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Roba da Walden, roba da abbandonare la città e diventare albero, roccia, neve, roba da matti insomma...

Roba da Walden, roba da abbandonare la città e diventare albero, roccia, neve, roba da matti insomma…

LA MONTAGNA SBAGLIATA

testo e foto di Angelo Ramaglia (Castellanza, VA)
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Quella montagna ci piaceva.
La osservavamo sempre quando tornavamo dalle nostre escursioni. Un giorno la guardammo un po’ più a lungo e ci disse di salire. Leggemmo le epiche relazioni dei  blogger specializzati. Moderni Ulisse, avventurieri  bonattiani, ogni escursione un romanzo di Jack London, dati tecnici e descrizioni topografiche impressionanti, aggettivi a manciate.
Un’occhiata al meteo. Zaino pronto. Si va.

L’ora era tarda, come da prassi. Ma abbiamo l’aria dei corridori di montagna, cosa vuoi che sia un trekking. Colazione, i panini, una fontana, il posteggio vicino al sentiero che l’asfalto ci urtica. Cambio scarpe, quelle leggere, l’aria da atleti.
La montagna è sopra di noi, ci dice di fare pure con comodo.
Il sole è timido, il bosco in penombra, chiaro scuro alla Thoreau. I ruscelli bisbigliano e gli alberi ci guardano strafottenti. Il freddo della notte sta scappando. Roba da Walden, roba da abbandonare la città e diventare albero, roccia, neve, roba da matti insomma, roba da sognatori ovvio.

Prendiamo il sentiero e saliamo veloci, leggeri, con quell’aria un po’ da atleti.
Il cartello all’inizio del sentiero dice un’altra cosa, la descrizione dei blogger non torna, ma la cartina rimane negli zaini, abbiamo da fare, c’è da salire una assurdità di dislivello.
Il sole si sta alzando, il caldo si stiracchia. Saliamo verso il cielo blu, il massiccio rosa e i ghiacciai che si tormentano al di là della valle, oltre il fiume. Saliamo, saliamo sempre. Più dislivello c’è più un sorriso ebete cresce, parrebbe demenza, ma è solo felicità. Quella non fastidiosa, quella pacata, un po’ malinconica, quella insomma.
Il sentiero è sbagliato. Ma girerà laggiù, dietro quella massicciata, poi lungo la cresta, si raccorderà a quello giusto, certo, andiamo, siamo venuti per camminare, camminiamo.
Poi la vediamo, è là che se la ride la nostra montagna. Il sentiero sbagliato non si raccorda con niente. Se ne va da un’altra parte. Sopra di noi una montagna diversa ci guarda, sorpresa.
Ci fermiamo. Guardiamo la montagna sorpresa, cerchiamo il nome. Non male. Ci piace. Saliamo, saliamo veloci con la nostra aria di gente che corre tra i monti.

Saliamo la montagna sbagliata. Sorride, l’abbiamo vista, di nascosto ci sorride.
Croce e panorama. Solito elenco di vette a caso. Foto. Due o tre parole, idiote se possibile, sul libro di vetta.
La montagna sbagliata ringrazia, ma ora basta, potete scendere.
La montagna giusta se la ghigna tra gli sfasciumi di vetta sgangherati. Lei non si muove.
Così ha detto.

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ramagliaangelobc16_voltoAngelo Ramaglia | Non sono un blogger. Ma scrivo. Sono uno a cui piace la montagna. Tento di correrci. Sono il tipo dello sportivo che sa di avere molti limiti, sono il tipo di scrittore che dubita della sua scrittura, sono il tipo di testone che fa entrambe le cose nonostante tutto. Per il resto sono il tipo dell’impiegato seduto che guarda fuori dalla finestra e vede asfalto pianeggiante, davanti a sé vede troppa gente, e sui fogli bianchi vede una via di fuga da seguire di nascosto e che va in salita.

Il mio blog | In quanto non blogger non ho un blog. Chissà un giorno. Intanto ho scritto un paio di libri che un matto di editore ha pure pubblicato. Metto qui il mio nickname su Twitter e su Instagram giusto per non lasciare troppo in bianco che pare brutto: @ailgamar Magari in quanto non blogger non dovrei partecipare a questo contest, ma amo la montagna e amo la scrittura… che poi la montagna mi sopporti a fatica e la scrittura mi tolleri appena, beh, questa è un’altra storia – http://www.instagram.com/ailgamar/

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Redazione altitudini.it autore del post

Red. ≈altitudini.it | La redazione di altitudini.it racconta e discute di montagna e alpinismo.

6 commento/i dai lettori

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  1. Amos Andrea il8 settembre 2016

    Ricordo di essermi perso insieme a te e gli altri amici…ricordo soprattutto che è stata una indimenticabile avventura finita alla luce delle stelle

  2. Luisa il6 settembre 2016

    Bellissimo…mentre leggevo questo racconto, ho rivissuto le emozioni e i pensieri avuti nelle tante escursioni “sbagliate”

  3. Randagia il6 settembre 2016

    “Due o tre parole, idiote se possibile, sul libro di vetta.” Beh diciamo che in montagna con te non ci verrei troppo volentieri, però scrivi bene, lasci la curiosità in chi legge ;)

  4. ISAB il5 settembre 2016

    Bello (il racconto), bravo (l’autore) , bis….non avendone le capacità non mi può venir voglia di diventare una camminatrice professionista, ma di leggere qualche libro in più sì

  5. Elisa il4 settembre 2016

    Perdersi in montagna? Non ne so nulla di questo argomento… / http://gravatar.com/elfa10

  6. Marco Andreotti il4 settembre 2016

    Sempre preciso e diretto come un treno. Anzi il trenino del Bernina…

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