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Cadore, nel cuore del bosco ecco spuntare il Col di Quaternà © Luca Ferrari

Cadore, nel cuore del bosco ecco spuntare il Col di Quaternà © Luca Ferrari

Luca Ferrari foto
Da più di 13 anni ormai lavoro come giornalista, cimentandomi sempre più anche come SEO blogger, web writer e social networker. Ho praticamente sempre scritto di viaggi, e da più di un anno curo una rubrica specifica sul Veneto per il settimanale internazionale L’Italo-Americano.

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LA PURA NORMALITÀ DI UN BOSCO INCANTATO

di Luca Ferrari (Cannaregio, VE)

Dalla Malga Coltrondo all’Alpe di Nemes. Non mi sto arrampicando su nessuna vetta impervia. Sto solo camminando in un bosco normalmente incantato.

Avamposto quotidiano di pace montana dove i sensi sono sempre all’opera. Qui, nel cuore del Comelico Superiore bellunese, scenari quotidiani da re-incontrare e varcare. Un giorno d’alta quota dove il vento sposta briciole, terra e nuvole. Partito da Padola di Cadore, la strada è tutta una curva. Pochi minuti di guida ed ecco il cartello giallo con le indicazioni per la Malga Coltrondo (1880 m).

La carreggiata si dimezza. I tornanti si fanno più serrati. La pendenza aumenta. Metro dopo metro mi faccio innocua comparsa umana. Sbircio fra i signori della Natura. Abbozzo tane di volatili e altri esseri viventi. Rivedo l’albero maledetto di Sleepy Hollow. Immagino un sottobosco divertito intento a spiarmi degustando resina e bevendo acqua di fonte. Poco più di un centinaio d’altre incontaminate divagazioni mentali e sono arrivato. Inizia il mio sentiero verso l’Alpe di Nemes.

Addentrandomi dentro il sentiero, bastano pochi metri per venir proiettato in una dimensione fatta di pini, larici e abeti. Brevi frazioni torrentizie e pozzanghere ornate di fragili croste gelate forgiano riflessi e giochi di luce. Si rincorrono tenui gradazioni di verde. Un dedalo cromatico mi attanaglia magicamente le caviglie guidandomi (come accadeva al protagonista del video There There dei Radiohead) fino al rifugio di passaggio Hütte – Rinfreddo.

La testa si gira e rigira. Su ogni ramo pare esserci una forma di vita che nasce e si trasforma. Le formiche sono all’opera. Faccio la conoscenza del fungo “spia”, rosso coi puntini bianchi. Vietato coglierlo e ancor di più mangiarlo (velenoso). Trotto a zig-zag. Abbozzo un ballo senza regole né schemi. Uno stato d’intima apertura. Rispettoso e capace di meravigliarsi per una ragnatela e una tana di scoiattolo. Chiedere d’incontrare un loro ingombrante abitante sarebbe troppo. Un cervo, o magari un capriolo. Forse un elfo, chi lo sa.

Il sentiero si fa sempre più largo e dalla macchia mi ritrovo in una radura. Nel vedere il primo lembo di struttura umana arretro di qualche passo. Prendo una penna e scrivo freneticamente qualcosa sulla mano. Poi sul braccio. Lo mostro alle nuvole. Lo mostro alle montagne millenarie. Resto qualche secondo in questa posizione per ricordarcelo a dovere. Tutti loro e me. Mi dileguo in un abbozzo di sorriso senza smorfie. Possano gli spiriti di queste terre custodire le generalità di simili pensieri.


 diario icona_01 il mio blog | http://thewayofthemiles.blogspot.it

Dopo tante collaborazioni con giornali di viaggi ho deciso di aprire q uesto blog (primo post scritto a Seattle il 1 luglio 2012) per mera passione giornalistica. Oltre ai classici reportage c’è anche la sezione dei Sapori e un articolo specifico con tutte le mie recensioni realizzate per TripdAdvisor.

Redazione altitudini.it autore del post

Red. ≈altitudini.it | La redazione di altitudini.it racconta e discute di montagna e alpinismo.

54 commento/i dai lettori

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  1. valeria il8 settembre 2015

    Da donna di città sono stata catapultata nella natura. Grazie per avermi fatto godere di questo panorama.

  2. Annalisa il7 settembre 2015

    Quest’articolo riesce a far sognare. Bellissimo.

