Riprovo a pesare di nuovo lo zaino. Sono proprio otto chili e 2.

Lo vuoto nuovamente sopra il letto: il sacco a pelo, la biancheria, i pantaloni da sci e il cambio, due sottotuta, i calzini di cotone e di lana, il sacchetto con i colori, penne ed album da portare ai bambini, gli scarponi e le ciabattine, un asciugamano, la giacca a vento ed il pile, il necessaire stringato con sapone da bucato, dentifricio e spazzolino e crema solare.
Un cambio completo, il materiale per la macchina fotografica, il pannello solare piccolo e la bustina con i famaci, berretto e guanti nello zaino a mano.
Rifaccio il bagaglio e lo zaino completo pesa sempre otto chili e 2.
Il cielo è nuvoloso, promette pioggia perché gli uccelli (sembrano gabbiani…) volano bassi, sfiorano il lago di Zaganur. Fa già freddo eppure è estate.
Gana carica gli zaini nel suo spettacolare pulmino: assomiglia ad un vecchio Fiat 850, ma questo è russo. Ha le ridotte, trazione integrale, insomma una specie di carro armato addolcito.
Attraversiamo prati sconfinati tappezzati di stelle alpine, le montagne intorno sembrano mammelle piene di latte, ed il cielo sopra di noi è così vicino da dare l’impressione di poterlo toccare.

I nostri accompagnatori a cavallo sono in ritardo

“Eh… i mongoli sono così… porco Giuda!” ci ripete la nostra guida. Intanto ci guardiamo attorno… qui inizia la taiga. I larici sono verdissimi, tutt’intorno. A valle un torrente è in piena, ci sono ancora lingue di neve e le rive sono ricoperte da arbusti di mirtillo nero e rododendro.
La prima tenda di una famiglia Tsaatan (uomini renna) è piantata qui. Sono già scesi dal campo in alto perché piove spesso. Stanno montando la loro tipica urtz, una tenda conica che assomiglia moltissimo i tepee degli indiani d’America. Probabilmente sono parenti molto stretti.
Lavorano in silenzio sotto la pioggia. I due bimbi rimangono vicini alla madre che sta intrecciando le corde che poi legheranno i pali di larice. Non sono spaventati ma nemmeno incuriositi dalla nostra presenza.

Il primo incontro

Il primo incontro

I nostri horse-driver arrivano accompagnati

dai nostri cavalli. Ci sistemano in sella e caricano i bagagli sopra un ronzino che proprio non ne vuole sapere…
Due indicazioni essenziali per dare i comandi ai cavalli: “ciuu!” l’equivalente di “vai” e i colpetti ai fianchi con i talloni. Tutto qua.
La spedizione si inerpica in fila indiana lungo il sentiero, sotto la pioggia. Il terreno è fangoso, molti i ruscelli da attraversare. C’è un profumo incredibile di bosco, di resina, di umido, e di funghi. Arriviamo al passo in tempi brevi. Piccola sosta per scendere da cavallo, sgranchire le ginocchia anchilosate e mangiare un panino, anzi una frittella ripiena di pesce… mai mangiato una cosa così deliziosa!
Dobbiamo riprendere in fretta il viaggio per arrivare al campo prima che faccia buio e con queste condizioni di tempo non si può rischiare.
Si scende piano piano lasciando dietro la taiga: ora si aprono immensi prati acquitrinosi, ed in fondo alla valle si vedono le prime urtz.

Sembrano tepee...

