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Il profilo dell'Omo Morto sulla catena delle Apuane

Il profilo dell’Omo Morto sulla catena delle Apuane

BATTESIMO

testo e foto di Roberto Francalanci (Castelfiorentino, FI)
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A me le montagne sono arrivate dopo gli “anta”, come ai sub quando si mettono le bombole la prima volta, lo chiamano “battesimo”.
Se penso al mio “battesimo” la mente va indietro al luglio 2015, un viaggio di un paio di giorni in Garfagnana con un amico, dopo la prima splendida giornata in mountain bike attraverso sentieri di bosco, laghi, vette, ci beccò un temporale estivo a pochi chilometri dall’auto.
Arrivammo all’auto bagnati come pulcini, ma che importa? Un refrigerio per il caldo estivo.

Il giorno dopo l’amico esperto di trekking mi propose di fare una escursione invece di riprendere le bici.
Avevo portato le Nike da montagna vecchie quasi 30 anni, sempre solide, mai usate. Il piede sempre lo stesso, ma sono cambiato io, con fiato e resistenza diversi e meno allenato alla fatica.
Con zaini leggeri e passo deciso ci avviammo alla vetta della Pania di Corfino.
Non sono le montagne delle Alpi, ma per chi sia avvia a su percorsi nuovi, va bene.
L’amico più allenato, c’era già stato altre volte, i sentieri che portano alla cima sono più o meno lunghi con diversi gradi di difficoltà.

Sono quasi le undici della mattina, il caldo si fa sentire.
Iniziammo il sentiero più breve, sassoso, ma all’ombra.
L’amico mi disse di far silenzio, il fiato è necessario al corpo che fatica.
Lui avanti, io dietro con i bastoni da trekking, il breve trenino sbuffa, solo soffermandosi di fronte a radure. Si aprono come un palcoscenico per offrire scenari da cartolina.
Arrivammo in vetta e vedemmo la catena delle Apuane davanti a noi, stessa altitudine, sembrava di toccarle, ma erano al di là della valle del Serchio.
Respirai profondo nel meritato riposo, l’aria fine penetrò nel corpo in una inebriante sensazione di leggerezza.

La vista della vallata sotto di me mostrò gruppi di case e il Serchio che serpeggiava nella vallata.
I monti delle Apuane, come un plotone sull’attenti, disegnarono strane figure. L’amico escursionista mi fece notare la somiglianza del profilo come quello di un uomo che sta dormendo.
Il luogo è stato denominato “L’omo morto”, ne ritrovai i tratti, il mento, il naso, la fronte, sembrava proprio un uomo morto, o addormentato. Un senso di pace interna mi attraversò.
Se la natura non offrisse spettacoli come quello che vidi quel giorno, devo ammettere che noi umani ci siamo ben organizzati per immaginarli.

Non so quante escursioni ho perso fino a quel luglio 2015, ma ho preparato una lista di quelle da effettuare.

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francalancirobertobc16_voltoRoberto Francalanci | Sono semplicemente uno che si sta reinventando dopo essere uscito dall’azienda dove ha lavorato 33 anni. Sono un blogger, scrittore per passione, ho fondato una agenzia formativa da pochi mesi. Non voglio aspettare la pensione standomene inattivo.

Il mio blog | Tuttologo a venti anni, poi impegnato nel quotidiano, a lungo. Da qualche anno ho apprezzato la possibilità di condividere i miei saperi, nel blog mi occupo di tutto, poesia racconti, ricette, viaggi, fotografia, cinema, psicologia, e anche  di montagna! – http://oichebelcastello.wordpress.com

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