  3. Marialuisa il4 settembre 2015

    Mi son ritrovata catapultata a sette/otto/nove anni, quando mi portavano a fare le gite in montagna nelle Alpi in Alto Adige. Mentre leggevo camminavo lì con te, e come allora non mi stancavo perché le emozioni del percorso spesso sono più forti della stessa curiosità di arrivare alla vetta :)

    • Luca Ferrari
      Luca il30 settembre 2015

      Pienamente d’accordo con te Marialuisa, il viaggio è la vera scoperta. La “vetta” è solo un momento

  4. LANDA il4 settembre 2015

    Per quarant’anni ho vissuto la montagna che descrivi, una montagna che dà grandi emozioni, piena di magie, di profumi e di visioni poetiche. Le ho provate e me le sono tenute dentro, adesso leggendo il tuo racconto me le hai fatte ricordare e provare e mi hanno emozionata! Mi è piaciuta molto la delicatezza che hai usato nel descrivere una “grande bellezza”, pacata , dolce come merita. La tua vena poetica esce alla grande, molto bello.

    • Luca Ferrari
      Luca il30 settembre 2015

      Ormai si sta perdendo sempre più il contatto con la natura e se non ci sono tutte le diavolerie tecnologiche della modernità, si va oltre. Forse per noi è più facile che di sicuro veniamo da un’altra epoca generazionale, dove una passeggiata nel bosco era ancora in grado di emozionare.

  5. Laura il3 settembre 2015

    Ho letto l’articolo a mia figlia di cinque anni. Quando ho finito lei voleva subito andare a visitare il “bosco incantato” così pittorescamente descritto! I bambini hanno un sesto senso….e capiscono al volo i concetti chiave. Certamente dal tuo racconto sembra di immergersi realmente in uno spazio naturale meraviglioso, riuscendo a percepirne i colori e gli odori. Credo che anche noi faremo visita a quelle radure, a quegli alberi, a quelle simpatiche creaturine…!

    • Luca Ferrari
      Luca il27 settembre 2015

      Chiunque scriva sa bene che la più grande ambizione è riuscire a trasmettere emozioni. Riuscire a farlo a una bambina poi, è ancor più toccante. Mi sento a dir poco privilegiato e onorato sapere che tua figlia ti abbia chiesto di voler vedere questo posto speciale. – http://thewayofthemiles.blogspot.it

  6. Maria Z. il2 settembre 2015

    credevo che le immagini si potessero racchiudere in una foto, e invece tu lo hai fatto con le parole
    credevo che gli odori non si potessero trasmettere, e invece tu lo hai fatto con le parole
    e poi, i pensieri, quelli si, si possono scrivere ma bisogna anche esserne capaci e tu come sempre, non ti smentisci mai.
    bravo luca!!!!

    • Luca Ferrari
      Luca il27 settembre 2015

      “credevo che le immagini si potessero racchiudere in una foto, e invece tu lo hai fatto con le parole… credevo che gli odori non si potessero trasmettere, e invece tu lo hai fatto con le parole” sembra una poesia, cara Maria. Magari un giorno la scriverò e inizierà proprio così – http://thewayofthemiles.blogspot.it

  7. Flavia Marvulli il2 settembre 2015

    Ti conosco da qualche anno ormai.., caro Luca, e continui a sorprendermi.. Attraversando con te questo “normale” bosco incantato , nel tuo stile discreto, sensibile ma al tempo stesso intenso , cinematografico., per la capacità di indurre il lettore a sentirsi protagonista del racconto, ho felicemente rivisto riannusato e riammirato la bellezza assoluta delle realtà nascoste del nostro paese, nonostante tutto.. ancor vive e attrattive. Nella ” paesologia ” italiana, e in un ritorno alla terra e all’ agricoltura c’ e’ un punto di ripartenza per i giovani, e per noi tutti; nella bellezza originaria e antica, il nostro futuro. Grazie Luca, ci incontriamo nel bosco. *)

    • Luca Ferrari
      Luca il28 settembre 2015

      Sono figlio della semplicità del rock, quello vero che ha solo gli strumenti e la voce. Il suo imprinting è stato fondamentale. Qualcosa che riemerge in tutta la sua naturale intensità. Un bosco per me è come una canzone di Neil Young. – http://thewayofthemiles.blogspot.it

  8. MatBaf il2 settembre 2015

    Nessun altro poteva riuscire meglio nell’intrecciare l’immensità bellissima e inquietante della natura selvaggia con umane e sensibili impressioni musicali e cinematografiche, che diventano colonna sonora e cornice di uno smarrimento positivo come il tuo… grande Luca!

