
Esploratore dei greppi.
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CATARSI (PRAEMEDITATIO FUTURORUM MALORUM)
di Giorgio Madinelli (Azzano Decimo, PN)
Questa volta è finita!
A forza di provarci a mettermi nei casini, ci sono riuscito. Avessi un sola possibilità di uscita, ci proverei. In giù senza la corda non posso farcela: ho esagerato con le difficoltà. Credevo di passare in qualche modo, ma questo strapiombo sopra di me è la fine della corsa.
Sono stanco, mi fan male le gambe e le braccia, la sera è vicina. Se avessi una possibilità di togliermi di qui lo farei. Potrei tentare lo strapiombo: se volo è la fine.
Sento cadere una pietra con un frullo. Guardo in alto istintivamente e… cazzo!
Dallo strapiombo penzola una corda e cala verso di me.
Ehi! Grido: “Chi c’è lassù?”
Grido ancora, ma mi risponde lontano un corvo.
La corda è alla mia portata e più non scende. Afferro il nodo terminale: la corda è uguale alla mia che, cretino, ho lasciato a casa. Ora scende, qualcuno scenderà se ha gettato la doppia. Attendo, ma nulla si muove.
Provo a tirare: pare solida.
Allora qualcuno vuole che salga, non mi sente, non lo sento, ma il messaggio è chiaro, questa è la mia salvezza. Prendo coraggio, faccio un prusik e comincio ad arrampicare. Ho il cuore in gola, non so se questa corda è ben ancorata, se volo mi terrà? Ma vado su: desideravo una via d’uscita e non posso rifiutarla, ora che incredibilmente mi è… piovuta dal cielo.
Con l’aiuto della corda mi isso oltre lo strapiombo. Seguo la corda, ora sul facile: sono curioso di vedere dove è ancorata.
Infine l’orrenda scoperta! La corda è legata all’imbrago di un cadavere in decomposizione, incastrato tra i mughi. L’odore è insopportabile: metto una mano al naso. Mi avvicino ancora e riconosco lo zaino, i pantaloni, gli scarponi.
Cazzo, cazzo, quello sono IO!
Non ero mai morto prima e la sensazione è di estrema incredulità: sto sognando?
Come posso essere qui e lì? Forse è il mio spirito che, uscitone, vede il corpo dove albergava?
Mentre resto basito, confuso da mille domande scorgo tendersi la corda e qualcuno ansimare nello sforzo di risalirla. Ecco: ora ne vedo il casco e lo zaino e li riconosco, so perfettamente che è vestito come me e ha i miei scarponi.
Mi raggiunge, si confonde con me: non c’è più; scompaiono pure il cadavere e la corda.
Gracchia lontano un corvo.
Sono solo!
E mi rendo conto, con una inspirazione disperata da fine apnea, che ho appena superato lo strapiombo!
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15 commento/i dai lettori
Partecipa alla discussioneTrovo questo racconto di questa avventura veramente geniale!!
Anzi… per stare in tema: mi piace da morire!
Nel senso che non avevo idea di cosa fosse in greppo
Già, vorrà dire qualcosa…ma cosa? Qui urge il punto di vista di qualcun altro, altrimenti continuiamo a darci ragione l’un l’altra e questo…a poco serve anche se,lo ammetto, è piuttosto gratificante.
Il “caro” è riservato a quelle persone con le quali mi sembra di avere un comune sentire, un’affinità nel percepire la realtà che ci circonda. Ho letto con gusto gli scritti nel tuo blog , esprimono quello che sento anch’io ed essendo totalmente incapace di tradurlo in forma concreta, è un sollievo trovare le mie emozioni così ben identificate e descritte. E, sorpresa! Ho scoperto di essere stata anch’io per molto tempo…una frequentatrice del greppo.
Un saluto cordiale
Quindi, caro Giorgio, non si tratta di intuito femminile. Semplicemente, se vai in in montagna…questa è la faccenda. Secondo me.
Ti saluto cordialmenrte.
Hai ragione! Chi va in montagna queste cose le sa e le capisce (o almeno dovrebbe). Certo che costa meno sforzo affidarsi alle tecnologie per la propria sicurezza, piuttosto che costruirsi un IO responsabile con un percorso di crescita interiore lento e faticoso; con questo voglio dire che sono più numerosi i farfalloni che i responsabili. Come dici tu, non avventurarsi nel “potenzialmente pericoloso” ha bisogno di precisa conoscenza di se stessi, deve essere avulso dalle pulsioni sociali (arrivismo, marketing, competizione ecc.), perciò libera scelta individuale. Ti faccio notare, a margine del contesto, che questo argomento, se pur fondamentale per i montagnicoli, è trattato solo nel mio post su tutti quelli in concorso. Vorrà dire qualcosa? Grazie del caro, carissima Paola.
E’ proprio così. Il “potenzialmente pericoloso” in montagna è sempre presente e sempre di più man mano che i piani da inclinati diventano verticali. Anch’io mentre vado,razionalmente so che potrei morire ma non ci penso mai ( altrimenti non riuscirei a fare nemmeno un passo ) e la paura lascia il posto alla concentrazione. ( C’è da dire, anche, che mi guardo bene dal mettermi in situazioni “potenzialmente pericolose” perchè troppo vicine ai miei limiti fisici e mentali )
La morte è una costante nelle tue riflessioni! Forse è un tuo pensiero ricorrente nel frequentare certi ambienti? (A me capita…)
Certo: la montagna è piena di rischi e pericoli per cui pensare alla Morte fa l’effetto contrario: ti tiene in vita! Un’amica scalatrice fortissima mi ha detto un giorno che quando arrampica ha sempre paura di morire per cui si attacca agli appigli con tutte le sue forze e in quei momenti è tanto concentrata su quello che fa che niente e nessuno la schioderebbe dalla parete! Grazie Luciano.
Parli di un’avventura potenzialmente tragica in modo quasi comico. Terrificante e divertente nello stesso istante. Da fumetto! Mi piace molto. Complimenti!
Quel “potenzialmente” è la chiave di comprensione del racconto e non sono meravigliato che tu l’abbia intuita, perché so che voi donne, proprio in quanto fatte per dare la vita, sapete bene cosa sia la morte. Ti ringrazio.
“Gracchia lontano un corvo.
Sono solo!
E mi rendo conto, con una inspirazione disperata da fine apnea, che ho appena superato lo strapiombo!” …complimenti! – https://www.facebook.com/app_scoped_user_id/10207796040917890/
“Non ero mai morto prima”..incredibile! Quale magia retorica hai utilizzato per farci digerire una frase del genere?
Si tratta di un Paradosso.
https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso – http://latanadellorso@altervista.org
Ma sono io che ti ho stimolato il sondaggio col mio “no, non mi piace” dell’altro giorno? Adesso te lo cambio in mi piace. Anche se hai saltato la frase più emblematica : pensavo di essere un dio e sono solo un coglione” . conosco il fenomeno.
Cordialità, Francesco bertelli
Esigenze di spazio…
Grazie per lo stimolo! :)