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Il Cardinal ed il Cauriol dopo la nevicata

Il Cardinal ed il Cauriol dopo la nevicata

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Nativo della provincia di Napoli, più che di montagna mi sarei dovuto occupare di mare, invece eccomi qua. Sposato con una donna della valle, ho visto per la prima volta queste montagne nel 1981, da allora vado su e giù per i sentieri e la passione diventa sempre più grande.

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DIARIO STORICO MILITARE
CINQUE GIORNI IN VAL SADOLE

di Pasquale De Rosa (Predazzo, TN)

Il cielo è plumbeo: le nubi mascherano i versanti dei monti; la pioggia non tarderà ad arrivare. Zaino in spalla, affardellato e pesante più di dieci chili, dovrà permettere una dignitosa permanenza. Il percorso non denota grandi difficoltà, ciononostante la velocità di marcia è lenta.

Arrivato al rifugio procedo al montaggio della tenda. Modello di qualche anno fa che assolve bene alla propria funzione. Il tempo è in netto peggioramento. La temperatura, benché intorno ai dieci gradi è piuttosto rigida, ciononostante il morale è alto e non risento della stanchezza della marcia.

La prima notte scorre tranquilla; il rumore della pioggia sulla tenda ora è mutato, è più delicato, si intuisce la presenza della neve. Sono riluttante a lasciare il sacco a pelo. Il paesaggio che mi circonda è davvero suggestivo.

Verso Passo Sadole. Lo sforzo richiesto è minimo rispetto a quanto dovettero affrontare gli alpini nel 1916 dove, oltre agli ostacoli naturali, vi era anche l’artiglieria nemica. Sono sotto una tormenta di neve. Le cime celebri dei fatti d’arme della Grande Guerra, non sono visibili. Il tempo peggiora; decido di ripiegare.

Far asciugare gli indumenti è impresa non da poco. Con il pretesto di un caffè cerco di scaldarmi nella malga. Il cielo pare di ghiaccio: la neve tutt’intorno riflette il luccicar di miliardi di stelle. Lo spettacolo è cosi invitante da spingermi a fare due passi nel buio della notte, che si preannuncia gelida.

La neve crocca sotto i passi dei primi escursionisti in arrivo. Molti gremiscono già l’uscio del rifugio per una bevanda calda. Il sole è alto e riscalda delicatamente l’aria. Il paesaggio di cime e di monti imbiancati che racchiude l’orizzonte è meraviglioso.

Raggiungo la cima. Una croce ed alcune lapidi rammentano all’escursionista la tragedia che si è consumata su questo monte. Mi intrattengo giusto il tempo necessario per recuperare le forze. Nonostante l’ottimo scarpone usato i piedi sono tutti bagnati. Il viso arrossato mal sopporta l’aria fredda dell’imbrunire. Il sole sta già calando dietro i monti per lasciare posto al freddo. Il cielo è una meraviglia; si riconoscono le principali costellazioni con qualche stella cadente, in una notte tranquilla.

Zaino in spalla si ritorna a casa. Man mano che mi avvicino alla valle percepisco il rialzo termico. Finalmente a casa: stanco e cotto dal sole, ma con l’orgoglio e la soddisfazione di aver vissuto una esperienza particolare che sicuramente resterà nella mia memoria.


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il mio blog | http://passionetrekking2013.altervista.org

L’idea di creare questo blog mi è venuta quasi per caso durante una delle mie tantissime escursioni fatte per i sentieri di montagna che circondano il luogo dove vivo, in Trentino, nelle splendide valli di Fiemme e Fassa.

Redazione altitudini.it autore del post

Red. ≈altitudini.it | La redazione di altitudini.it racconta e discute di montagna e alpinismo.

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