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Monti di Basalto

Monti di Basalto

 

ALTITUDINI

testo e foto di Martina Di Chiro (Baranello, CB)
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Tutto quello che sono, io lo sono insieme a te.
Sono il nodo machard con cui gli alpinisti discendono i costoni di roccia, sono lo smeriglio rapace che plana sul nido d’erica, l’abete bianco che mai si piega. Ho gambe per raggiungere cime aguzze, braccia per avvinghiarmi alle pareti, occhi per guardare tra le fessure, e tenerezza per innamorarmi di loro, come di te. Ero un poligamo errante tra monti lavici, sono muschio tra le tue braccia. Il muschio è la prima pianta a crescere dopo un’eruzione vulcanica; trasforma in giardino la pietra lavica. E tu sei il giardino dopo la desolazione, sei gli aghi maestosi dell’abete bianco, il tappeto d’edera su cui nidificare. Ci perdiamo nei luoghi che assomigliano a noi stessi, ci innamoriamo dei luoghi perché ci assomigliano, e finiamo con l’assomigliare a ciò di cui siamo innamorati.

Dicono che niente sia più infestante dell’edera che si aggrappa vorticosa alla corteccia degli alberi. Serpeggia sfacciata nella loro solitudine, s’arrampica sui tessuti divorandone la linfa. L’edera è invadente, ma fondamentale per l’equilibrio dei boschi, le sue foglie decomposte sono humus, le sue fauci riparo per varie specie. È un amore disperato quello tra l’edera e la corteccia, fatto di elementi nocivi, ma così belli che anche la natura ha piegato la testa.

Sono l’anemone alpino nei lariceti e tu la cura per questa pianta velenosa. Sono il nodo di giunzione a cui appoggiarti, la grotta dove ripararti dalle tempeste.

Da Dalvik a Hofn la strada è lunga, il paesaggio cambia ad ogni virata dell’asfalto corroso. Avevamo appena oltrepassato i monti del parco di Skaftafell, quando ci fermammo per goderci la vista. Il vento le portava i capelli agli occhi disturbandone la visuale. Volse irritata lo sguardo da quelle catene di ghiaccio e disse: “Devo tagliarmi i capelli”. No, pensai. Non c’era cosa più insensata di quella. Non volevo che al mondo esistesse niente in meno di quel che era, così come non volevo esistesse una sola roccia di meno, di quei monti di basalto. Certe cose sono bellissime come sono, nella loro scomposta imperfezione.

Sorrisi e la accarezzai. Pensai che quando invecchierà e avrà i capelli bianchissimi, assomiglierà a quelle vette bianche e allora, con mio grande stupore, scoprirò con meraviglia che sarà ancora più bella di adesso.

In nessun luogo potremmo conoscerci e amarci meglio, di come ci stiamo conoscendo adesso, nel silenzio profondo, mentre ci guardiamo sognanti, tra queste montagne di basalto.

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dichiromartinabc16_voltoMartina Di Chiro | Mi chiamo Martina e sono solo due cose: una balorda viaggiatrice e una sognatrice instancabile. Queste due cose si completano in me, non potrei essere l’una senza l’altra. Attualmente faccio confusione, sbaglio in continuazione, mi perdo tra montagne innevate, giro il mondo, scrivo, fotografo, definisco progetti e sì, quando mi rimane un po’ di tempo di scorta lavoro. E lavoro sodo.

Il mio blog | Non ho un blog, perché non ho tempo e perché condivido quel che ha detto Eco sugli psuedo-scrittori del web. Però, chissà, magari un giorno rivedo i miei pregiudizi e li rivede pure Eco, dall’alto dei cieli e della sua trascendentale maestosità. Intanto mi affido ad altitudini.it – http://old.altitudini.it

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