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il Busc de r'Ancona durante la risalita

il Busc de r’Ancona durante la risalita

IL BUSC DE R’ANCONA

testo e foto di Elio Dattero (Gragnano, NA)
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Dal punto di partenza, fin da subito, posso vedere la mia meta: il Busc de r’Ancona.
Ho letto di una via di risalita lungo il corso di un torrente di scarsissima portata in estate, il Ru de r’Ancona, che lo raggiungerebbe senza passare per vie segnate che si sviluppano, infatti, tutte sul versante opposto.

Adesso posso confermarlo:
il sentiero è assente, ma con un misto d’intuito, piede fermo e sana follia (che in chi sceglie di fare certe esperienze non deve mai mancare) si può risalire, in un ambiente solenne e selvaggio allo stesso tempo dove, man mano che si guadagna quota, tutto diviene più instabile e precario.

Certo, ci sono momenti in cui si potrebbe optare per vie decisamente più facili e meno esposte (indicate tra l’altro dalle poche informazioni in mio possesso) ma quando la parete di roccia scura a destra t’invita a toccarla, presentandosi così solida e appigliata tanto da consentire una risalita a suo modo naturale e di matrice quasi giocosa diventa difficile resistere…

E d’improvviso tutto muta:
non è più una semplice escursione, ma un’esperienza di roccia, di equilibrio, di vita…
E mentre poggi le mani su quelle rocce sai già che scendere non sarà poi così semplice e ti auguri che tutto finisca dove tu hai progettato debba finire.

Chissà se questione di fortuna o una sorta di felice intuito che col tempo potrei aver sviluppato, ma tutto termina esattamente dove avevo immaginato dovesse terminare.
Ormai il Busc è a portata di mano. Tutto intorno a me, più numerosi ancora dei tanti che avevo già incontrato lungo la salita, resti metallici della guerra mi portano a pensare a quanto debbano essere state odiate, da chi qui era costretto a vivere e combattere, le montagne che io oggi tanto amo.
Piove quando raggiungo la meta, mi soffermo più di quanto forse avevo preventivato.

E’ vero: le Dolomiti sono affollate, forse.
Di certo per chi è in cerca solo dei grandi nomi, per chi corre ad affollare impianti di risalita, per chi si mette in fila sui pioli di una famosa ferrata solo per poter dire di esserci stato.
Sono affollate per chi della montagna guarda solo le vette, dimenticando che la cima è solo un punto in cui tutto converge, ma non necessariamente il più importante; che spesso è tra le pieghe più remote che si nasconde il sublime che, invisibile a chi non lo sa intuire, si svela soltanto agli occhi più curiosi e innamorati.
Chiudo gli occhi, non sento quasi il vento freddo che attraverso il Busc soffia forte, mi accoccolo sotto una roccia ripercorrendo dentro di me il cammino appena fatto.
Sorrido.

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dattero-elio-bc16_voltoElio Dattero | Innamorato della montagna (in particolare Dolomiti), soprattutto in solitaria, amo andare per sentieri poco o per nulla segnati. In collaborazione col CAI collaboro alla pulizia/ segnatura dei sentieri dei Monti Lattari, per la cui conoscenza ho anche aperto un sito di itinerari fuori traccia tra Costiera amalfitana e Penisola sorrentina.

Il mio blog | Non scrivo sul mio blog http://lebolledisapone.iobloggo.com/da qualche anno, non lo chiudo perché convinto che commenti e contributi altrui lo abbiano reso una cosa non più solo mia. Era basato su storie e filastrocche improvvisate. Preferisco quindi postare il racconto sulla mia pagina facebook. Gestisco un sito di sentieristica locale http://suisentierideilattari.weebly.com – http://www.facebook.com/elio.dattero?fref=nf

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