si che il nostro sogno si realizzi. Noi ci crediamo, e voi? Partiamo il prossimo 18 luglio (possibile ritardo di uno o due giorni), secondo i programmi dovremo arrivare a Ulan Bator il 20 agosto e ritorneremo in Italia nel giro di sei giorni.

Non vi chiedo come vi è venuta questa idea (forse emergerebbero situazioni che i vostri genitori non dovrebbero sapere), ma non avete mai pensato di rinunciare?
Di rinunciare mai, perchè abbiamo sempre cercato nuovi stimoli per andare avanti e superare le varie difficoltà che abbiamo trovato durante la preparazione. L’itinerario originario avrebbe previsto un ulteriore paese, l’Iran, che ahinoi per costi essenzialmente burocratici abbiam deciso di saltare.

Chi fa parte del DolomiTeam e con quali ruoli?
Alessandro Menegaz ed io siamo i “piloti” che andremo in Mongolia, mentre gli altri componenti del progetto sono: Leonardo Vanin è il responsabile del videomaking, Marco Boscarin ci dà una mano alla grafica insieme a Giacomo Scarpa, Lorenzo Kleinschmidt invece è addetto alla parte fotografica nella presentazione del progetto, mentre Marco Brondi è il responsabile dell’area marketing. Ringraziamo tutti i vari ragazzi che ci hanno dato idee e consigli; un sentito ringraziamento va a Matteo Consalter che sta lavorando sul veicolo.

Immagino che non abbiate deciso l’itinerario scrivendo Feltre – Ulan Bator su Google map? (per la cronaca io l’ho fatto e ho trovato una strada più corta…). Come avete scelto la strada e quali sono le difficoltà logistiche maggiori che state affrontando?
La strada che abbiamo scelto per giungere in Mongolia ripercorrerà grosso modo l’antica via della seta; siamo consapevoli che il percorso più breve e semplice è quello nella Federazione Russa, ma i paesi scelti, essendo lontani dalle classiche rotte turistiche, ci affascinano di più. Difficoltà logistiche: burocrazia, burocrazia, burocrazia.

Hyundai Atos_01Partirei con voi senza pensarci, però la scelta del mezzo mi lascia perplesso, non è un po’ troppo leggera la Hyundai Atos per le strade che dovete percorrere?
Tutti sono capaci di raggiungere destinazioni impervie con una jeep o con un 4×4. Il mezzo allo stato attuale è inadeguato, ma stiamo facendo gli opportuni miglioramenti per poter affrontare le accidentate strade del Pamir, il deserto del Karakum e le steppe mongole. Oltre alle conoscenze di base che ha già Alessandro, verremo istruiti a dovere dal meccanico che si è preso l’onere di darci le dritte per affrontare ogni evenienza.

Il primo obiettivo del viaggio è l’avventura, e su questo sono sicuro troverete pane per i vostri denti, poi c’è la conoscenza e la divulgazione dei beni UNESCO, a cominciare dalle Dolomiti, a cui dedicate anche il titolo del progetto. Come intendete dare risalto alle Dolomiti UNESCO?
Innanzitutto il nome del progetto ci indentifica con una realtà territoriale e paesaggistica senza eguali; nel visitare i vari paesi e i vari patrimoni UNESCO che troveremo nel cammino verso la Mongolia, cercheremo di dare più risalto possibile alle nostre origini e alle nostre tradizioni.

Altro aspetto del vostro progetto e il fine benefico, anzi, lo ritenete parte essenziale. Cosa farete?
Riguardo alla beneficenza, siamo già in contatto con un ente benefico del territorio, al quale devolveremo i proventi che deriveranno dagli eventi che saranno realizzati al nostro ritorno. Inoltre, in Tajikistan visiteremo i progetti realizzati dell’organizzazione umanitaria “Cesvi”.

Avete preso dei contatti nei paesi che visiterete o vi affidate a quello che vi porterà ogni giornata?
Abbiamo, tramite conoscenze, dei contatti in alcune realtà; in altre lavoreremo per crearne, mentre nelle zone più impervie e sperdute ci affideremo al nostro spirito avventuriero.

Dove possiamo seguire la vostra avventura?
Potete seguirci nel nostro sito www.dolomiteam2015.it durante la preparazione del progetto; una volta partiti terremo un diario di bordo giornaliero con materiale video e fotografico. Un canale di comunicazione fondamentale è la nostra pagina Facebook: Dolomiteam 2015 – Dalle Dolomiti alla Mongolia. Inoltre potete trovarci su Twitter,You Tube e Instagram.

Un’ultima domanda, cosa ne farete della Hyundai Atos una volta arrivati in Mongolia?
La macchina al nostro arrivo sarà donata.

Non mi resta che augurarvi buona fortuna, ci risentiremo al vostro ritorno, credo avrete qualche storia interessante da raccontare.

Andrea Pasqualotto autore del post

Andrea Pasqualotto | Sono guida naturalistica, giornalista e viaggiatore, vivo a Belluno. Dopo gli studi di Scienze Ambientali presso l’Università di Venezia, di Reykjavik e di Roma, mi sono dedicato a progetti di conservazione della biodiversità coltivata e di sviluppo rurale. Attualmente mi occupo di educazione ambientale ed ecoturismo nelle Dolomiti Bellunesi e collaboro con alcuni giornali su tematiche ambientali ed agroalimentari.

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