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Luna invece è già diretta lungo la dritta via

Luna invece è già diretta lungo la dritta via

lucio dorz foto
La vetta, una forcella, un colle, un passo è fine a se stesso, ma oltre c’è un’ altra vetta, un’altra forcella, anzi un’infinità di queste “possibili” mete. Questo è diventato il mio modo di peregrinare in montagna, fatica e frenesia; così riesco a sentirmi tutt’uno con l’essenza della montagna.
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VIAZ AL COVOL DEI CAMAI

di Lucio Dorz (Feltre, BL)

Sto arrancando in bici sulle rampe dello “Stelvio” di Vignui, quando mi si affianca Francesco che mi invita ad una passeggiata outdoor sui baratri di valle del Santo Martino. Fatta.
Appoggiato alla fontana in piazza, anche Taibi con il meticcio dal lucido pelo nero: Luna. Cane femmina di poche parole ma da zampe in spalla. Avesse un stelo d’erba in bocca parrebbe un rustego montanaro.
Obbiettivo percorrere uno dei viaz che il buon Aldo de Zordi ha inserito in una sua recente guida per sciagurati camminatori da willderness.
Unica cosa certa il punto di partenza: l’imbocco di un sentiero all’inizio di Pian dei Violini entro nel profondo della valle. Un tratto ben visibile poi… arrangiarsi. La guida ci aiuterà?! Forse, di tanto in tanto.
Si procede su tracce, erbe, affioramenti e roccette. Cespugli ed arbusteti sono sempre tra i piedi. Si sale, si devia, ci si ferma, ci si consulta, cerchiamo delle conferme dell’oltre. Ma oltre c’è solo un muro di nebbia che sembra ridersela di noi.
Superiamo vallecole, piccole forcelle. Ad un certo punto capiamo di dover andare dall’altra parte di una gola che sprofonda tra abissi e bancate di cui non si vede la fine… ma è tutto ciò che i vapori ci concedono.
Finiamo in un canalone dove il proseguire diventa un azzardo, io provo a risalire su una rampata di declivio roccioso ma finisco annegato in una buca di foglie rosse di faggio. Francesco fa da palo per comunicazioni, Taibi cerca lumi sfogliando il manuale. Luna invece è già diretta lungo la dritta via come un esperto conoscitore del luogo.
Ma dico abbiamo già la guida, basta seguirla no?
Passiamo ancora a ridosso di superbe pareti rocciose, qualche squarcio nelle nebbie ci rilevano luoghi di cui non riusciamo a focalizzare. Poi d’improvviso tracce di sentiero come dice la descrizione del libro: ben marcata.
Giungiamo comunque ad un sito conosciuto fra i cacciatori e frequentatori d’un tempo di queste solitarie creste: il Covol dei Camai, antro di sicuro riparo da piogge e nottate buie. Oltre ancora l’ignoto, stavolta tra una giungla di mughi contorti, radici aeree da foresta tropicale, intriganti cespugli da macchia mediterranea, tracce di ungulati che ci inducono a smarrire la via. Eppure riusciamo a riveder,  non le stelle, ma una fitta abetaia con fantasmi di rovine d’antica malga.
E poi giù a capofitto verso il paese che un raro momento di luce tra le brume ci svela.


 diario icona_01 il mio blog | http://bonviazboatl.blogspot.it
“Bon viàz” nella parlata dolomitica è un segno di augurio che sta per buon viaggio. Il termine viàz indica un passaggio impervio ed ardito in montagna, tracce di passaggio generalmente di camosci e cacciatori. Gli anglosassoni definiscono il muoversi in questi ambienti con il termine di scrambling, dove escursionismo ed alpinismo si confondono.

Redazione altitudini.it autore del post

Red. ≈altitudini.it | La redazione di altitudini.it racconta e discute di montagna e alpinismo.

7 commento/i dai lettori

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  1. DALLA CORTE Marisa il1 ottobre 2015

    Non solo da questo ma da tutti i tuoi scritti traspare l’amore per i monti, per gli spazi infiniti che abbiamo nel bellunese e feltrino, per le acque delle valli, per i boschi, per i luoghi di antiche e recenti presenze. Gioisci e soffri con i luoghi che attraversi. Trasmetti con le tue parole bellissimi sentimenti. Grazie.

  2. Nicola Andreello il26 settembre 2015

    Lucio ci trasmette con grande spontaneità l’amore e la passione che ha per questi luoghi. Lo fa con precisione “scientifica”, alternata tuttavia a frasi più evocative che rimandano al passato e al presente di queste montagne – https://www.facebook.com/app_scoped_user_id/10206780283739925/

  3. Tafner Antonella il21 settembre 2015

    Lucio!!! La tua descrizione è così avvincente, che sembra essere con te, i tuoi compagni e Luna. E poi perdersi, e ritrovarsi in quella valle incantata che regala vere emozioni, in un contrasto di luci e suoni.
    Bravo Lucio! – https://www.facebook.com/app_scoped_user_id/10200970712547149/

  4. tristano il21 settembre 2015

    Grande Lucio! Ci fai assaporare un cammino selvaggio

  5. catia il21 settembre 2015

    è un piacere leggere di avventure avvenute tra le nostre valli e monti…a presto lucio… al prossimo giro :)

  6. Ivana Bizzotto
    Ivana Bizzotto il20 settembre 2015

    Le emozioni che scrivi diventano quelle di chi legge.
    Bello. Complimenti ! – https://www.facebook.com/app_scoped_user_id/10207735775022208/

  7. Eduardo Montagner il18 settembre 2015

    Bella notizia ricevere attraverso altitudini.it un’altra manifestazione della scrittura agile e sempre profonda dello scrittore Lucio Dorz. Come accade con gli scrittori veneti più inseriti nella ‘metafísica della Natura’, non mi sembra di leggere italiano né veneto nelle righe di Dorz, ma una lingua naturalissima dove si capisce però come ogni parola sia stata scelta con precizione linguistico-letteraria sorprendente: ritmi diversi in ogni frase: velocità e soste giuste. Con la scrittura di Dorz vivo il paesaggio, le piante, gli animali, ma soprattutto quel ‘oltre’ di cui – come scritto nel testo di Dorz – “cerchiamo conferme”.

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