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In compagnia di se stessi

In compagnia di se stessi

PUSTINIA CLAUTANA

testo e foto di Andrea Fiorot (Aviano, PN)
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E vanno gli uomini a contemplare le vette delle montagne, gli enormi flutti del mare, le lunghe correnti dei fiumi, l’immensità dell’oceano, il corso degli astri, e non pensano a se stessi.
Sant’Agostino d’Ippona, Confessioni

Pustinia in lingua slava significa deserto. Descrive in modo perfetto le montagne clautane, aspre, poco frequentate.
Sergio Fradeloni intitolò la monografia pubblicata da Alpi Venete su queste montagne, I Monti del Silenzio. Silenzio e deserto vanno a braccetto, dov’è l’uno vi è anche l’altro.
Pustinia è un’antica pratica di origine russa di eremitaggio con importanti fondamenti religiosi, rivolta alla ricerca di sé, tramite il silenzio. Un modo per rafforzare la propria fede, attraverso il rifiuto delle tentazioni, similarmente di quanto accadde a Gesù nei quaranta giorni che visse nel deserto.

Non siamo abituati al silenzio, presi come siamo nelle mille frenetiche attività della nostra vita moderna. Pure se ci rechiamo in alta montagna, dove la quasi assenza di suoni è naturale, non riusciamo a percepire questa situazione, perché si va in compagnia, o con obiettivi che non permettono distrazioni e perdite di tempo.
Per godere degli effetti taumaturgici del silenzio bisogna andargli consapevolmente incontro, come facevano i pustinik russi lasciando tutto per ritirarsi in luoghi discosti; ascoltare il silenzio per far emergere da dentro le paure, i dubbi, le convinzioni e i credo; confrontarle con i propri comportamenti cercandovi il bene e il male, l’etica e la morale. Questo tipo di ascesi può essere vissuta anche da un ateo, senza che ci debba essere per forza una componente religiosa, una preghiera, un Dio.

Ascoltare il silenzio è creare un deserto intorno a sé stessi, meglio ancora se ci si trova in un deserto vero e proprio come lo sono le montagne clautane. Esse sono perfette per questo scopo: i paesi e le strade lontane, scarsi i frequentatori e concentrati nei pochi sentieri segnalati o nei pressi di rifugi e malghe. Appena si esce da questo mondo di qualche passo si è nel nulla più assoluto, fatto di rocce e mughi, fiori e sfuggenti animali. Dove anche il mormorio delle acque cessa, solo il vento produce suono, qualche volo di rondoni, le smosse pietre di un passo furtivo.
Qui è straordinario abbandonarsi al silenzio, nel deserto di pietre dei ghiaioni, nelle pareti sorprendentemente traforate di fiori, nei brevi, soffici prati che forma la driade. Girovagare e fermarsi, magari in un antro e passarvi la notte. Vagabondare dentro di sé, mentre le costellazioni compiono il loro arco nel cielo; e tutto il resto non esiste più.

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Fiorot Andrea bc16_voltoAndrea Fiorot | Amo camminare sulle montagne meno conosciute, e ritengo che non serva spostarsi molto dalla nostra regione per trovare il massimo fascino del selvaggio. Sono appassionato di fotografia faunistica e di paesaggio. Pur non avendo per ora un mio blog, mi si presentano spesso occasioni di riflessione stimolate anche da momenti di condivisione con altri appassionati delle nostre montagne.

Il mio blog | Non ho un mio blog e mi affido ad altitudini.it – http://old.altitudini.it

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