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INQUIETUDINI SUL LIVELLO DEL MAREdi Andrea Pasqualotto (Belluno) 0 metri sul livello del mare. Umido, ovunque. Scrosci di pioggia obliqui sferzano come grandine la sottile membrana che ci separa dal mondo, plastica placenta ancorata all’utero muschioso della madre terra. Fuori è in corso il Ragnarok, la fine del mondo secondo la mitologia norrena, lo scontro tra la luce e le tenebre. A 3 giorni da Ferragosto, a 5 gradi dallo zero, non sembra estate. Penso allo sguardo algido, luminoso, sicuro di Haukur, quando dalla sua barca ci ha salutati con le raccomandazioni per affrontare il brutto tempo imminente, e con la rassicurante promessa del rapido ritorno del bel tempo. Era solo una macchia scura sulla mappa satellitare, era 30 chilometri e 4 fiordi fa. Nel tepore fetale del sacco piuma, a fianco del mio forte compagno di avventura, nel fiordo islandese di Smiduvik, nella penombra assordante della notte nordica, attendo paziente la quiete del mattino radioso, e assaporo il travaglio della tempesta. Respiro lentamente. Penso all’avventura in cui mi sono cacciato in termini di distanze, dalla Groenlandia appena 300 chilometri a nord-ovest, dall’alta pressione che non da ancora segni di vita sul barometro appannato, dalla barca che ci attende tra 50 chilometri, tra 4 giorni, tra una decina di fiordi. Penso alla distanza dalla quotidianità, dai tiepidi, asciutti, soffici ritmi quotidiani, da cui amo allontanarmi anche solo per sentirne la mancanza. Sono inquieto. Sono uscito di casa, ho fatto 4000 chilometri, per guardare le luci da fuori, cercare il silenzio, il buio, il freddo. Poi rientrerò, mi scrollerò di dosso la neve dalle spalle e tornerò a guardare il mondo da dentro. A volte contano più le latitudini delle abitudini. |
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il mio blog | http://old.altitudini.it I miei post vengono ospitati su altitudini.it, una cengia nascosta nella grande parete del mondo virtuale in cui mi piace addentrarmi e curiosare, incontrare gli amici, sedermi a vedere cosa combinano gli altri e qualche volta, quando scorgo un passaggio, fare qualche metro e disegnare qualcosa di mio. Lo sfondo di altitudini è la montagna, quella frequentata, quella criticata, quella sognata, sempre, comunque, quella amata. |
4 commento/i dai lettori
Partecipa alla discussioneBello..!
Sì.. intenso e l’intensità è nella passione e nel calore che il contatto e l’esperienza della natura ci fa sentire dentro. Un richiamo ancestrale, come è ancestrale tutto ciò che ci fa continuare a vivere: l’amore col corpo, la generazione dei figli, il sentirsi parte degli esseri viventi..
Grazie
Caterina – http://gravatar.com/categi
grazie, è proprio così, nonostante il freddo e l’umido..il calore non mancava – https://www.facebook.com/app_scoped_user_id/507752899381390/
Intenso! A tutte le latitudini!
Ciascuno sta facendo il proprio viaggio in compagnia della sua inquietudine. Probabilmente non percorrerò mai le “strade” che stai scoprendo tu ma leggerti è come esserci…sentire il freddo, l’umidità, le onde.
Un caro saluto da un altro punto del “grande utero” (che qui è molto meno muschioso).
Ciao e grazie
A.M.
leggerti è come esserci è un bel complimento, grazie andrea e buon viaggio – https://www.facebook.com/app_scoped_user_id/507752899381390/