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PRIMO TENTATIVO SUL CERVINOdi Michele Bertelle (Feltre, BL) Dopo aver salito il Rosa nell’estate 2012 e il Bianco nel 2013, il 2015 è l’anno del Cervino; così sabato 29 agosto, io e mio papà, siamo partiti da Feltre e dopo circa 5 ore di viaggio siamo arrivati a Cervinia; era buio e subito non abbiamo visto altro che nuvole, ma poi ecco: una guglia di roccia e neve alta 4478 metri che torreggiava sopra di noi. Il giorno dopo, preparati gli zaini siamo pronti a partire verso il rifugio Lo Riondè. Dopo due tiri di corda arriviamo alla capanna Carrel. Più che un bivacco sembra un nido di aquila, è appoggiato sulla cresta ovest del Cervino a 3850 m e sul davanti c’è una terrazza panoramica dalla quale si gode un vista splendida verso il tramonto. Dietro di noi torreggiava il Cervino e lungo lo spigolo quasi verticale si intravedevano i canaponi che segnano la via per la cima; al solo vederli nella nostra mente cominciò ad insinuarsi il dubbio di dover rinunciare, ma ci avremmo pensato l’indomani: per il momento l’importante era mangiare qualcosa e goderci lo spettacolo del tramonto cercando di fare qualche bella foto, soprattutto perché non aveva nessun senso aver portato 2 kg di macchina fotografica fino a lì per niente. A mano a mano che scattavo il sole era sempre più basso e mi sembrava sempre più bello, ma anche sempre più freddo. Ormai il sole era sceso e con lui anche la temperatura, la zuppa calda dopo una giornata di freddo e fatica era quasi d’obbligo, come la giacca a vento pesante. Ormai era arrivata l’ora in cui tutto si ferma, la neve si ghiaccia e tutti vanno a dormire (nel bivacco c’erano circa 40 persone), ma io restavo ancora fuori a scattare le ultime foto alla notte che stava arrivando e mentre scattavo pensavo all’indomani. Alle 3 ho deciso di uscire a vedere com’era la situazione e appena ho aperto la porta sono stato colpito dal vento gelido della notte che mi ha quasi riportato a letto (soffiava a circa 40-50 km/h). Abbiamo deciso di non salire. Certe volte in montagna bisogna saper rinunciare anche se non è quello che vorremmo fare, ma soprattutto bisogna imparare a conoscersi, sapere qual è il proprio limite e non superarlo mai per non mettere in pericolo se stessi e quelli che magari poi vengono ad aiutarti. |
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il mio blog | http://4810mdiblablabla.wordpress.com 4810mdiblablabla.wordpress.com Perché un blog di alpinismo femminile? Per dar spazio ai nostri blablabla e per raccontarvi le nostre avventure montane! Affinchè i nostri racconti siano uno stimolo per tutte le ragazze che puntano, come noi, ad essere nella cordata parte attiva e autonoma. Concentrazione mentale… direzione verticale! |
2 commento/i dai lettori
Partecipa alla discussioneSicuramente una bella avventura per te ma, quella vera, l’hai trovata nel coraggio di riconoscere i tuoi limiti e quindi di rinunciare. Già è difficile trovare diciottenni che amano passare il loro tempo in montagna…ancora più difficile è trovarne di così saggi. Complimenti a Michele (Tita) anche per la bellissima fotografia. Guardandola sento un brivido di freddo e l’aria fine dell’alta quota mi riempie i polmoni. Che bella sensazione!
grazie mille della visita e del commento