  9. Eleonora Milner il1 settembre 2015

    Grazie a questa scrittura suggestiva si riesce a “sentire” e a “vedere” colori, umori, odori di questo angolo di bosco incantato. Nessun pericolo, nessuna vetta nessuna emozione forte, ma un tragitto “ri-sentito” con i sensi e con il cuore. grande luca! – https://www.facebook.com/app_scoped_user_id/1018088994914646/

  10. Alfonso Pacino il1 settembre 2015

    semplicemente straordinario… non conosco i posti di cui Luca parla, ma grazie al racconto li immagino, li tocco, li respiro… e mi vien voglia di visitarli per condividere simili pensieri custoditi dagli spiriti di queste terre! – https://www.facebook.com/app_scoped_user_id/10207285341514456/

  11. Marta il31 agosto 2015

    straordinario racconto di Luca..mi accende scenari fantastici nella mente..

  12. Simone il31 agosto 2015

    mi hai fatto rivivere le recenti passeggiate in montagna dell’ormai (ahimé) trascorsa estate con i ricordi di bambino, quando nel bosco i miei mi spingevano a cercare le case degli gnomi e… talvolta le trovavo!

  13. Sabrina il29 agosto 2015

    Notevoli le doti di affabulatore di Luca Ferrari! Ci si perde nella lettura dei suoi pezzi e reportage: ha uno stile “normalmente incantato” e inconfondibile che ti porta con dolcezza dentro nuovi mondi da scoprire. Alta poesia, insomma, tutta da gustare!

  14. Oksana il28 agosto 2015

    Avvincente danza nel bosco..musica per le orecchie quando si legge. Delicato e raffinato modo di scrivere

  15. simo il27 agosto 2015

    Bellissimo racconto, molto realistico e scritto divinamente. Complimenti.

  16. Sara il26 agosto 2015

    “Due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta..” (Robert Frost)
    Grazie Luca per aver dato voce ai segreti del bosco e colore alla sua musica.

  17. Barbara il26 agosto 2015

    Bisogna imparare a scrivere così, non è automatico o scontato. Saperlo fare è un valore aggiunto per qualsiasi racconto che prende per mano e accompagna chi legge a immedesimarsi per vivere lo stesso percorso narrativo ed emotivo. – http://italoamericano.org

  18. Serena il26 agosto 2015

    Evocativo, potente. Non il banale resoconto di una passeggiata tra i boschi ma l’istantanea di un’emozione. Complimenti all’autore.

  19. Antonella il26 agosto 2015

    leggendo l’articolo ci si sente trasportati in un mondo dove intraprendere un sentiero, posare lo sgurdo su un particolare apre ad un mondo incantato: è come compiere un viaggio nel viaggio, ogni cosa sembra rivelare un mondo nascosto. Un viaggio che ci reimmerge nel mondo leggero della fantasia.

  20. Andrea il26 agosto 2015

    Bella lettura! Luca è riuscito a mettere nero su bianco tutta la poesia e l’emozione che si prova (e che provo tutte le volte) entrando in un bosco. Quel divagare con la mente sognante camminando magari con il fiato grosso quando la pendenza si fa più ripida portando alla luce quel senso di misteriosa aspettativa e ancestrale sana tensione, tutte quelle creature fatate che popolano la nostra immaginazione più remota. Grazie Luca per avermi fatto sentire anche qui seduto alla scrivania quella piacevole sensazione che provo quando vado per boschi.

  21. chiara M il26 agosto 2015

    il racconto di Luca mi piace perchè sembra raccontare di un approccio alla passeggiata in montagna senza gli schiamazzi ferragostani. Insomma, quando ti puoi prendere la briga di ascoltare la natura senza distrazioni.

  22. LadyKaiura il25 agosto 2015

    Anche per chi preferisce da sempre il mare alla montagna, leggere queste righe non può che incantare e far venire voglia di abbozzare “un ballo senza regole né schemi”. E poi i paesaggi d’altura italiani non hanno nulla da invidiare alle celebrate bellezze delle vicine nazioni.
    La prossima meta? Chissà, magari a fingersi il protagonista di There There….
    Grande Luca!

  23. Arsine il25 agosto 2015

    Che danzante lettura….capisco come ci si trasformi in elfo…appena l’umano appare. Pensiero delicato,come il tuo passaggio nel bosco. Per me un breve ma sorprendente viaggio.