Sembrano tepee…

Ci fermiamo solo un attimo per sollevare

lo sguardo: è tutto verde: più chiaro, più scuro, un po’ giallino ed un po’ viola.
I prati e i monti.
Ci dimentichiamo la pioggia, la fatica della salita, i vestiti fradici. L’orizzonte è fatto di montagne… scherzando vediamo a nord l’Antelao, un po’ più sotto il Serva, montagne diverse per luoghi comuni.
Ci fermiamo finalmente al campo. Siamo stremati dalla fatica, dalla tensione. Entriamo nella tenda del più anziano Tsaatan che subito ci offre la ciotola con il te e latte… mi colpisce molto il modo in cui mi porgono la tazza: la tengono con entrambe le mani la porgono così, come se assieme al te ti porgessero anche parte di loro, ovvero che il te fosse anche parte di loro.
Mi dispiace, ma la bevanda è imbevibile per i nostri palati… trangugio senza fiatare perché è calda, e ora mi serve per scaldarmi, ma la seconda tazza non trova spazio.
Nella nostra tenda entra l’acqua. Dal foro centrale sopra le nostre teste e dal terreno. I sacchi a pelo sono bagnati ma per fortuna abbiamo la stufa. La teniamo accesa tutta la notte: fa freddo, siamo bagnati e stanchi.

C’è un grugnito che ci sveglia la mattina,

sembra quasi un maiale. Apriamo la tenda e davanti a noi c’è “l’accampamento” delle renne. Sono piccole, molto mansuete, non per nulla per i Tsaatan sono animali sacri. Credo ora di capire il perché.
Il palco delle corna è ramificato e peloso, il corpo robusto e le zampe esili ma molto forti.
Da dietro la tenda fanno capolino i bimbi. Non indossano ancora il dell, perché non fa ancora molto freddo (per loro). Mi sovviene subito in mente il film “Siuscià” di Vittorio De Sica. Anche qui si potrebbe parlare di neorealismo, anche se a distanza di cinquanta anni, ma qui i bimbi sono serafici, felici, incuranti del moccolo che gli casca dal naso o dalla maglietta sbrindellata e sporca. Qui le priorità sono diverse.
Oggi c’è il sole. Scotta ma ci scalda!
Girovaghiamo presso altri campi vicini: “sanbainò” ci salutano. E ci offrono il te con il latte, pane e formaggio. Ci raccontano del tempo, dell’estate piovosa di quest’anno, e dell’intenzione di molti di anticipare la discesa presso il campo più basso.
Quanto usciamo alcuni hanno già cominciato a smontare la tenda, raccogliendo e ripiegando con precisione svizzera teli, tappeti e vettovaglie. In due ore hanno caricato le renne e lasciano il campo.
Salgo in cima ad una collina (o piccola montagna?) e guardo: il paesaggio cambia ancora, cambiano i colori, le prospettive e gli orizzonti. Oggi mi sembra di scorgere il Civetta, ma non c’è abbastanza “croda”, mi direbbe l’orso.
E se lui fosse qui con me ora… ne sarebbe felice.
Mi piace questo posto. Davvero. Anche se sono solo otto chili e 2.

Se ne taglio un po’…?

Se ne taglio un po’…?

Rosanna Turrin autore del post

Rosanna Turrin | Abito a Feltre in provincia di Belluno, in un "villaggio" in montagna. Mi interesso di comunicazione con l'uso delle Nuove Tecnologie, ma la mia passione principale è salire i monti. A piedi o di corsa, in bici o con gli sci, con o senza corda, legata da un sottilissimo ed invisibile filo...

26 commento/i dai lettori

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  1. Franco il18 novembre 2015

    Ciao Rosanna. Però! Sei riuscita a trasmettermi le sensazioni, hai con il tuo scrivere leggero, descritto e trasmesso in modo reale la tua esperienza, l’ho letto tutto di un fiato.
    Brava.
    Franco

  2. Luca il2 ottobre 2013

    Ciao! Che bel racconto! La prima foto con le due bimbe, la mamma e le renne sullo sfondo colpisce molto! Già rende l’idea del posto, dell’ambiente e del verde! Il racconto è un susseguirsi di immagini, mi sembra di essere li! “ciuu!!”
    Brava!

    • Rosanna Turrin
      Rosanna il2 ottobre 2013

      Ahahaha, adesso però son io ad aspettare il tuo di racconto!!!
      sbrigati!
      ciao
      ros.

