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Il Vallone Nascosto

Il Vallone Nascosto

LO SGUARDO DEL PICCO

testo e foto di Giovanni Baccolo (Milano)
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Saremmo andati tutti in gita.
Una delle affollate camminate della zona. Il sentiero partiva tra pascoli e pastori al lavoro. Pochi minuti ed ecco che compare il più celebre monte della vallata. Maestoso, altissimo, ornato di nevi perenni. Non avevo mai visto quel picco incredibile, ma solo pochi giorni prima ne avevo parlato con un’amica. Lei ci era salita con una guida. E io? La camminata si era improvvisamente rivelata noiosa e patetica. All’ammirazione del monte subito si sostituì una terribile irritazione . Scoraggiato abbassai lo sguardo e l’ora successiva fu dedicata ad un maniacale studio dei ciottoli che si susseguivano a centinaia sotto alle suole. Tutti uguali e indifferenti, ma almeno comprensivi, apparentemente. Non come quel picco beffardo. Il desiderio di raggiungere la cima è stato il primo acerbo stimolo che mi avrebbe avvicinato al mondo alto. Avventure in compagnia, solitarie, verticali, estive, impegnative, fiorite, bagnate. Mille aggettivi che rendono una pallida idea delle sfumature che si possono vivere percorrendo la natura. Ognuno crea la propria storia riempendola di colori sempre diversi a seconda delle stagioni, dell’umore, della compagnia, dell’allenamento. È qualcosa in continuo cambiamento e se vissuto con equilibrio è anche qualcosa di insindacabile.

Giornata estiva, tersa. Colazione, zaino, scarponi allacciati e via. Un sorriso inaspettato mi è scappato quando ho realizzato che la prima parte della camminata coincideva esattamente con la famosa gita. Ma questa volta i passi veloci mi hanno portato oltre a quel sentiero e poi ancora aldilà della traccia che veniva dopo. Il prato si è trasformato in bianca pietraia e gli ometti sono scomparsi. Volevo esplorare il vallone nascosto. Addentrandomi tra i pendii la sensazione di essere scrutato di sottecchi diventava più forte e non riuscivo a capire. Poi sono arrivati neve e ghiaccio e la concentrazione ha spazzato tutto. Solo a sera ho capito. Il picco. Era lui. Il suo sguardo si era posato su di me. Ma perché?

Col tempo i sentimenti smaniosi hanno lasciato spazio al piacere tranquillo di percorrere luoghi selvaggi. L’esistenza, e non solo le montagne, sono costellate da una fitta rete di sentieri. Ma laddove questi scompaiono la libertà non è limitata. Anzi, è sempre aumentata, perché la scelta di percorrere spazi vergini apre infinite possibilità. Il picco già lo sapeva e voleva assicurarsi che non abbassassi nuovamente lo sguardo al peso dei pensieri, ma che lo salutassi come avrei dovuto fare quel lontano giorno. (in un imprecisato momento riuscii finalmente ad arrivare sulla cima. Ricordo due giorni con Giacomo e Francesco passati a evitare i temporali, a ridere e a prenderci in giro senza pensare ad altro).

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g-baccolo_bc16_voltoGiovanni Baccolo | Non più un ragazzino, ma ancora non mi convinco di aver attraversato la linea d’ombra. Per guadagnare tempo ho prolungato gli studi il più possibile. Alla fine il mio amore per la montagna e la passione per la scoperta mi hanno portato a lavorare con i ghiacciai quasi per professione.

Il mio blog | Niente blog. Non ho trovato la spinta per dedicarmici in modo costante, ogni tanto ci penso, ma so che non riuscirei a stargli dietro. Preferisco confezionare piccole storie che poi pubblico sulla mia pagina Facebook – http://www.facebook.com/giovanni.baccolo

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