blogger contest
Attendo paziente la quiete del mattino radioso, e assaporo il travaglio della tempesta

Attendo paziente la quiete del mattino radioso, e assaporo il travaglio della tempesta

Andrea Pasqualotto foto
Sono bellunese, nato e cresciuto con le Dolomiti a portata di piede. Dopo la laurea in scienze ambientali mi sono occupato di educazione ambientale ed ecoturismo. Organizzo e guido trekking in Dolomiti, sulle Alpi e in islanda, che considero la mia seconda patria.
SCOPRI GLI ALTRI BLOGGER

INQUIETUDINI SUL LIVELLO DEL MARE

di Andrea Pasqualotto (Belluno)

0 metri sul livello del mare.
66 gradi sul livello dell’Equatore.
A volte contano più le latitudini delle altitudini.

Umido, ovunque.
Umido il sacco piuma che mi avvolge, umido il prezioso guscio di goretex appeso sopra di me, umidi gli scarponi al mio fianco, umido l’interno della tenda che il vento schiaccia contro la testa.

Scrosci di pioggia obliqui sferzano come grandine la sottile membrana che ci separa dal mondo, plastica placenta ancorata all’utero muschioso della madre terra.

Fuori è in corso il Ragnarok, la fine del mondo secondo la mitologia norrena, lo scontro tra la luce e le tenebre.
Sopra le nostre teste la gelida corrente artica, da nord, litiga con le potenti masse umide, da sud.
Sotto di noi l’oceano si schianta furioso contro la scogliera di basalto, vecchia di 15 milioni di anni, rimbalza contro le pareti del fiordo intorno a noi, rimbomba nel nostro angusto spazio vitale.

A 3 giorni da Ferragosto, a 5 gradi dallo zero, non sembra estate.
A volte contano più le latitudini delle similitudini.

Penso allo sguardo algido, luminoso, sicuro di Haukur, quando dalla sua barca ci ha salutati con le raccomandazioni per affrontare il brutto tempo imminente, e con la rassicurante promessa del rapido ritorno del bel tempo.

Era solo una macchia scura sulla mappa satellitare, era 30 chilometri e 4 fiordi fa.

Nel tepore fetale del sacco piuma, a fianco del mio forte compagno di avventura, nel fiordo islandese di Smiduvik, nella penombra assordante della notte nordica, attendo paziente la quiete del mattino radioso, e assaporo il travaglio della tempesta.

Respiro lentamente.

Penso all’avventura in cui mi sono cacciato in termini di distanze, dalla Groenlandia appena 300 chilometri a nord-ovest, dall’alta pressione che non da ancora segni di vita sul barometro appannato, dalla barca che ci attende tra 50 chilometri, tra 4 giorni, tra una decina di fiordi.

Penso alla distanza dalla quotidianità, dai tiepidi, asciutti, soffici ritmi quotidiani, da cui amo allontanarmi anche solo per sentirne la mancanza.
Non sono un estremo, malato di avventura, drogato di adrenalina e di terre estreme.

Sono inquieto.

Sono uscito di casa, ho fatto 4000 chilometri, per guardare le luci da fuori, cercare il silenzio, il buio, il freddo. Poi rientrerò, mi scrollerò di dosso la neve dalle spalle e tornerò a guardare il mondo da dentro.

A volte contano più le latitudini delle abitudini.


 diario icona_01 il mio blog | http://old.altitudini.it
I miei post vengono ospitati su altitudini.it, una cengia nascosta nella grande parete del mondo virtuale in cui mi piace addentrarmi e curiosare, incontrare gli amici, sedermi a vedere cosa combinano gli altri e qualche volta, quando scorgo un passaggio, fare qualche metro e disegnare qualcosa di mio. Lo sfondo di altitudini è la montagna, quella frequentata, quella criticata, quella sognata, sempre, comunque, quella amata. 

Redazione altitudini.it autore del post

Red. ≈altitudini.it | La redazione di altitudini.it racconta e discute di montagna e alpinismo.

4 commento/i dai lettori

Partecipa alla discussione
  1. caterina il16 settembre 2015

    Bello..!
    Sì.. intenso e l’intensità è nella passione e nel calore che il contatto e l’esperienza della natura ci fa sentire dentro. Un richiamo ancestrale, come è ancestrale tutto ciò che ci fa continuare a vivere: l’amore col corpo, la generazione dei figli, il sentirsi parte degli esseri viventi..
    Grazie
    Caterina – http://gravatar.com/categi

  2. Andrea il15 settembre 2015

    Intenso! A tutte le latitudini!
    Ciascuno sta facendo il proprio viaggio in compagnia della sua inquietudine. Probabilmente non percorrerò mai le “strade” che stai scoprendo tu ma leggerti è come esserci…sentire il freddo, l’umidità, le onde.
    Un caro saluto da un altro punto del “grande utero” (che qui è molto meno muschioso).
    Ciao e grazie
    A.M.

Lascia un commento