  3. Gabriele Villa
    Gabriele Villa il30 settembre 2013

    Quando ho letto il tuo racconto, la prima volta, mi sono tornati alla mente i colori stupendi dei tramonti in Mongolia, ma non ci sono stato di persona, erano immagini in diaspositiva di una serata tenuta qui a Ferrara. Quando Teddy Soppelsa ci ha presentati, dopo la conferenza a Longarone, abbiamo parlato del tuo viaggio e mi hai raccontato della tua guida in quel viaggio, Dino “Lupo”. Un tipo un pò “fuori dagli schemi”, forse anche un poco “fuori di testa”, ma in senso buono e lo dico perchè lo so bene: è mio cugino, perchè sua madre e la mia erano sorelle. Che strane coincidenze, eh? Così ho riletto il tuo racconto e ho ripensato non solo ai tramonti della Mongolia ma anche a mio cugino, un autentico “vagabondo del mondo”. Un saluto e i miei complimenti per la tua scorrevole e piacevole scrittura.

  4. Alice Prete
    Alice il29 settembre 2013

    Sembrava di essere li’; magico e surreale.complimenti!

  5. mariangela il28 settembre 2013

    … che meraviglia Rosanna! Sono proprio felice di vedere i tuoi occhi che ridono e il tuo sorriso… . SEI UNA GRANDE!!!!

    • Rosanna Turrin
      Rosanna Turrin Autore il29 settembre 2013

      Grazie MILLE!
      Ma è quel luogo strano e magico che fa diventare le imprese “GRANDI”, in tutti i sensi!
      A presto!
      ros

  6. Giulio Fiabane il27 settembre 2013

    … complimenti “un abrazo” da noi!!!

  7. annalisa il23 settembre 2013

    è bellissimo! letto questo racconto mi è venuta voglia di andarci!
    un racconto spettacolare!

  8. MARIA LUCIA il22 settembre 2013

    HAI FATTO SOGNARE ANCHE ME!!! BELLISSIMO RACCONTO

    • Rosanna Turrin
      rosanna il27 settembre 2013

      Ahahah, ma guarda che i sogni sono solo desideri non ancora realizzati….
      ciao
      Ros.

  9. emilia il17 settembre 2013

    mi sembra di essere là ………ora solo con la mente però!
    chissà .. forse un giorno…ci arrivo anch’io,
    grazie di questo bellissimo viaggio!
    ;-)

  10. elisa il16 settembre 2013

    l’ essenza del viaggio….avventura!
    Complimenti meravigliosa.

    • Rosanna Turrin
      rosanna il27 settembre 2013

      Già, un viaggio con l’essenziale per cogliere l’essenziale!
      ciao!
      Ros.

  11. bucanevelamon@libero.it il15 settembre 2013

    un racconto pieno di dolcezza e rispetto, comprese le foto. Complimenti

  12. todescobea@libero.it il15 settembre 2013

    splendido racconto, una favola

    • Rosanna Turrin
      rosanna il27 settembre 2013

      Sono contenta che ti sia piaciuto…d’altra parte il posto è una favola!
      Ma ne troviamo molti anche qui (di posti da favola)…basta solo raccontarli!
      ciao
      Ros.

  13. B&B Bucaneve il15 settembre 2013

    Davvero splendido, un avvicinamento discreto, ma denso ad una cultura ancora per molti versi autentica…

  14. sid il15 settembre 2013

    Bellissimo!!

  15. Claretta il10 settembre 2013

    Le immagini ben posizionate lungo il racconto suggestivo ci narra di un altro luogo, di un’altra cultura veramente differente dalla nostra, per qualche minuto anche chi legge riesce ad immedesimarsi in quel favoloso, faticoso e tanto diverso viaggio nel misterioso mondo naturale! Bellissimo, grazie!

    • Rosanna Turrin
      rosanna il27 settembre 2013

      Forse è ancora un luogo ancora davvero “primitivo”, nel senso più puro del termine.
      Ma appunto per questo autentico ed affascinante!
      ciao
      Ros.

  16. Sara il9 settembre 2013

    Mi ha fatto venire voglia di partire per andare in Mongolia e andare a vedere le renne, quei posti meravigliosi e gli “uomini-renna”. Un racconto bellissimo!

    • Rosanna Turrin
      rosanna il27 settembre 2013

      Sono contenta che ti abbia incuriosito questo posto…è davvero magico!
      Ma è la stessa magia che trovi anche nelle nostre montagne!
      ciao
      Ros.

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