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Le mie gioie oggi

Le mie gioie oggi

DI QUANDO UN CALCIO FERMÒ IL MIO VAGABONDARE

testo e foto di Roberta Zantedeschi (Zugliano, VI)
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Non sono un’audace, né amo il rischio, tra le crode. Non è questo, credetemi.
È che mi fa star bene, da sempre.

Ho iniziato sola in Piccole Dolomiti, montagne di casa: lasciavo andare le gambe e abbandonavo in pianura ogni pesantezza.
Era esplorazione e non fuga, era la sensazione forte di esserci, di starci dentro alla montagna.
Non ho più smesso di vagabondare.
Il piacere dell’essenziale: tu, il sentiero se c’è, nessuna meta, qualsiasi meta, quello che vedi, senti, pensi.
A volte anche niente, solo passi e pace.
Magia.

Vi racconto di quella volta che
Era il 2013, inizio luglio, Fiera di Primiero.
Il mio lui parte per un giro in mtb, io devo accontentarmi di una semplice passeggiata.
Trovo un sentiero dietro Pieve.
Non m’importa la meta, solo non voglio stare in paese: ho bisogno di salita, di sentirla ancora quella sensazione che mi nego da mesi.
Inizio a salire.
Cammino con calma, anche volendo non potrei correre. Mi godo ogni passo.
Questo bramavo: sentirla nelle gambe, respirarne il silenzio, trastullarmi di dolce fatica, capito come?
La testa si rifugia in un futuro sperato, è il mio gioco di quando cammino sola.
Mi fermo e guardo giù, il paese è un bel po’ in basso.
Guardo sù, il sentiero procede a tornanti.
“Ok dai, arrivo fino a quel punto là e poi scendo.”
Ma fate bene a non credermi, perché quando raggiungo “quel punto là” non ce la faccio proprio a girarmi.
“Ancora qualche tornante. È presto.”
Proseguo.
Vedo un cartello sopra la testa.
“Non posso scendere ora, non posso mettere fine a… a QUESTO!”
Arrivo all’intersezione con un altro sentiero.
Il cartello indica cima Bedolé, a destra.
La vetta è obbligatoria, che ve lo dico a fare?
Una croce e una vista per me inedita, peccato le nuvole.
Una piccola-grande conquista.
Non premeditata peraltro, che è questo il bello del vagabondare.
Magia.
A questo dovete credere e crederci sempre.
“Ok, ora scendo.”
Però vorrei fare un anello…

Una goccia, due, tre gocce.
E poi all’improvviso un calcio.
Pure forte.
È Ettore, mio figlio.
Nascerà dopo circa un mese.
Lui e poca pioggia mi convincono a rientrare per la via dell’andata e questo diciamocelo, toglie un po’ di pathos al vagabondaggio, ma oggi la mia gioia più grande è di avere spesso gli scarponcini ai piedi e un biondino a cui far sperimentare ciò che amo.

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Roberta Zantedeschi foto profilo_voltoRoberta Zantedeschi | Per tutti sono la Roby e tutti sanno che appena posso vado in montagna, con compagno e figlio. Recruiter di professione, ma il tempo libero è per la corsa e per le crode, estate e inverno; a piedi, appesa a una corda o con gli sci.

Il mio blog | Ratatouille – non solo cibo è un blog personale, un mix di racconti e riflessioni, conditi da qualche semplice ricetta (che la cucina è un’altra mia passione). Si parla di tutto, anche di montagna e passioni – www.ratatouillenonsolocibo.it

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Redazione altitudini.it autore del post

Red. ≈altitudini.it | La redazione di altitudini.it racconta e discute di montagna e alpinismo.

2 commento/i dai lettori

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  1. robertazantedeschi il5 settembre 2016

    Grazie :-)

  2. omarut il23 agosto 2016

    Bel racconto, bello stile.. A volte scarno ma ricco ugualmente di emozioni. Brava! – http://omarut.wordpress.com

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