DECIDE L’ISTINTO
testo e foto di Ranieri Gorza (Lamon, BL)
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E’ notte fonda, il rumore del mio respiro mi fa compagnia.
Stiamo spingendo le mountain-bike in una ripida forestale. Sono cariche di tutto il materiale necessario per le grandi scalate in alta quota con gli sci. Dopo ore le nascondiamo e partiamo con gli sci.
Ci troviamo nel Canton dei Grigioni (CH). Dobbiamo risalire un immenso fondovalle, passare un piccolo torrente per arrivare ai piedi della nostra meta.
L’alba ci accompagna. Iniziamo la salita che sappiamo essere lunga e molto ripida.
Mentre procediamo, nel vallone opposto focalizzo un ripidissimo lungo e stretto canalone già carico di grandi valanghe. Qualche occhiata tra di noi e come spesso succede, si cambia itinerario.
Dubbi, incognite e paure non ci frenano. Le valanghe hanno formato uno stretto scivolo ghiacciato. Piccozza, ramponi, sci in spalla lo risaliamo. E’ pieno di blocchi di ghiaccio. Diventa sempre più ripido.
Lasciamo gli sci in un terrazzino, non ha senso portarli con noi.
Decidiamo: corda in spalla e niente sicure, si perde troppo tempo. Il canalone è lungo, oltre 800 mt. di dislivello, pendenza da 45 a 65 gradi continui.
Con stupore troviamo tratti di neve fino alla cinta, durissimo. L’adrenalina di questa pazzesca avventura ci da la motivazione giusta per procedere nonostante tanti ostacoli.
Mi piace il rumore delle piccozze e ramponi, ci da il ritmo per avanzare. Mi giro per assicurarmi che i miei compagni non siano in difficoltà. Vedo le tracce del percorso che abbiamo fatto, non credo ai miei occhi. Dopo estenuanti ore sbuchiamo in vetta. Il panorama è straordinario. Il sole inizia a scaldare, dobbiamo scendere. Niente doppie, troppo pericoloso e lento. Siamo costretti a tornare all’indietro fino agli sci. Momenti angoscianti, dobbiamo essere precisi ma molto veloci.
Meravigliosa sciata fino alle bici.
La planata di un grifone ci accoglie, mi è piaciuto pensare fosse il padrone della vetta.
A casa ripenso al cambio di programma che c’è stato. Anche oggi capisco che non sono le salite estreme che mi rendono felice ma il modo in cui le scelgo e affronto nella piena libertà di essere me stesso e decidere di lasciare le mie tracce dove voglio e come voglio. Mi affido interamente al mio istinto con il grande piacere di condividerle con i miei compagni di scalata.
Grazie ad Edo De Carli ed Enzo Corvaglia che sempre si uniscono a me nella scoperta di nuove mete delle quali non esiste relazione.
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Ranieri Gorza | Ho sempre saputo rinunciare a tante cose ma mai all’andare in montagna.
Il mio blog | Non ho un mio blog, utilizzo altitudini.it – http://old.altitudini.it/
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20 commento/i dai lettori
Partecipa alla discussioneSempre grande Ranieri. Favolosa e profonda cronaca.
Andare in montagna lo fanno in tanti, dire di andarci lo fanno in troppi , ma rispettarla viverla ed amarla in maniera quasi morbosa lo fanno in pochi.
Tu Ranieri sei uno di questi che con poche parole ma scandite nel modo giusto riesci a trasmettere a tutti noi la tua immensa passione, facendo rivivere valori oramai persi come il rispetto della natura la fatica e l’amicizia vera… avanti così !!
Grazie Francesco. L’alpinismo mi ha sempre insegnato i grandi valori anche nelle sconfitte
Hai detto bene: non sono le grandi imprese a determinare la grandezza di un uomo, ma il modo in cui vengono vissute.
Non è sempre facile cogliere l’essenza delle cose che facciamo. Tu ci riesci, con umiltà e sensibilità. Sempre avanti e … buona fortuna!!!
Grazie Damiana per il tuo bel commento. La mia sfrenata passione per la montagna mi porta a viverla interamente nel mio modo di essere.
L’istinto decide per noi e traccia il nostro cammino purché lo sappiamo “cogliere”. Il tuo istinto ti porta continuamente a vivere la montagna e la natura con spirito libero, questa è la tua vera essenza. Uomo libero, grande cuore, innatamente vero.
Ciao Franco, grazie. L’istinto è una brutta bestia……difficile da domare.
Caro Ranieri, il tuo racconto mi fa pensare ancora una volta a quanto la montagna sia maestra di vita. La capacità di modificare il proprio cammino, di adattarsi alle circostanze … Tutto questo serve anche a chi si avventura, con curiosità , nella vita di tutti i giorni. Grazie per il tuo racconto , che ci fa comprendere questa grande verità !
Caro Ranieri in quei brevi momenti che mi racconti delle tue scalate alla fine penso “questo lè mat” ma poi mi immagino quello che trovi e vedi da lassù e non ci sono parole per descriverlo. Vivi la tua avventura fino in fondo perchè la vita è troppo breve. Ciao Maria Rosa
Caro zio anarchico…….commentare quello che fai non lo posso fare perché non ho vissuto emozioni che tu hai provato quando raggiungi una vetta però sei un grande perché non molli mai e dai il massimo in ciò che ami quindi continua sempre cosi….. il tuo nipote vagabondo…
Grazie. Siamo entrambi avventurieri, io nelle montagne, tu in giro per il mondo. Un abbraccio.
Ciao biondo ,con questo racconto di scalate al limite mi convinco sempre piu ‘quanto tu ami la montagna e la rispetti ,Ti auguro tanti altri successi ma sempre con la testa sulle spalle sapendo che la montagna non perdona .auguri per il corso che devi intraprendere .Un abbraccio montanaro da.Francesco
Ciao. Mi mancano quei pochissimi minuti di dialogo tra noi, sulla bellezza di queste splendide montagne. Un abbraccio a tutti.
anche in questa fantastica esperienza trasmetti tutto il tuo amore e passione per la montagna ,grazie che ci emozioni sempre.
Sei un alpinista eccezionale e coraggioso che rispetta la montagna e la sa capire e questo non è da tutti , sono orgogliosa di te.
Grazie Moira. L’importante è sempre vivere qualsiasi cosa con il cuore, con rispetto e con la massima libertà. Un abbraccio
Con il tuo racconto, caro zio, hai fatto arrivare in vetta anche me… grazie per le emozioni che riesci a regalare!
GRANDE RANIERI, SEMPRE PRONTO A GETTARE IL CUORE OLTRE GLI OSTACOLI!
Grazie. Anche voi state vivendo le vostre stupende avventure.
Bellissima foto. Ma non è un po’ pericoloso infilarsi in un canalone “carico di grandi valanghe”?!?
Grazie per il tuo commento. Per capire tutti i pericoli bisogna avere il coraggio di metterci i piedi, essere in grado di riconoscerli con tutte le incognite che puoi trovare