  24. Elisa il25 agosto 2015

    Come immergersi in un mondo fatato con grande rispetto ed adorazione…Luca coglie la verde essenza del bosco e del sottobosco con i suoi profumi i suoi rumori, il suo brulicare di poetica forma vivente. Viene voglia di tuffarsi nell’immediato verde.

    • Luca Ferrari
      Luca il27 settembre 2015

      Che belle parole Elisa, questo tuo commento mi ha riportato all’atmosfera delle praterie mongole di cui tutto l’album “Tabula Rasa Elettrificata” (1997) del Consorzio Suonatori Indipendenti è intriso, in particolare la canzone “Ongii” la cui parte iniziale del testo così mormora: “Raccontami Ongii che scorri/ Incessante preghiera che mormora al cielo/ Del tuo monastero perduto dimmi la bellezza dei gesti e dei colori/ Che ti hanno traversato e che hai riflesso/ Dei bagliori dell’oro dei fuochi dei fumi e dei profumi d’incenso”

  25. Giacomo il25 agosto 2015

    Sono posti che non ho visitato ma la descrizione poetica di questo articolo, scritto con sintesi internettiana, riesce a trasmettere emozione e stupore e quindi invoglia. Good.

  26. Luisa De Salvo il25 agosto 2015

    bella scrittura, appassionante, viva, emozionale. Bravo Luca. Ero lì nel bosco.

  27. claudia il24 agosto 2015

    Complimenti Luca,
    bellissimo racconto scritto bene, mi sembrava di esserci dentro al bosco, sentire i profumi di pino e l’aria fine di montagna.
    Devi sapere che dove vivevo da piccola a Lison(Ve) c’è un piccolo bosco dove ci andavo spesso da piccola con il mio papà.
    Ecco ho ripercorso quei momenti, la magia incantata i rumori che solo un bosco ti da e un poeta come te li poteva descrivere.
    Bravo Claudia

  28. Linda il24 agosto 2015

    Mi sembra di sentire i rumori, gli odori e vedere i colori di quel magico posto… i tuoi articoli fanno sognare… Complimenti Luca!!

  29. giulia il24 agosto 2015

    E’ sempre piacevole leggere i racconti di Luca: ottimo narratore e creatore di immagini, sa far viaggiare lontano la nostra mente!

  30. danny il24 agosto 2015

    Molto bello Luca, complimenti!

  31. Laura il24 agosto 2015

    Se non sei alla ricerca di eroiche performance, se non vuoi celebrare nessun protagonismo umano, se il mondo è bello quando si popola di incanto quotidiano, allora sei pronto per leggere i racconti di Luca. Sa portarti lì, esattamente lì, con semplicità e leggerezza.

  32. Dario il23 agosto 2015

    Possano gli spiriti di queste terre custodire le generalità di simili pensieri…
    Basta lasciarsi trasportare leggero da queste poche righe di Luca che accompagnano il lettore in un viaggio veloce, ma profondo…dove regna il silenzio e la mente può sentirsi libera di danzare.
    Ritengo che oggi più di un tempo, sia il momento di aprire gli occhi alla pura “normalità” e fantasticare, arrichendosi, anche in un bosco incantato, lontano dal caos della vita quotidiana.
    Molto bello il rimando a There There dei RH uno dei miei gruppi preferiti.
    bravo Luca!

    • Luca Ferrari
      Luca il27 settembre 2015

      Hai detto bene Dario, la “pura normalità”. Riscoprire la semplicità di ciò che ci circonda, apprezzando e riuscendo a farsi sbalordire dal “proprio giardino” – http://thewayofthemiles.blogspot.it

  33. vladimir il23 agosto 2015

    è sempre un vero piacere leggerti Luca. Complimenti!! Davvero sembra di essere lì…..

  34. Federico il23 agosto 2015

    Mi piace molto questo stile narrativo che accosta luoghi reali o apparenti ( come il sottobosco che degusta resina e beve acqua di fonte) a immagini mnemoniche rimaste impresse emotivamente (come l’ albero di Sleepy Hollow o il video dei Radiohead) .Originale e magicamente autentico.
    (bella anche la foto ! )

    • Luca Ferrari
      Luca il27 settembre 2015

      Grazie Federico. La musica è stato il mio primo grande amore (sempre pulsante), il cinema la sua naturale evoluzione. In ogni cosa che scrivo, consciamente o inconsciamente, sono sempre lì a infondere la loro eredità talvolta in modo diretto come in questo caso, altre volte con appena qualche percezione – http://thewayofthemiles.blogspot.it

  35. Fabrizio il23 agosto 2015

    Bellissimo pezzo su un lembo incantato di terra. Sono stato alla Malga Coltrondo tantissimi anni fa e questo articolo mi ha fatto tornare in mente, vivide piu’ che mai, le stesse emozioni – e tanti ricordi. Grazie mille all’autore per il potere evocativo!

