
Mi chiamo Veronica Parisi, ho 27 anni e vivo in Trentino. Sono mamma dal gennaio scorso. Ho sempre amato la montagna e, da quando è nato, porto con me il mio piccolo per fargli conoscere da subito le meraviglie di questo luogo incantato.
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MAI PARTIRE SENZA LA GRINTA
di Veronica Parisi (Bondo, TN)
Da appassionata di montagna quale sono, non ho mai pensato che avere un bimbo mi avrebbe privata di questa passione, anzi, paradossalmente tutto quello che si prova a fare diventa un’avventura entusiasmante.
L’altro giorno io, il papi e il piccolo decidiamo di andare a prendere un po’ di freschino al Lago di Molveno. Optiamo per fare il giro del lago con il passeggino. Ce la godiamo un sacco. Fino a che, dopo circa un’ora, ci rendiamo conto che il cielo è cambiato velocemente. Continuiamo a camminare aumentando il ritmo. Poi due o tre bagliori seguiti da brontolii sempre più vicini e sempre più potenti. Ci fermiamo un attimo, gocce… Ci guardiamo. Che fare? Arrivare in fondo al lago? Mi sembrava di aver visto un bar. Quanto mancherà al “fondo” del lago, dieci minuti? Venti? Uguale a tornare indietro? Il piccolo pare divertito. Ah! Beata ignoranza, vorrei essere lui.
Fermi nell’indecisione perdiamo minuti preziosi. Fino a che un lampo decisamente potente seguito dal suo vicinissimo tuono ci mette il pepe al culo ed io, scelgo di andare verso l’ignoto dicendo: “Dai proviamo ad arrivare in fondo a sto lago”. Qualche goccia poi ci dà la scudisciata finale per partire di gran carriera.
Verso la parte finale del lago, il bosco si apre su una strada piena di sassi che si trova al di sotto di pareti che non promettono niente di buono in caso di pioggia. Ci guardiamo ancora e partiamo di nuovo, sta volta di corsa. Do un’occhiata per vedere come se la passa il marmocchio: pare non fregargli niente, infatti si è addormentato, sereno, con tanto di boccuccia semiaperta. Vabbè. Continuiamo a correre e davanti a noi vediamo un gruppetto di persone, chiediamo se davvero esiste un bar li vicino… sì, ci vorranno ancora almeno due chilometri.
Chissà cosa hanno pensato nel vedere noi due cretini andare via correndo a tutta birra, uno con uno zainone in spalla e l’altro che spinge un passeggino. Alla fine vediamo il bar in lontananza, smettiamo di correre, ci sorridiamo, fa un altro lampo fortissimo in contemporanea al suo tuono, ricominciamo a correre gli ultimi metri. Ci sediamo al tavolino sotto la tettoia. Ordiniamo due panini e due radler. E poi, come se avessimo compiuto la più grande impresa della storia, mentre vediamo cominciare il diluvio universale, brindiamo felici, all’avventura, sempre, in ogni luogo in ogni momento. |
4 commento/i dai lettori
Partecipa alla discussioneSenza i nostri pargoli certi posti non li visiteremmo mai!!! E che bei posti!!! Ci danno la possibilità di rallentare, osservare, inventare… vivere la montagna con gli occhi innocenti e fantasiosi di un bambino!!! Ben vengano queste piccole, grandi avventure!!! – http://www.alpinauta.com
Verissimo! In più andare con i piccoli è molto impegnativo, specialmente se sono molto piccoli. Però alla fine di ogni gita a me sembra sempre (sia per stanchezza che per soddisfazione) di aver scalato l’Everest ;) – http://mamme360.blogspot.it/
Grande Vero, bel racconto, divertente! E’ bello vedere che riesci a coltivare la tua passione anche da mamma, con il piccolino e il papi :) Continuate così!
Grazie!!!! ;*