La salita alla Guglia Rudatis, sessant’anni dopo.

La salita alla Guglia Rudatis, sessant’anni dopo.

1  / RIFLESSIONI A MARGINE DELL’EDIZIONE 2016
DEL BLOGGER CONTEST DI ALTITUDINI.IT

Alcune sere fa stavo trascrivendo al computer, gran privilegio, il diario inedito delle scalate di un alpinista del secolo scorso. Le fitte righe su carta, ingiallite dal tempo, andavano pian piano a rimpolpare un file di testo attraverso i tasti battuti dopo l’atto di aver decifrato una curata ma minuta calligrafia.
Nella narrazione si era all’estate del 1950 e l’alpinista in questione raccontava la sua giornata trascorsa nella ascensione alla Guglia Rudatis (allora chiamata Guglia della 43a) nel gruppo della Civetta. Dopo la breve salita (erano e sono due tiri di V grado), condotta con calma e rilassatezza, la cordata attaccava l’attiguo Campanile di Brabante, con difficoltà di VI grado, quindi tentava di superare il famoso e delicato passaggio iniziale, che traversa verso destra sopra un vuoto abissale, ci cadeva sopra, o meglio “volava” più e più volte, e infine rinunciava con scorno.
Leggevo e trascrivevo, non potendo non stupirmi che esattamente la stessa cosa sarebbe capitata a me sessant’anni dopo: qualche estate fa salii con gli amici prima la più abbordabile Guglia Rudatis per poi tentare senza successo il Campanile di Brabante, nonostante l’attrezzatura incommensurabilmente migliore rispetto ai pionieri. Tornammo a valle mezzi contenti e mezzi incazzati.

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TANTI SCRIVONO E QUANTI LEGGONO?

Quest’anno il Blogger Contest, punto di incontro per la narrazione della montagna sul web ospitata da ≈altitudini, ha toccato il record di 95 partecipanti. Dalla prima edizione il numero è quasi sempre cresciuto, con una tendenza ad equilibrarsi tra uomini e donne, tra esperienze di montagna in giro per il mondo, avventure in senso non solo alpinistico, unità multimediali in crescita.
Ma, mi sono chiesto scrollando il mouse, se così tanti scrivono, c’è qualcuno che legge? Vien da pensare che probabilmente in pochi, giurati a parte, leggeranno interamente tutti i – seppur brevi da regolamento – post in concorso.
Inoltre, se le esperienze umane in montagna o in natura, per quanto varie, sono in ultima analisi ricorrenti, è davvero necessario rileggerle in tante forme, su centinaia di blog personali, sulle nostre pagine Facebook, sulle piattaforme di storytelling? In fondo si finirà pur sempre a parlare di sudore, stupore, bellezza, paesaggi, albe, conquiste, affanni, incontri… alle volte con ironia, alle volte con retorica. Non rischiamo, forse, di raccontare all’infinito la scalata alla Guglia Rudatis?

Salita al Campanile di?

Salita al Campanile di?

UNA SERIE INFINITA DI PICCOLI SCORCI DI MONDO

Le vette sono sempre lì, quasi immutabili – crolli a parte – nella nostra percezione, anche attraverso le generazioni. E talvolta anche noi siamo sempre gli stessi, e le nostre fasi di affezionamento alle montagne seguono dinamiche simili e ricorrenti.
Ciascuno però è stato indirizzato all’alpinismo, all’avventura, alla natura da un evento personalissimo, che è comparso nella propria vita anche per accadimento talvolta casuale, grazie alla vastità delle occasioni che ci vengono regalate. Nel mio caso fu un’escursione a quattordici anni sulla montagna dietro casa, alla quale presi parte quasi per combinazione. La montagna mi stava aspettando.

Le possibilità sono lì, una serie infinita di piccoli scorci di mondo, diffusi e apparentemente identici come i ciottoli sul greto di un torrente. Ciascuno con le sue forme e rugosità è diverso dagli altri, eppure tra milioni sapremmo riconoscere che sempre di sasso si tratta, e ne basta uno per fare esperienza anche di quelli mai visti e che mai vedremo.

Riprendo a scrollare col mouse tra i 95 post dell’ultima edizione del Blogger Contest di ≈altitudini, seguo un mio ragionamento, mi lascio ispirare da un’immagine, da un titolo promettente, da un tema che sembra di mio interesse. E quindi mi ci tuffo e da lì si aprono nuove suggestioni di esperienze non ancora immaginate o tentate, quasi che il Campanile di Brabante irrisolto, più che un’incazzatura, sia la prossima avventura che è lì ad attendermi.

Federico Balzan autore del post

Federico Balzan | Naturalista e guida naturalistica di Belluno, lavoro come tecnico nel campo ambientale. Le montagne sono un posto in cui coltivo vari interessi ed esse costituiscono uno dei miei punti di riferimento.

2 commento/i dai lettori

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  1. Lety il26 settembre 2016

    Leggere i blogs è come entrare un po nel mondo/testa dell’escursionista, alpinista, camminatore, vagabondo, di tutti coloro che oggi giorno popolano le montagne ma con cui spesso scambiamo solamente un brev buon giorno o buona sera!

  2. oltreorizzonte il25 settembre 2016

    Ma che belle considerazioni, hai ragione, a volte ho anch’io la sensazione che ci stiamo raccontando senza soluzione di continuità le stesse storie, stessi gli ambienti, simili le sensazioni, ma diversi i protagonisti e di conseguenza il modo di sentire ed esprimere le sensazioni quindi ben vengano questi 95 racconti, alcuni più interessanti di altri, in ogni caso 95 storie di momenti vissuti / http://gravatar.com/oltreorizzonte

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