  36. luciana bruno il23 agosto 2015

    Ho letto tutto d’un fiato e poi riletto per gustarlo meglio il bellissimo articolo di Luca, quindi ho scorso, curiosa, i commenti, scoprendo che li avrei sottoscritti tutti! Luca riesce a “raccontare” il bosco e lo fa in un prosa raffinata, elegante, ricca di immagini e citazioni -è davvero un piacere leggerla- ma soprattutto coinvolgente. Ci si ritrova subito a passeggiare con Luca, ad assaporare il silenzio, i colori, la magia e persino i tremori di questo bosco incantato. Incantata veramente è la penna di Luca che sa descrivere con poche ma dense pennellate la pace e la sacralità del luogo.

    P.S. Che cosa hai scritto sulla mano, sul braccio e mostrato alle nuvole e alle montagne millenarie? il tuo articolo? o un patto che hai sancito con loro per saperle raccontare?

  37. Pino il22 agosto 2015

    Spesso l’entusiasmo non è codivisibile. Luca è riuscito a farmi entrare con lui nel suo mondo. Non colgo colori né profumi, solo il silenzio.

    • Luca Ferrari
      Luca il27 settembre 2015

      Il silenzio è una fonte d’ispirazione come poche. Non è un luogo comune. Come un granello di neve, non è mai uguale a un altro. Un secondo di silenzio può essere un’ora in un differente momento della propria vita. Bisogna saper capire quando è il momento di ascoltare… – http://thewayofthemiles.blogspot.it

  38. Eloisa Abrate il22 agosto 2015

    Non sono un’appassionata di montagna, non frequento normalmente i boschi, ma leggere il pezzo di Luca Ferrari apre il cuore e la mente a confini inesplorati.
    Inusitato il modo di raccontare, non banale la prosa, magica l’atmosfera che si respira. Forse vado a fare una passeggiata nel Comelico

  39. Angelo Bacci il22 agosto 2015

    Trovo il racconto di Luca particolare e originale, perché leggendolo riesco a seguire passo dopo passo ogni suo pensiero ed emozione, tanto da immaginare lo scenario come in un film, registrando ogni rumore, ogni angolo del bosco,con i suoi colori e le numerose presenze che lo animano. Mi immergo in esso con la curiosità e l’interesse di un esploratore intento a scoprire tutti i segreti del bosco, diventando così parte integrante di esso. Trovo il racconto travolgente e coinvolgente come un’onda. Complimenti e grazie caro Luca! Angelo Bacci

  40. Maria il22 agosto 2015

    che incanto…mentre leggevo era come se anche io stessi danzando nella natura con elfi e qualche unicorno..posto sicuramente da visitare. Grazie per la magia Luca Ferrari ^_^

  41. Paolo Scarpi il21 agosto 2015

    Elegante, davvero raffinato. Un bel racconto condotto con scelte lessicali e formule narrative avvincenti. Coinvolgente. Lo stile è visionario e affascinante. Ne vorrei vedere il romanzo o la serie televisiva.

  42. maurizio il21 agosto 2015

    Questo articola rivela rispetto per la natura ma soprattutto rispetto per il bello. E chi legge, chi è stato in quei posti si fa complice del linguaggio eterno di un albero, di un animale, di una nuvola. L’unico rumore, lassù, è il vento, e anche le tue parole non gridano ma sussurrano. Sussurrano pace? forse. Solitudine certo. Non torniamo indietro.

  43. Marta Forzan il21 agosto 2015

    Davvero impareggiabile. Soli col rumore del bosco, gli odori, i fruscii, vedi il verde dominante e la magia degli elfi. Ci sono davvero e Luca ferrari con la sua scrittura poetica/realistica li fa percepire. I COMPLIMENTI sono poca cosa per un pezzo/racconto così.
    Marta Forzan http://www.martaforzan.it

    • Luca Ferrari
      Luca il27 settembre 2015

      grazie Marta, da una reporter del tuo livello vale davvero tanto questo tuo commento, e per di più il primo. Camminare in un bosco da solo ti porta in un’altra dimensione. Puoi solo aprire l’anima-taccuino e scrivere

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