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Una folla di oltre 300 persone ha partecipato mercoledì 23 maggio, presso la sala veranda della Birreria di Pedavena, alla serata evento sull’Alta Via n.2.

L’idea, partita da Teddy Soppelsa, di cogliere l’occasione della pubblicazione della monografia di Meridiani Montagne “Alta Via n.2, il grande viaggio sulle Dolomiti”, per ascoltare direttamente dai protagonisti la sua storia e le bellezze di questo grande percorso alpino, è stata premiata da un successo di pubblico davvero incredibile.
La serata, condotta da Bepi Casagrande, giornalista RAI, con la collaborazione di Soppelsa che ha curato le interviste, ha visto un susseguirsi di personaggi, testimonianze e ricordi che hanno fatto (ri)scoprire l’Alta Via sotto molteplici aspetti (alcuni anche inediti).
Alla voce dei protagonisti si è inoltre aggiunta la voce di Francesca Valente e Francesco Padovani che hanno letto alcuni testi di Stefano Ardito e Sigi Lechner, accompagnando il pubblico direttamente dentro la storia di questo grande itinerario escursionistico che parte da Bressanone e in 13 giorni di cammino termina a Feltre.

Bella e difficile, l’Alta Via n. 2 raccontata dai protagonisti
(Corriere delle Alpi, 29 maggio 2012) di Francesca Valente

Nel 1969 fu una vera e propria impresa. Percorrere l’Alta via n. 2 in tutti i suoi 180 chilometri, in un unico viaggio, non era cosa da tutti.
Ma pare non esserlo nemmeno ai giorni nostri, se è vero che nel 2011 solo cinquantatré escursionisti hanno solcato con lo stesso passo l’intero tragitto, da Bressanone attraverso i parchi naturali Puez-Odle, Paneveggio Pale di san Martino e Dolomiti bellunesi, fino a Feltre.
Forse sta cominciando a mancare una cultura della montagna. Di certo non è mancata a Ivano Tisot e Luigi (Louis) Pillon, feltrini all’epoca trentenni che hanno conquistato di buon diritto questo primato. Mossi dalla passione per la montagna e dalla voglia di conquistare con un’unica vittoria la cosiddetta “Via delle leggende”, che è feltrina per almeno 26 chilometri, hanno affrontato il viaggio in nove giorni, dal 6 al 15 luglio del ‘69.
Di fronte a una veranda della Birreria stracolma di gente, invitati a una serata celebrativa di questi e altri momenti e aspetti salienti dell’Alta via, i due escursionisti raccontano al microfono retto da Teddy Soppelsa la loro esperienza.
A bordo palco c’è Stefano Ardito, curatore dell’ultimo numero della rivista “Meridiani Montagne” interamente dedicato alla Via, il quale ha così offerto lo spunto al Cai, presieduto da Carlo Rossi, per organizzare l’incontro tematico di mercoledì scorso. Di fianco a loro c’è un altro primatista, arrivato dopo ma con un record del tutto invidiabile: è Lucio Dorz, che nel 1998, a quarant’anni e in una sfida contro se stesso, è riuscito a percorrere tutto il tragitto in 42 ore di cammino, fatto «di testa quando le gambe non tenevano più il passo».
I loro racconti si sono mescolati ai ricordi del botanico Cesare Lasen, che parlando della traversata dell’Alta via fatta dal rinomato collega nonché amico Sandro Pignatti ha ripercorso idealmente aspetti geologici, geomorfologici e paesaggistici del tragitto.
Sono poi intervenuti i gestori dei due rifugi feltrini interessati dal passaggio della Via, Daniele Castellaz del rifugio Boz e Anna Mainardi del Dal Piaz, che hanno parlato di soddisfazioni e difficoltà del loro ruolo direzionale.
Ha parlato anche Vittorio Ducoli, direttore del parco di Paneveggio, che ha raccontato della progettazione di sentieri etnografici e della realizzazione di ecomusei. Alle loro spalle erano proiettate le splendide foto di Manrico Dell’Agnola, prima appassionato di montagna, poi di alpinismo. In conclusione il momento dell’impegno civico: il neosindaco di Feltre Paolo Perenzin, a fianco del sindaco esempio Luca Gàdenz di Sagron Mis che sta già tenendo un tavolo con altri 14 amministratori sull’argomento, ha raccolto l’appello di Ardito: «Per rilanciare l’Alta via n. 2 serve una visione unitaria delle Dolomiti, che sono un monumento collettivo. Non aiuta nessuno promuovere solo il proprio pezzetto»
Rossi ha ricordato tutti i volontari della sezione Cai di Feltre che lavorano gratuitamente per tenere in ordine i 26 chilometri di competenza. In assenza di fondi, il loro supporto diventa sempre più indispensabile.
Sulla scia di Ardito, per Perenzin la soluzione è una sola: «Dobbiamo imparare a fare squadra».

≈Argomenti collegati:
http://altitudini.wordpress.com/2012/05/12/alta-via-n-2-il-grande-viaggio-sulle-dolomiti/

(foto di apertura del post: Francesca Valente legge un brano tratto dalla monografia di Meridiani Montagne, ph. S. Ardito)

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