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Monte Corvo dalla sella Malecoste

Monte Corvo dalla sella Malecoste

UN PICCOLO RICORDO INDELEBILE

testo e foto di Daniele Bianchini (Roma)
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L’escursione al monte Corvo è una delle più faticose dell’area.
Mi attendono almeno 10 ore di cammino. Alle 8 sono già sul posto. Con me c’è la mia compagna, secondo me un po’ inconsapevole dell’impegno fisico richiesto, ma forse, in fondo inconsapevole lo sono anch’io. Puoi pianificare ogni aspetto, ma un sentiero percorso per la prima volta rimane sempre una piccola avventura. Il periodo è giusto: luglio regala giornate lunghissime, il sole sembra non tramontare mai e le previsioni meteo sono ottime, sole su tutta la penisola.

Il passo è svelto, forse un po’ troppo, ma ho una tabella di marcia da rispettare. Il sentiero all’inizio è parzialmente franato per le intense piogge dei giorni precedenti, ma ciò non pone problemi, basta un po’ di attenzione. Esco dal bosco e la sagoma del monte Corvo mi appare in tutta la sua imponenza. La sensazione è quella di trovarti davanti a un muro invalicabile. Breve sosta e poi di nuovo in cammino. Dopo quattro ore e mezza arrivo alla sella del monte Corvo. La mia compagna ne ha abbastanza e preferisce prendere il sole. Mancano ancora 300 metri, quelli più verticali e da percorrere in solitudine. Ho sempre pensato che le cime si raggiungono prima con le motivazioni e poi con l’allenamento. Non trovo indicazioni e allora individuo quella che sembra la linea di salita più congeniale.
Il versante è ripido e sdrucciolevole, forse un po’ troppo, ma salgo con la massima attenzione. All’improvviso sotto di me compare un tipo che ironicamente mi fa capire che sono fuori dal sentiero: «vuoi aprire una nuova via?». Fortunatamente, ormai sono fuori dal tratto ripido. Ritrovo il sentiero e dopo un po’ raggiungo la cima in cinque ore e mezza totali. Sono spossato dalla fatica, ma ho raggiunto la vetta. Il panorama è fantastico ed è solo per me. Poi arriva il tipo di prima, ci complimentiamo e scattiamo le foto di rito.

Inizia la discesa. È la parte dell’escursione che meno mi entusiasma, forse perché raggiunto l’obiettivo calano le motivazioni, oppure perché è soltanto la via per il ritorno verso casa e sai che la tua avventura sta per finire. E poi c’è la sensazione che la via è più lunga dell’andata, che non si arrivi mai. Mi aspetto un noioso ritorno e invece sento una goccia, poi le sento più frequenti. Non ci credo, un acquazzone. Penso alle previsioni meteo e capisco che la montagna è un altro mondo. Dopo 11 ore termino la mia escursione, con un fastidio all’anca e con la promessa di non tornare sul monte Corvo.

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Bianchini Daniele bc16_voltoDaniele Bianchini | Ho scoperto tardi la montagna, a 32 anni, ma da quel momento non l’ho più abbandonata. Ci vado tutto l’anno, a volte in compagnia, spesso in solitaria. Iscritto al CAI, ho frequentato corsi di escursionismo e per le ferrate. Nella vita impiegato.

Il mio blog | Nessun Blog, ma solo una pagina facebook nella quale pubblico le mie uscite e condivido articoli (non miei) – http://www.facebook.com/dany.bianchini.31

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Red. ≈altitudini.it | La redazione di altitudini.it racconta e discute di montagna e alpinismo.

2 commento/i dai lettori

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  1. Randagia il6 settembre 2016

    Anche le parole della compagna, oltre la pioggia, hanno contribuito a rendere il tuo ritorno meno noioso?

    • Daniele il6 settembre 2016

      Era troppo stanca…nonostante la sosta più lunga! ah ah

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