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...il sentiero si intrufolava tra le case di un villaggio...

…il sentiero si intrufolava tra le case di un villaggio…

LA TENEREZZA DI UN SALUTO AL GIUNGERE DELLA SERA

testo e foto di Marinella Porzio (Galliate, NO)
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Da dietro i vetri della finestra, guardava il susseguirsi delle stagioni attraverso i colori del suo giardino.
Guardava le acque calme del lago, la cornice di montagne dalle creste ancora innevate e lo sguardo abile giungeva all’orizzonte, fino al promontorio della Rocca. Guardava il vento spostare le nuvole, mentre la luce calda del tramonto accompagnava il calare della sera.
Davanti alla sua casa passava una sentiero che s’inerpicava fino alla borgata superiore, intersecando, con ponticelli di legno, il ruscello che scendeva a valle. Erano poche, ormai, le persone che lo percorrevano. Nonostante ciò, il viottolo era ben ordinato e, nella bella stagione, si fregiava di piccoli fiori, quasi a voler allietare la dura salita.

Nel tardo pomeriggio di una giornata di primavera, scendevamo dalle pendici a ridosso il lago, come vagabondi senza meta. Non sapevamo con esattezza dove saremmo arrivati, perché a Giovanni non piace ripetere lo stesso sentiero da cui si sale. Tuttavia si intravvedeva il lago e, appena sotto i nostri piedi, il sentiero si intrufolava tra le case di un villaggio. Tenevo tra le dita un fiore e lo serbavo con la stessa cura con cui si custodisce un tesoro. Vidi, da lontano, un’anziana donna, dietro i vetri, che guardava da una finestra affacciata al lago. Rallentai il passo. Giunta nei pressi dell’abitazione, le sorrisi e la salutai con un cenno della mano.

La vecchina, faticava a credere che quel gesto fosse rivolto a lei; tuttavia sorrise con discrezione.

Replicai il cenno. Questa volta agitai con più energia la mano, come per assicurare la donnina che il saluto fosse rivolto proprio a lei e le mostrai il mio fiore. La vidi sorridere. Anch’ella prese ad agitare la mano, senza più timidezza, come se ci conoscessimo da sempre.

Mi emozionai e lasciai la libertà ad una lacrima di rigarmi il viso.

Era evidente la gioia dell’anziana, perché continuò a sorridermi e ad agitare la mano fino a quando la svolta del sentiero mi tolse alla sua vista.

Il mio vagabondare, quel giorno, ebbe lo scopo di offrirmi una riflessione.
Il mondo, da dietro i vetri della finestra, non è sempre uguale. Il lago, le montagne, le nuvole, tutto cambia al ritmo delle stagioni. Spesso, però, l’abitudine ci fa vedere le medesime cose.
Quando si arriva alla sera della vita, forse non si percepiscono più i cambiamenti del mondo. Tuttavia un semplice saluto può contrastare l’abitudine di tutti i giorni e donare un momento di serenità a chi di sorridere, a volte, non ha più la voglia.

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Marinella Porzio_BC16_voltoMarinella Porzio | Mi chiamo Marinella, mi occupo di scrittura. Questa passione è cresciuta con me dai tempi della scuola e oggi scrivo tutto ciò che mi passa per la testa. Ho scritto un racconto per bambini “Ambrogina, zanzarina sottozero” pubblicato da Edizioni Astragalo e con la quale è nata una bellissima collaborazione.

Il mio blog | Pan&latte non è un blog di cucina. È una parola composta che rievoca la mia infanzia: amavo finire la mia giornata con una tazza di latte davanti a un quadernetto sul quale annotare le mie riflessioni. Oggi, davanti al pc e alla solita tazza di latte è nato un blog – http://ilpanelatte.blogspot.it

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Red. ≈altitudini.it | La redazione di altitudini.it racconta e discute di montagna e alpinismo.

8 commento/i dai lettori

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  1. Paola Gaiani il13 settembre 2016

    Racconto ricco di delicatezza e di garbo. Narrare la semplicità non è affatto facile. Brava Marinella!

    • Marinella il14 settembre 2016

      Grazie Paola, sei molto gentile. Quando vado in giro per montagne, mi piace girovagare ascoltando il silenzio. Mi piace ascoltare i passi sul sentiero, o il fluire dell’acqua che scende a valle, o, ancora, il fruscio delle foglie smosse dal passaggio del vento. Tutte queste cose, nel tempo, aiutano ad aprire certi canali che toccano quel tipo di sensibilità che ci fa apprezzare le piccole cose che ci circondano e che spesso non riconosciamo a causa della fretta. Ti saluto con un abbraccio. http://ilpanelatte.blogspot.it/

  2. Michela il9 settembre 2016

    La tua sensibilità…la tua dolce anima…Tu!

    • Marinella Porzio il9 settembre 2016

      Hai ragione Michela, sono proprio io ad emozionarmi per un momento felice regalato alla solitudine di una donna anziana. La felicità è fatta di tanti piccoli momenti e l’espressione di quella donna la serbo nel cuore, come quel fiore che stringevo tra le dita. Ti saluto con un abbraccio grande.

  3. Anna Bossi il8 settembre 2016

    Lo sguardo interiore emerge con delicatezza ed eleganza coinvolgendo chi legge. Complimenti!

    • Marinella Porzio il9 settembre 2016

      Grazie Anna, la tua opinione è per me molto importante, per non smettere mai di crescere. Un abbraccio

  4. gianluigi bernasconi il8 settembre 2016

    Tutta la sensibilità in poche righe. Da un gesto semplice, che stiamo perdendo, può iniziare una rinascita e un nuovo modo di rivedere il mondo.
    Per questo ti saluto con la manina, augurandoti di non perdere mai la positività. ciao

    • Marinella Porzio il9 settembre 2016

      L’esperienza che sto vivendo con mia madre mi arricchisce ogni giorno di qualcosa, a volte più grande di me che non so gestire, come l’emozione che nasce da un semplice gesto. La mia sensibilità è dovuta anche a questo. Il sorriso felice dell’anziana donna alla finestra potrebbe essere quello di mia madre: anche se non sa più come mi chiamo, ricambia sempre il mio saluto con il sorriso dell’amore incondizionato.

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