blogger contest
Fiori di Cypripedium calceolus

Fiori di Cypripedium calceolus

PELLEGRINAGGIO

testo e foto di Michele Zanetti (Musile di Piave, VE)
…………………………………………………

Al Rifugio Padova stanno rifacendo il tetto. Ci arrivo dopo una ventina di giorni d’attesa, quasi che il meteo instabile e capriccioso di questa strana primavera volesse impedirmi il pellegrinaggio.

Alla fine però il Prà di Toro mi appare come un luminoso tappeto smeraldo trapuntato da orchidee, mentre verso sud gli Spalti s’innalzano maestosi nel controluce azzurro. Dai canaloni qualche nevaio scende ancora verso i giganteschi versanti di detrito di falda, ma la primavera montana è ormai al suo apice e canta.

Un pellegrinaggio, il mio, certo; anzi, la celebrazione estemporanea di una ricorrenza, perché sono trascorsi circa quarantacinque anni dalla primavera in cui Giovanni, Adriano ed io scalammo il Campanile Toro.

Da quella mattina è trascorsa la vita intera e mille altre vette ho dovuto scalare, con difficoltà assai superiori. I ricordi dell’emozione suscitata dalla fredda dolomia e dai suoi generosi appigli, sono stati diluiti dalle vicissitudini e dall’età. A resistere, invece è il desiderio d’esplorazione: la ricerca dell’anima della montagna, del selvatico e della solitudine che essa ancora riesce a custodire, come un forziere di ricchezze che pochi sanno veramente apprezzare.

Ecco allora la vera ragione che mi ha spinto quassù, ascoltando alla radio le magiche note di un motivo che avevo scordato: “Monday Monday”. La vera ragione è la lettura degli insiemi viventi che nella pecceta, nelle mughete e sui ghiaioni, offrono a chi le sa interpretare magiche rappresentazioni della montagna vivente. Cerco la regale Cypripedium: la più bella e so che essa si cela tra i grovigli prostrati del mugo; so che spunta dai tappeti di uva orsina; so che risplende al piede delle betulle tormentate dalle nevi e dai venti, oltre il limite superiore della foresta.

Per questo ho deciso di non inseguire alcuna meta, ma di ritrovare nel cammino dell’escursione e nell’osservazione dell’universo vivente che mi circonda, la sua stessa ragione.

Ecco allora Neottia, con il suo splendido colore nocciola, al piede dei faggi; ecco Aglais volteggiare sulle infiorescenze del timo; ecco Clematis ostentare corolle come azzurre poesie, tra l’ispido intrico dei mughi. Ecco, infine Cypripedium, che rifulge nella luce generosa dei millesettecento metri, tra cespugli striscianti di ginepro e vecchie ceppaie contorte.

Ecco la mia meta: ecco il rifugio con la sua accogliente penombra e i suoi profumi; ecco la vetta, con le sue mute emozioni; ecco la mia anima, finalmente ritrovata, qui, nel cuore selvaggio di un ghiaione solitario.

………………………………………………………………………………………………………………………………

FOTO E AGERNDA_01Michele Zanetti | Sono un pensionato, ex guardacaccia provinciale e perito industriale per formazione scolare. Ho svolto da circa 50 anni a questa parte attività di naturalista divulgatore. Ho pubblicato qualche decina di volumi e di guide di carattere naturalistico; nel 2015, il mio primo romanzo.

Il mio blog | www.altitudini.it

………………………………………………………………………………………………………………………………
SCOPRI GLI ALTRI BLOGGER     PREMI / GIURIA / ALBO D’ORO

Redazione altitudini.it autore del post

Red. ≈altitudini.it | La redazione di altitudini.it racconta e discute di montagna e alpinismo.

Il post non ha ancora nessun commento. Scrivi tu per primo.

Lascia un commento