Dopo le Alpi Carniche appaiono in lontananza le Dolomiti

Dopo le Alpi Carniche appaiono in lontananza le Dolomiti

Osservo pensieroso le Dolomiti Bellunesi ancora chiazzate di neve, sperando che lo sguardo contrariato possa convincere quei tenaci residui dell’inverno a lasciar posto alla ghiaia e all’erba.

Quest’anno bisogna portar pasienza, come dicono i vecchi, prima di scavalcare forcelle, soprattutto sul lato al pusterno.
Un anno fa studiavo cartine, orari dei treni e descrizioni di percorsi, programmavo un viaggio, forse la parte più bella, sicuramente quella più delicata, perché poi, una volta partiti, si arriva sempre da qualche parte, anche quando si è costretti a rinunciare.

Dalla Slovenia alla Svizzera, passando per Austria e Italia, in due settimane.
Piedi, treno, autobus e autostop, senza prenotare nulla, troppe le incognite, i possibili contrattempi.
Meglio affidarsi all’istinto, un po’ alla fortuna, meglio procedere senza fretta.
E poi, da soli, un tetto dove dormire non te lo nega nessuno, soprattutto in montagna.

Un anno fa programmavo un viaggio lungo la Via Alpina, un lungo itinerario che collega Trieste con Monaco, da un mare all’altro percorrendo tutto l’arco alpino.
Il mio obiettivo era di percorrerne dei tratti, che coinvolgessero alcune tra le aree protette più significative delle Alpi, che attraversassero più paesi, per ricordarmi e ricordarci che i confini amministrativi non esistono in natura, nemmeno nella natura delle donne e degli uomini che per millenni hanno attraversato le Alpi da nord a sud, da est a ovest, senza preoccuparsi di difendere la linea dello spartiacque dal nemico.

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Lungo la Via Alpina sono molte le sorprese che attendono l’escursionista. Parco Nazionale del Triglav

Ho attraversato, il Parco Nazionale del Triglav in Slovenia, i Parchi Regionali delle Dolomiti Settentrionali, il Parco Nazionale dello Stelvio e quello Nazionale Svizzero, in Engadina.
Potrei raccontarvi quello che ho visto, delle emozioni che ho provato, delle persone che ho incontrato, della pioggia, della nebbia, del temporale, del sole, della neve, della solitudine, della folla, dei diversi sapori delle diverse birre dei diversi rifugi delle diverse valli che ho attraversato.
Potrei raccontarvi dell’incontro inaspettato a pochi metri dal volto di uno stambecco, nel Parco del Triglav, della discesa nella nebbia dal Monte Forno, senza sapere esattamente se mi trovassi in Slovenia, Austria o Italia, o della nevicata che mi ha sorpreso al confine tra Italia e Svizzera.
Potrei, ma ho scelto un’altra strada.

Poiché Italo Calvino ci ricorda che “ciò che è fuori di noi non pretenda di comunicare con la parola, parlata o scritta, ma mandi per altre vie i suoi messaggi”, ho deciso di raccontare questa esperienza con un video, che l’amica Valentina De Marchi ha pazientemente costruito mettendo insieme i souvenir che ho raccolto durante il viaggio.
La redazione di altitudini.it l’anno scorso ha seguito idealmente il mio viaggio, mi ha fatto compagnia durante quei giorni registrando la mia voce, le mie impressioni, le mie emozioni.
Ora è la volta di questo video, un invito a scegliere un sentiero che sale lungo qualche valle, e lasciarsi guidare da lui, senza confini.
Nubi grigie e minacciose nel frattempo hanno avvolto la Schiara, spero che la pioggia copiosa di queste settimane lasci il posto ad un caldo sole estivo, manca mai che quest’estate decida di riprendere il filo del discorso e proseguire verso ovest.
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Guarda il progetto di Andrea http://old.altitudini.it/?p=3645
 Ascolta le audio-interviste ad Andrea http://old.altitudini.it/?p=5150

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Andrea Pasqualotto autore del post

Andrea Pasqualotto | Sono guida naturalistica, giornalista e viaggiatore, vivo a Belluno. Dopo gli studi di Scienze Ambientali presso l’Università di Venezia, di Reykjavik e di Roma, mi sono dedicato a progetti di conservazione della biodiversità coltivata e di sviluppo rurale. Attualmente mi occupo di educazione ambientale ed ecoturismo nelle Dolomiti Bellunesi e collaboro con alcuni giornali su tematiche ambientali ed agroalimentari.

12 commento/i dai lettori

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  1. elisa il16 giugno 2013

    Articolo molto interessante… questi di sicuro non sono i soliti consigli triti e ritriti… grazie per lo spunto.

  2. Lorenzo Filipaz
    Lorenzo Filipaz il9 giugno 2013

    Ciao Andrea! Veramente felice di aver fatto la tua conoscenza all’incontro blogger di montagna. Mi spiace non aver collegato il tuo volto ed il tuo nome al progetto Continuum, mi sarebbe piaciuto farti molte domande al riguardo, ma sono arrivato tardi e un po’ trafelato e durante il breve tratto di escursione verso il passo delle Mughe prima di dare forfait mi sono chiesto tutto il tempo dove ti avessi già visto o letto. Solo una volta ritornato davanti al pc ho connesso.. i neuroni!
    P.S. Avete poi raggiunto al forcella?

  3. Dorino il1 giugno 2013

    Complimenti! Buona Montagna e Felice Vita da Dorino

  4. francesco il1 giugno 2013

    bravo bravo bravo !!!!!!complimenti!

  5. Luigi Bertuzzi il30 maggio 2013

    Una meta da raggiungere, anche virtualmente, con un Dialogo Operativo
    Si dovrà arrampicare *in libera* … ma non *in solitaria* …
    Forse servirà un *MANUALE di DIALOGO OPERATVO* …
    da fare con un Wiki: http://it.wikibooks.org/wiki/Discussione:Dialogo_operativo ??

    • chiarofiume il3 giugno 2013

      L’idea di *vivere le Alpi come un immenso, unico, continuo ecosistema* [se ricordo bene le parole del video http://youtu.be/in0EDjv4qo0 ] fa ricordare l’atmosfera e la necessità, per chi durante gli anni ’70 la studiava al fine di produrre previsioni del tempo a medio termine, di iniziare [ad *IMPARARE*] a fare prima sistema e poi rete … oltre un decennio prima dell’invenzione del Web.
      *C’è una relazione molto stretta fra l’imparare e il ritmo lento e regolare del camminare*.

      • Andrea Pasqualotto il4 giugno 2013

        sì, condivido l’importanza di ragionare in termini di sistema e non solo di rete. La rete mette in connessione dei nodi, trascurando o cercando di eliminare lo spazio fra un nodo e l’altro. Il sistema ci ricorda che la complessità è molto maggiore, il continuum fra i nodi della rete non è trascurabile. Tra un’area protetta e l’altra c’è una densità di segni a cui è possibile dare significato solo attraverso il ritmo lento del camminar.

        • Luigi Bertuzzi il7 giugno 2013

          Come ho scritto a commento di un post sul Blog AGNER E DINTORNI … http://tinyurl.com/n5ar63m … mi piacerebbe parlare di queste cose domani al primo incontro dei Blogger di montagna; purtroppo non ce la farò a raggiungere Val Canali in tempo.
          Spero che si potrà farlo in una nuova occasione, eventualmente anche online.

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