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Panorama autunnale in bassa Valle Stura (CN)

Panorama autunnale in bassa Valle Stura (CN)

LA SALVIFICA LIBERTÀ DEL WEEKEND

testo e foto di Gabriele Gallo (Mondovì, CN)
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Si immobilizzò ansimando sul primo crinale che guardava la pianura. Avanzò lentamente per poi sedersi con cautela su di un masso appiattito, circondato da steli d’erba ormai ingialliti e schiaffeggiati da raffiche di vento stranamente tiepide.

Socchiuse gli occhi, come per cancellare dalla memoria quei singhiozzi urbani incessanti, che era costretto a sopportare a fatica durante tutta la settimana. Un crogiolo di rumori con tonalità e melodie differenti che alternandosi e sovrapponendosi le une alle altre, finivano ogni giorno per assuefargli l’orecchio e la mente.

Tutte le sere si coricava così con difficoltà, irrigidito da quella ragnatela chiassosa che lo opprimeva e lo soffocava. L’unico atto che gli garantiva un certo benessere, era pensare al weekend. Alle fughe ad alta quota, al vagabondare da una cima all’altra oltrepassando valichi e confini, abbracciando laghi e pascoli, soggiornando in rifugi o bivacchi. L’unica preoccupazione che lo assillava era di programmare al meglio quel tuffo emotivo capace di rigenerargli la testa e le gambe, predisponendole ad affrontare una nuova terribile settimana lavorativa.

Quel giorno era salito di corsa quasi per cacciar via con ancora più veemenza lo stress, il malessere e l’ansia. Superò agevolmente un’insidiosa placchetta di roccia, quindi attraversò rapido l’impervio versante prativo, dove gli arbusti e l’erba erano ancora imbevuti dalla rugiada del mattino. Percorse infine l’intero spartiacque sommitale, prima di sterzare a sinistra e raggiungere in breve la cima.

Da lassù quella città che tanto lo rabbuiava si intuiva appena, celata da una foschia leggera. Le attività antropiche si indovinavano qua e là, affogate tra versanti boscosi e terreni scoscesi. Gli ultimi fuochi legati alla castanicoltura bucavano invece il cielo disordinatamente. Fissò a lungo quelle colonne di fumo che si perdevano in alto e ritrovò nei loro movimenti irregolari, la leggiadria delle sue corse sui monti. Vagabondare nel nulla, mantenendo però il controllo del tutto.
Come quei falò che si smarrivano tra le braccia infinite del cielo, pur essendo controllati a terra dall’occhio esperto dei contadini. Si alzò in piedi, felice, e riprese a muoversi. Scartò di lato, a destra, prima di ricominciare a correre in salita su altre creste e su altri crinali. Ancora ventiquattr’ore di vagabondaggio e di serenità. Dopotutto si stavano avvicinando soltanto le tenebre di un tranquillo sabato di ottobre.

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foto gabriele gallo_01_Volto_01Gabriele Gallo | Libero professionista specializzato in comunicazione e promozione territoriale, con specifica attenzione riservata all’ambiente montano.

Il mio blog | Luogo tendenzialmente silenzioso che ospita di tanto in tanto impressioni e suggestioni personali su ciò che mi circonda o su ciò che accade, tanto su scala locale, quanto su scala globale. — www.gabrielegallo.com

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