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Dalla foresta alle nuvole

Dalla foresta alle nuvole

IL VULCANO NYIRAGONGO

testo e foto di Luca Galbiati (Veyrier (GE) – Suisse)
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Ho uno zaino sulle spalle, indosso il gilet di pile che uso sempre in montagna e delle scarpe da trekking ai piedi.
Fin qui tutto è normale, potrei essere, come spesso accade, a scalare o camminare su qualche parete delle Alpi; invece mi trovo in Africa, nella Repubblica Democratica del Congo.
La salita al vulcano Nyiragongo, 3470 metri, consta di un buon dislivello, circa 1500 metri ed offre un percorso molto vario, dalla foresta intricata della prima parte, dove ci si sente esploratori d’altri tempi, alla pietraia scura e franosa della parte sommitale, brulla e ripida.

Siamo una numerosa comitiva, otto europei, i portatori locali che ci sono stati assegnati obbligatoriamente e le guide del parco, cinque militari armati di AK47, perché in quella zona si nascondono ancora gruppi di guerriglieri.
Alberi molto alti, coperti da liane e fronde intricate, delimitano la traccia di sentiero; il terreno si fa via via più sconnesso e coperto di pietre nere, è la lava che durante le diverse eruzioni, l’ultima solo un paio di anni fa, ha coperto tutto ed attende di essere invasa dai primi licheni.
Nelle diverse pause ho modo di osservare le nostre guide: vestiti sudici e strappati, giacche rattoppate e di taglie enormi rispetto alle loro, non hanno scarpe ma solo ciabatte rotte o stivali di plastica con suole lisce, pensare che sono carichi delle tende, l’acqua e il cibo per noi e portano tutto questo in borse improvvisate e legate con ramoscelli, sulla testa o sottobraccio.

Salendo lo scenario si fa più ampio e si possono ammirare i vecchi crateri di eruzioni antiche, sparsi sulle pendici del monte; la pianura alla base, enorme e piatta, il lago Kivu sullo sfondo e le cime di altri vulcani con sagome molto pittoresche.
Arrivando alla vetta lo spettacolo all’interno del cratere è incredibile. Un lago di lava, circa cinquecento metri più in basso, si muove come fosse un mare agitato, con vere e proprie onde che provocano la continua rottura delle placche appena solidificate a contatto con l’aria. I vulcani dove è possibile osservare uno scenario analogo sono solamente tre nel mondo!
Piantate le tende a pochi metri dal bordo del cratere, arriva il buio e lo spettacolo diventa ancora più mozzafiato, non è facile distogliere gli occhi da quella massa incandescente, che arriva dal più profondo della Terra.
Sembra di trovarsi davvero in un altro mondo, ancora una volta ho la fortuna di meravigliarmi e di sentire la forza della montagna, che regala emozioni e bellezza uniche, in qualsiasi parte del nostro pianeta.

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Luca Galbiati | Mi sono sempre occupato di ambiente, amo definirmi alpinista e amante della natura sotto ogni aspetto. Ho viaggiato molto per l’Africa, lavorando con organizzazioni non governative ed occupandomi di progetti agricoli e ambientali. Attualmente vivo a Ginevra dove ho potuto ritornare alla mia passione per le montagne e per la scrittura.

Il mio blog | Tra il 2010 e il 2011 ho vissuto per un anno e mezzo in Congo, nella regione del Kivu ed ho avuto la fortuna di potere salire sul vulcano Nyiragongo, posto sul confine tra Congo e Rwanda, proprio sopra la città di Goma dove abitavo – http://www.facebook.com/luca.galbiati.549

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Redazione altitudini.it autore del post

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