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Panorama dal Rifugio Città di Mantova, Monte Rosa

Panorama dal Rifugio Città di Mantova, Monte Rosa

MEMORIE DI VIAGGIO

testo e foto di Debora Assenza (Roma)
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Zaino in spalla, primo treno senza meta e, nei sogni di una dodicenne, senza biglietto!
Questo desiderio persiste ancora oggi, a 40 suonati! La montagna in fondo è proprio questo, perdersi in luoghi avventurosi, densi di magia, incanto e profonda serenità, dove non esistono convenzioni e giudizi.
Ma è anche una sfida con te stesso. Io, che di atletico ho ben poco, mi motivo lungo il cammino, sia esso ripido o meno, con la meta o vetta da raggiungere e raggiungerla soddisferà il mio ego. Il mio compagno di viaggio, senza il quale non arriverei da nessuna parte, causa il mio più che scarso senso di orientamento, pazientemente mi sostiene nel percorso. Partenza al mattino presto, e già questo inebria l’anima.

Dove si va oggi? Non importa, sarà una nuova occasione per scoprire antiche tradizioni passeggiando tra villaggi abbarbicati sui monti, come quelli della popolazione Walser ancora in piedi tra le cime sopra Gressoney. Oppure sorprendersi nell’incontrare le specie che abitano quella natura sconfinata senza comprendere chi sia più spaventato, noi o i “residenti” di cui stiamo importunando la quiete, come di ritorno dal Camicia, Gran Sasso, dove un branco di maestosi camosci ci ha sfilato davanti galoppando tra le rocce, dopo che con lo spirito di un fanciullo ho inconsapevolmente gridato “Guarda!”, similmente a quando un piccolo Bambi attraversava il nostro sentiero, meta le trincee de “La Grande Guerra”, in Alto Adige.

E proprio l’Alto Adige mi ha estasiata fin dai tempi delle medie, quando per il camposcuola estivo si va a Dobbiaco. Tornandoci da adulta ho salutato nuovamente le Tre Cime, che fermano il cuore quando in tutta la loro imponenza si manifestano dall’angolo di sentiero che sfocia sul rifugio Locatelli che scompare sotto la maestà delle Tre Signore. Sembra quasi sentirle parlare: “Inchinati e rendi onore, oh misero viandante”. Ma ho fatto anche nuove scoperte raggiungendo cime più o meno importanti, fino alla verde e vicina Austria arrivando al Sillianer Hütte. Gioie e dolori, come quando scendendo dal Comici, tra le rocce nelle Dolomiti di Sesto, avvertii difficoltà nell’articolare il ginocchio. Nonostante riscendendo il timore mi accompagni sempre, questo non mi ha impedito di “escursionare”, portandomi all’Hörnlihütte da Mister Cervino, lato svizzero, o sulle cime del Monte Rosa passeggiando sul ghiacciaio fino al rifugio Città di Mantova, indossando per la prima volta i ramponi e in ogni buona occasione per sentirmi Heidi.
La fatica svanisce con l’aprirsi di vallate, raggiungendo cime, bagnandosi nei corsi d’acqua o sedendosi per ristorarsi sulle rocce scaldate dal sole. Su quelle sommità è profonda pace… E nessuno può oscurarla.

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Assenza_Debora_bc16_voltoDebora Assenza | Fin da bambina ho sempre trascorso le vacanze in montagna, Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia, muovendo i primi passi tra sentieri e cime in adolescenza. Questa passione l’ho riscoperta da adulta approcciando l’escursionismo ampliando gli orizzonti. Montagna nel cuore, impiegata nella vita.

Il mio blog | Amo scrivere ma non ho ancora pensato alla possibilità di un blog tutto mio e uso facebook a questo scopo. Di montagna ho però potuto parlare in occasione di una collaborazione con una web radio – http://www.facebook.com/puckina

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